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SBK, Un talento ritrovato: la stagione del riscatto di Nicholas Spinelli

Nicholas Spinelli si è laureato Campione 2022 del CIV Supersport Next Generation sulla Ducati del Barni Racing Team. Adesso sogna il mondiale dopo il mancato passaggio in Moto3 anni or sono

SBK: Un talento ritrovato: la stagione del riscatto di Nicholas Spinelli

Per il Barni Spark Racing Team si è rivelata una stagione favolosa al Campionato Italiano Velocità. Con Michele Pirro che ha messo in bacheca la nona corona tricolore, diventando il terzo pilota più vincente nella storia della competizione nazionale, la struttura capitanata da Marco Barnabò ha suggellato un 2022 capolavoro con l’affermazione parallela di Nicholas Spinelli nel CIV Supersport Next Generation a soli 21 anni. Giovane di belle speranze, Campione CIV Moto3 2017 e 2019, ritenuto fino a non troppi anni or sono uno dei talenti emergenti del motociclismo “made in Italy”, salvo poi doversi ricostruire la carriera dopo il mancato passaggio al Motomondiale. Un percorso vorticoso che ci ha restituito una promessa. Un tricampione del CIV, con il sogno-mondiale nel cassetto.

Nicholas Spinelli immortalato in griglia di partenza sulla Ducati del Barni Racing Team

Promessa tricolore

Classe 2001 di Atri, ma residente a Città Sant’Angelo in provincia di Pescara, nonostante la giovane età Spinelli è di fatto un “veterano” del CIV, realtà a lui congeniale in cui ha avuto modo di sfoggiare tutto il proprio potenziale. Vincitore degli Europei Minimoto Junior A e MiniGP 50cc rispettivamente nel 2011 e nel 2013, successivamente si era affermato tra i piloti in grado di mettersi maggiormente in mostra alla nascita della PreMoto3 (la entry class dell’italiano), sia sulla RMU in configurazione 125 2 tempi che in quella 250 4 tempi. Un ragazzo tremendamente veloce, tanto da essere promosso in Moto3 a stagione 2015 in corso e di chiudere sul podio alla seconda gara di sempre disputata nella categoria (dietro a “certi” Marco Bezzecchi e Fabio Di Giannantonio, oggi entrambi in MotoGP…).

L’ascesa in Moto3

Proprio in Moto3 ha costruito larga parte della sua fama. Secondo in campionato alle spalle di Manuel Pagliani nella prima stagione in pianta stabile, nel 2017 è esploso sul piano sportivo conquistando il primo titolo sulla KTM di Pro Racing Team al culmine di un vivace dualismo con Kevin Zannoni. Lo stesso che l’anno successivo si è preso la rivincita nei suoi confronti, venendo tuttavia surclassato come l’intera concorrenza nel 2019, con Spinelli alla guida della Honda di Oscar Performance per il prestigioso bis nel CIV Moto3. Quattro stagioni e mezzo condite altresì da 12 vittorie e 10 podi che tuttora fanno di lui il secondo pilota più vincente nella storia della categoria. Un talento cristallino, meritevole di una chance mondiale. Un’opportunità soltanto sfiorata, mai avuta concretamente per svariate ragioni (economiche in primis).

La faccia spietata del motociclismo

Il motociclismo, si sa, è uno sport costosissimo. Molti suoi colleghi potevano giocarsi le proprie carte mondiali, lui invece nulla. Ha provato persino a “temporeggiare” nel CEV (senza lasciare il segno), ma, col senno di poi, non aveva più senso andare avanti in Moto3. Fino alla proposta del pluridecorato Barni Spark Racing Team per tentare un percorso tra le derivate di serie.

Nuova sfida

Alla formazione bergamasca serviva un giovane pilota a cui affidare per la stagione 2021 lo sviluppo della Panigale V2 955 nel contesto del National Trophy, il trofeo di riferimento per le competizioni motociclistiche nazionali, in vista del cambio regolamentare-ed-epocale della Supersport. Un’occasione sfruttata al meglio da Spinelli che, da debuttante, ha chiuso al secondo posto nella classifica riservata alle “Big Sport” con tre vittorie all’attivo, seppur dovendo disertare un round causa positività al covid. Guadagnando la riconferma e il relativo passaggio al CIV Supersport per questo 2022, diventando un pilota professionista a tutti gli effetti.

Il riscatto

Preso il diploma alla scuola superiore, recentemente ha voluto abbandonare l’università per dedicarsi interamente al motociclismo. Una scelta sofferta, delicata, ma necessaria per inseguire determinati risultati. In una categoria dal tasso qualitativo elevatissimo, per Spinelli pronti-via doppio podio a Misano, facendo poi valere la sua eccezionale costanza di rendimento. Addirittura tre secondi posti consecutivi nel tratto centrale della stagione, fino alla tanto agognata prima vittoria in Gara 1 al Mugello 2, coincisa peraltro con il conseguimento della vetta della generale. A quel punto ha raggiunto la consapevolezza che il titolo non poteva essere semplice utopia. Potendo contare (anche) sui vitali consigli del compagno di box Michele Pirro, nelle ultime due decisive gare di Imola ha saputo gestire con intelligenza e maestria il vantaggio acquisito in campionato, malgrado il fiato sul collo di avversari temibili come il pluricampione italiano Massimo Roccoli e il Campione MotoE 2019 Matteo Ferrari. Due piloti che non hanno certo bisogno di presentazioni.

E ora?

Proprio quel CIV che gli stava stretto, quest’anno gli ha fatto ritrovare fiducia e sorriso. Mentre il CIV ha ritrovato quel Nicholas Spinelli ammirato ai tempi della Moto3, oltretutto ancor più maturo. Diventato il primo Campione italiano nella storia della nuova Supersport Next Generation, per il 2023 il ventunenne reclama a gran voce un posto nel Mondiale di categoria. Una situazione in divenire, che potrebbero presto sbloccarsi nelle prossime settimane, non soltanto sul fronte Ducati. Con tre titoli tricolore in bacheca e il (rinnovato) certificato di promessa in tasca, adesso può guardare con ambizione al futuro, nella speranza che arrivi la tanto agognata chiamata attesa da una carriera.

Photo credit: Salvatore Annarumma

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