Tu sei qui

MotoGP, Marini: “Dal 1° al 20° chiunque può vincere: servono moto più difficili”

“Andiamo nella direzione delle categorie minori, dove il problema sono le moto troppo semplici da guidare e i piloti non possono fare la differenza. Peso minimo? Servirebbe, ma i costruttori non vogliono”

MotoGP: Marini: “Dal 1° al 20° chiunque può vincere: servono moto più difficili”

La Ducati corre veloce, ma non lo fa solo in pista. La mente degli ingegneri di Borgo Panigale è sempre in movimento, per cercare elementi all’avanguardia che possano rendere sempre più competitiva la Desmosedici GP. Soluzioni non sempre apprezzate dagli avversari, come nel caso del famoso "cucchiaio" o dell’abbassatore che ha sollevato più di una polemica in questa stagione, portando alla decisione di vietare dal 2023 l’uso in corsa dei dispositivi per variare l’altezza all’anteriore, consentiti unicamente in fase di partenza.

Non solo tra le squadre, ma anche tra i piloti, i pareri sull’evoluzione della MotoGP si fanno discordanti e, interrogato sulla questione nel giovedì di Sepang, Luca Marini non ha nascosto la sua opinione in merito.

“Difficile prendere una posizione sull’abbassatore anteriore e posteriore, perché la mia opinione non cambia nulla. Dal canto mio, io vorrei qualcosa che rendesse la moto più difficile da guidare, così il pilota farebbe più la differenza ha chiosato il pilota del Team Mooney VR46. “Nelle categorie minori, come la SSP300 o la Moto3, il problema principale è che la moto è troppo semplice da guidare e credo che la MotoGP si stia muovendo in quella direzione, perché in questo momento è veramente facile per chiunque. Qui ognuno vuole essere il migliore, ma per esserlo devi poter fare la differenza in qualche modo. Ora tutti hanno una moto factory e dal 1° al 20° possono vincere una gara”.

Marini: “Nel 2023 non ci sarà un grosso gap tra la moto factory e quella di quest'anno”

Un livellamento delle prestazioni dovuto proprio anche all’elevato numero di moto ufficiali sullo schieramento, che nel caso della Ducati sembra destinato a diminuire nel 2023, quando dovrebbero scendere in pista quattro Desmosedici factory e quattro 2022.

“Io avrò una moto factory - ha commentato il marchigiano -. Sicuramente (la diminuzione) è un aspetto che potrebbe influenzare la prossima stagione, ma non credo che sarà un grosso handicap, perché penso che Ducati l’anno prossimo non farà un passo avanti enorme, visto che il livello attuale della moto è già spettacolare”. 

“A inizio stagione Enea ha fatto cose incredibili con la Desmosedici vecchia ed era più competitivo di noi, con la moto factory. Ora abbiamo ricucito il gap, ma abbiamo faticato per metà stagione - ha continuato Luca -. Credo che non succederà di nuovo il prossimo anno, perché Ducati ha imparato e cercherà di fare una moto più simile. Saremo tutti più vicini. Un altro aspetto positivo per noi sarebbe quello di non provare troppe componenti nei pochi giorni di test che abbiamo. Siamo positivi”. 

“Peso minimo? Non capisco perché non sia ancora stato introdotto”

Rendere le moto più difficili da guidare, tuttavia, non è l’unico cambiamento a cui auspica il fratello di Valentino Rossi, che torna a ribadire la necessità del peso minimo anche in Top Class.

“In MotoGP è più complicato controllare il peso, perché in Moto2 c’è un peso minimo. Qui cerco di essere più rigoroso con la dieta e l’allenamento, perché ci sono differenze anche di 10 kg tra me e un altro pilota Ducati e anche se abbiamo molta potenza cambia tanto il comportamento della moto e in modo in cui si stressa la gomma, perché la devi sfruttare di più, soprattutto dietro, per avere la stessa accelerazione. Questo è un aspetto su cui abbiamo lavorato molto, perché a inizio stagione finivo spesso lo pneumatico posteriore” ha raccontato Marini. 

“Penso che avere un peso minimo anche in MotoGP sarebbe un bene per tutti. Ne trarrebbero dei vantaggi anche i piloti più leggeri, che potrebbero ad esempio aumentare la muscolatura. Non so perché non l’abbiano introdotto prima, perché è una cosa molto democratica - ha proseguito -. Per me non ha senso che un pilota sia penalizzato dalla sua costituzione. Ne ho parlato con Carmelo, ma i costruttori non lo vogliono. Preferiscono che la situazione resti come è adesso. Secondo me non dovrebbero essere loro a decidere, ma IRTA e Dorna”.

Articoli che potrebbero interessarti