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SBK, Gabriele Giannini: il pilota SENZA valigia sogna la Superbike

VIDEO PARLA IL CAMPIONE DEL NATIONAL TROPHY  “Sogno la SBK, facendo il manovale. La domenica corro in moto e il lunedì lavoro in cantiere”    

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Quest’anno è di gran lunga la rivelazione del National Trophy 1000, diventato a tutti gli effetti il trofeo di riferimento a livello nazionale con griglie sempre da “tutto esaurito”. Al suo interno sono presenti numerosi piloti dai nomi altisonanti del calibro di Luca Salvadori, Riccardo Russo, Eddi La Marra, Simone Saltarelli, Christian Gamarino e Lorenzo Lanzi, eppure là davanti c’è un giovane diciannovenne all’esordio sulle 1000cc. Risponde al nome di Gabriele Giannini. Il week-end appena trascorso ha conquistato la prima vittoria in carriera nel NT al Mugello, consolidando così la leadership nella generale. La gara del 9 ottobre prossimo a Imola risulterà pertanto decisiva ai fini dell’assegnazione del titolo.

Da dove proviene però Giannini? Come ha fatto ad arrivare fino a qui?
“Sono originario di Anzio, vicino a Roma. Ho cominciato a gareggiare in minimoto nel 2011, all’età di 7 anni. Successivamente ho disputato i campionati propedeutici ed ho fatto parte del progetto Pata Talenti Azzurri FMI, in linea con il mio debutto al CIV. Nel 2016 ho conquistato il titolo in PreMoto3 e l’anno successivo sono stato selezionato per la Red Bull Rookies Cup. Sebbene avessi meno esperienza dei miei avversari, l’ho trovata un’avventura formativa, ho corso all’estero ed imparato tanto, con un undicesimo posto quale miglior piazzamento. Poi però non avevo il budget per andare avanti in Moto3, sono cresciuto fisicamente e quindi sono arrivati i problemi.

Dopo che cosa è successo?
“Per un paio d’anni mi sono cimentato nel CIV Supersport 300, salendo sul podio a Vallelunga 2018. Ho tentato il salto in Supersport 600, ma giusto qualche gara nel National Trophy in via del tutto eccezionale, per poi tornare in Supersport 300 lo scorso anno”.

Come ti sei avvicinato al Team Pistard?
“Pesando oltre 70 kg, ho capito che la Supersport 300 non faceva più al caso mio. A quel punto i responsabili di Pistard mi hanno proposto di fare un test al Mugello sulla M1000RR a fine 2021, convinti che su una moto di cilindrata superiore avrei potuto esprimere il mio reale potenziale. L’impatto è stato decisamente positivo, mi sono subito divertito a guidare una Superbike. Durante quel test mi ha dato una grossa mano persino Roberto Tamburini, attuale portacolori del Team MotoXRacing nel Mondiale Superbike”.

Stai utilizzando la BMW che ha trionfato nel National Trophy 1000 2021 proprio con Roberto Tamburini. Ti senti maggiormente responsabilizzato?
“Ringrazio di cuore la squadra per avermi dato questa bellissima opportunità. Pago per correre, una cifra veramente simbolica in quanto sono loro ad aver deciso di investire su di me. È gratificante avere una moto al top, ma al contempo una grossa responsabilità. Devo continuare su questa strada. A Imola mi giocherò tutto”.

Molti considerano il National Trophy di secondo piano…
Non è assolutamente una realtà di ‘Serie B’. Basti pensare che al precedente round di Misano ha partecipato in veste di wild card Alessandro Delbianco, uno dei principali protagonisti del CIV Superbike nell’ultimo biennio insieme a Michele Pirro. E in quella gara gli sono arrivato dietro per una manciata di millesimi, questo mi rende orgoglioso perché lui in passato ha corso nel Mondiale Superbike. Se ne parla relativamente? Lo stesso si può dire del CIV, dove in Superbike ci sono appena 12-13 moto. Nel National Trophy, probabilmente, siamo agevolati dalla presenza in griglia di un volto conosciuto a livello nazionale come Luca Salvadori, capace di attirare molti appassionati grazie ai suoi contenuti mediatici.

Quali sono le tue caratteristiche di guida?
“In gara mi sento un pilota completo, veloce un po’ dappertutto, sia in staccata che in uscita di curva. Provenendo dalla Supersport 300, il mio punto di forza è soprattutto la velocità che riesco a generare a centro curva, che paradossalmente può essere un controsenso considerato il tipo di moto che guido”.

Non sei un pilota pagante…
“Sono diplomato, ma in vita mia ho sempre lavorato, pure quando andavo a scuola. Non sono affatto un pilota professionista. Prima facevo il cameriere, adesso aiuto mio padre in cantiere, non ho mai avuto una sistemazione fissa. Quando corro devo stare attento a non cadere. Se mi faccio male, il lunedì non posso andare in cantiere e, se faccio dei danni alla moto, non riesco a pagarli.

Qual è l’obiettivo di un ragazzo giovane, di 19 anni, come te?
“Questo si tratta semplicemente del mio primo anno sulle 1000cc, ciononostante in poche gare ho dimostrato di poter tenere il passo di un ex Mondiale Superbike, che dal 2020 corre stabilmente nel CIV. Ho ancora buoni margini di crescita. In ogni caso del mio futuro se ne occupa il mio attuale team manager Gianluca Galesi. Seppur difficilmente realizzabile, il mio sogno ovviamente è approdare al Mondiale Superbike. Riguardo al CIV se ne potrà parlare, al momento però resto concentrato sul National Trophy. Poi si vedrà”.

* L'intervista è stata realizzata prima della gara conclusiva di Imola nella quale Giannini ha vinto il National Trophy


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