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Sym Joyride 300, l’ibrido tra GT e ruota alta

Unisce i vantaggi degli scooter cruiser con sottosella capiente e posizione di guida turistica, a quelli dei ruota alta con pedana piatta e anteriore da 16"

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Lo conoscevamo come un ruote basse (12” dietro e 13 davanti), offerto nelle cilindrate 125 e 200, ma il Joyride ora in comune con il vecchio modello ha solo il nome o poco altro. Il nuovo Joyride 300 lo abbiamo scoperto alla scorsa edizione di Eicma in due versioni, entrambe con un 14” dietro, mentre all’anteriore si poteva optare per una ruota da 15”, oppure per questo Joyride 16 con il cerchio da un pollice in più. Al momento in Italia arriverà solo quest’ultimo, ma a libretto sono presenti entrambe le misure e, in linea teorica, chi volesse potrebbe adottare la ruota da 15. Nasce così uno scooter “ibrido”, con la velleità non nascosta di unire le comodità dei ruote alte a quelle dei più comodi cruiser. Su tutto, troviamo una pedana piatta, ma la ruota posteriore di diametro inferiore all’anteriore consente anche di aver un vano sottosella molto capiente.

Sulla carta il nuovo Joyride offre davvero molto anche in termini di dotazione. Si parte da sistema Keyless di seconda generazione, poi fari fullled, la pedana piatta unità ad una grande capacità di carico del vano sottosella, in cui sistemare due caschi, ma troviamo anche una strumentazione LCD e perfino un parabrezza regolabile manualmente su due livelli. Il nuovo motore 300 è capace di 19 KW (quasi 26 cv) a 8.000 giri, con coppia massima di 26 Nm a 6.000. Il monocilindrico da 278,3 cm3 spinge i 186 Kg, mentre i cerchi calzano gomme da 110/70-16 all’anteriore e al posteriore da 140/70-14.

L’IBRIDO CHE NON TI ASPETTI

La curiosità era molta, perché il nuovo Sym Joyride 300 appare come una soluzione quasi inedita, che fa della praticità la sua carta vincente, proprio in un settore, quello degli scooter, dove questa caratteristica è una delle più importanti e determinanti in fase di acquisto.

Facendo un passo indietro, Sym è un’azienda ormai nota a tutti o quasi, ha sede a Taiwan, ma i 600 mila veicoli annui vengono prodotti su ben 4 fabbriche. Di questi circa 65 mila sono destinati al mercato europeo, dove l’Italia rappresenta il più importante, con 12 mila immatricolazioni circa. Un dato in forte crescita, come testimonia il passaggio da circa il 4% di quota di mercato alla stima del 2022 che vede un 10,7% (era al 7,3% lo scorso anno). Tra gli scooter proprio i 300 rappresentano la “fetta” più interessante, che vale quasi un quarto del totale. Ecco perché Sym con il nuovo Joyride si gioca la quarta carta, con un modello che condivide il propulsore con i due “GT”, il Cruisym α 300 ed il Joymax Z 300 ed il ruota alta HD 300.

I primi due hanno telai e piattaforme sostanzialmente identici, ma si differenziano in termini di look e dotazione, il Cruisym α 300 è al vertice della gamma con un listino di quasi 6 mila euro (anche se i 5.999 euro sono al momento scontati di ben 700 dalla promozione in corso), mentre il Joymax Z 300 si ferma a quota 4.999 euro (da scontare di 300 euro). Medesimo importo del listino dell’HD 300 (con la promozione in atto che prevede 200 euro di sconto). Serviva un quarto modello, in una gamma 300 già abbastanza completa? La risposta scontata poteva essere negativa, ma non dopo aver visto il nuovo Joyride 300. Perché? Anche qui la risposta è scontata, questo nuovo concetto “ibrido” tra GT e ruota alta potrebbe davvero fare la differenza.

MA ALL’ATTO PRATICO COME SI GUIDA? 

Salendo in sella la sensazione è da cruiser, da scooter GT. Si sta seduti in basso, con le gambe piuttosto alte per via dell’altezza della pedana, in una posizione inizialmente strana, ma mai scomoda, nemmeno dopo un paio d’ore in sella. Il feeling è ancora migliore rispetto ai fratelli a ruote “piccole”, con una manovrabilità nel traffico cittadino davvero da lode. I plus sono due: uno molto evidente fin da subito, con l’ampia pedana piatta che si presta per ospitare di tutto, dalla classica confezione da 6 bottiglie di acqua a borse, zaini etc, mentre la ruota da 16” si fa sentire non appena affrontiamo buche, pavè e sconnessioni, che in città sono praticamente ovunque. Il generoso diametro si traduce in un aiuto consistente al lavoro della forcella, così il Joyride digerisce bene e senza il minimo problema anche le peggiori strade. Ci è piaciuta anche la taratura delle sospensioni, che con il telaio (parente di quello ottimo dell’HD 300), consente di entrare in curva in modo semplice e naturale, ma anche efficace. Stabile sulle curve più veloci, il Joyride ha una frenata buona, anche se non da 10 e lode. Promosso l’attacco “morbido” e la modulabilità, per frenare forte serve una discreta pressione sulle leve.

Il propulsore lo conoscevamo già, è perfetto per lo scopo, tondo nell’erogazione, con prestazioni sufficientemente brillanti ed estremamente fluido, anche in rilascio, dove la taratura della trasmissione a variatore sembra quasi lasciarlo libero in folle, da quanto è scorrevole e con un limitato freno motore. Promette anche di essere parco, con un valore dichiarato di quasi 30 km/l (3.6 l ogni 100 km percorsi). Con 11.5 litri di serbatoio l’autonomia è quindi piuttosto elevata.

La rinuncia al rinforzo nella zona del telaio lasciata libera per consentire di avere la pedana piatta non sembra farsi sentire in termini di guida e sportività. In compenso la praticità qui è da lode. Il vano sottosella è uniforme e lineare, ospita bene anche uno zaino o oggetti più ingombranti di un casco. Quello dell’eventuale passeggero deve essere compatto per permette la chiusura della sella. Quest’ultima non è assistita da un pistone, ma in posizione aperta si ribalta andando ad appoggiarsi quasi al manubrio, senza quindi dover essere tenuta con una mano. Nel retroscudo troviamo un pratico vano con presa USB, ma anche un comodo e pratico alloggiamento per il tappo benzina. Così basta aprire lo sportello e si può rifornire senza nemmeno dover scendere dalla sella. La strumentazione è ben leggibile ed esteticamente piacevole, non è però una delle più complete, limitandosi ai dati essenziale e non dando alcuna notizia riguardo consumi ed autonomia.

Difetti? Tra tutti manca il controllo di trazione, che troviamo ormai di serie anche su scooter di cilindrata più contenuta, anche se l’erogazione del 300 è briosa, ma mai appuntita e anche sul bagnato non abbiamo mai dovuto chiudere il gas per una perdita di aderenza. E poi il parabrezza potrebbe offrire una regolazione più semplice, mentre di fatto obbliga ad una scelta iniziale che molto probabilmente resterà poi quella, visto che occorre metter mano agli attrezzi per smontarlo e riposizionarlo.

Per il resto il Joyride 300 è certamente un ottimo prodotto, con un look curato, un frontale sportivo (un po’ Aprilia RSV4 con i tre elementi che costituiscono il faro) e il vantaggio di essere quasi inedito per la presenza di pedana piatta e ruota anteriore da 16”.

PREZZO E CONCLUSIONI

Disponibile praticamente da subito ed in quattro colorazioni (blu, bianco, grigio antracite e nero), il Sym Joyride 300 ha un prezzo di 4.999 euro, che scende grazie alla promozione in atto (fino a fine 2022) di 300 euro, a quota 4.699. Nel prezzo sono inclusi 4 anni di garanzia, mentre al momento l’elenco degli accessori è ancora in fase di lavorazione. Di fatto è possibile adottare un bauletto di quelli già presenti in gamma, con quelli in tinta che coprono solo alcuni dei colori in cui viene offerto il Joyride 300. L’ultima novità riguarda invece la SYM App, che verrà resa disponibile nei prossimi giorni e che permetterà di avere interessanti aggiornamenti anche su eventuali campagne di aggiornamento (gratuito) da parte della casa, oltre ai classici richiami legati alla sicurezza.

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