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MotoGP, I manager parlano del ritorno di Marquez: Pernat e Vergani non sono d'accordo

VIDEO - Carlo è convinto che sia troppo presto, mentre Alberto la pensa diversamente e ricorda anche il costo enorme dell'ingaggio di Marc, l'unico che potrebbe salvare la stagione della Honda

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Marc Marquez tornerà ad Aragon a correre un Gran Premio e durante il nostro Bar Sport di ieri abbiamo parlato di questo rientro con due manager che di piloti se ne intendono parecchio, ovvero Carlo Pernat ed Alberto Vergani. Dalla discussione è emerso quanto siano diametralmente opposti i pensieri dei due, con il primo che è convinto che la scelta non sia affatto sicura ed il secondo che invece ha giustamente sottolineato quanto sia importante Marc per la Honda e quanto da solo possa cambiare le sorti di una stagione che fino a questo momento non può che essere definita fallimentare per la HRC. 

"Io sono molto perplesso come manager - ha affermato Pernat - poi ognuno fa quello che crede. Io penso che dopo un calvario di quel genere, perché di questo si tratta, dopo aver messo le braccia e il corpo su una moto in due giorni di test, senza avere ancora l’occhio, non avere la sensazione della postura messa a posto…io sarei tornato in Australia. Facendo certo dei grandi allenamenti in moto, ad Albacete, ad Aragon dove voleva. 

Penso che dopo tutto quello che è successo per colpa della fretta, avrebbe dovuto essere messo a regime. La fretta gli ha fatto fare un disastro e non è stata solo colpa sua, ma anche ei medici e dei manager. Ripeto, è un piacere vedere Marc in pista, abbiamo bisogno in questo momento di un personaggio come lui in MotoGP. Ma lo ripeto, se fossi nel suo entourage, io gli avrei detto di aspettare e di rientrare almeno in Australia. Secondo me si prende un rischio che io non avrei preso. E’ anche vero che senza correre le gare, non ritorna quello di prima, ma lo è altrettanto che dopo tutti i disastri che sono successi io avrei aspettato. Di certo non sono un medico, e loro probabilmente se gli hanno dato il placet, vuol dire che è tutto a posto. Ma non può essere davvero tutto a posto, non è possibile perché Marc è un umano come tutti. Per cui sono perplesso e la trovo una decisione che non capisco. 

Mi auguro che non succeda niente, perché per noi avere Marquez vuole dire ridare vita ad un mondiale. Io però avrei aspettato, tanto in questo mondiale non può dire nulla".

Completamente diverso il pensiero di Vergani, che invece vede in Marc il vero uomo della provvidenza per la Honda, l'unico in grado di dare un senso ad un 2022 fino a questo momento quasi catastrofico per la Casa dell'ala dorata. 

"Io sono di parere opposto. Non so quando si è operato, mi sembra a giugno. L’altra volta è salito in moto dopo tre giorni e lì è stata follia - ha sottolineato Vergani - Adesso dopo tre mesi sicuramente i medici hanno potuto approfondire meglio la sua situazione. Intanto ha mostrato un’allegria incredibile perché il braccio finalmente glielo hanno attaccato dritto. Sembra una cosa da film, ma è così. Lui ha vinto delle gare con un braccio storto, ruotato di oltre 30° e se ci pensate questo ha dell'incredibile. Nei test è tornato ad essere il primo piloti Honda, e questo dice tanto. Io fisicamente l’ho visto bene. Sorride, è sereno. Prima si capiva che c’era qualcosa che non andava. Secondo me questa volta hanno verificato bene le sue condizioni, poi si va su una pista che gira a sinistra questo gli fa comodo. Secondo me sarà già lì a lottare. Non dico che vincerà subito, ma di certo lotterà. 

Forse nell’annata disastrosa della Honda, avere Marc serve anche per evitare che lo sponsor dica magari che vuole chiudere la saracinesca. Vi ricordo anche che ha un ingaggio da 25 milioni a stagione".  

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