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SBK, Lecuona: “Potevo sostituire Marquez in MotoGP, ma non avrebbe avuto senso”

L’INTERVISTA -“Ho rinunciato perché la MotoGP sarebbe stato un rischio troppo grande. Se avessi preso spunto da Bautista non sarei riuscito a guidare la Honda in SBK. In KTM con Petrucci non c’era un bel rapporto all’inizio per colpa di tante cazzate, poi la storia è cambiata. Chi ci ha sostituito ha sofferto”

SBK: Lecuona: “Potevo sostituire Marquez in MotoGP, ma non avrebbe avuto senso”

È la sua prima stagione nel Mondiale Superbike con alle spalle una Casa che ha da subito creduto in lui per tracciare il nuovo corso dopo l’addio ad Alvaro Bautista. Per il progetto in Superbike, Honda ha deciso lo scorso anno di puntare sulle qualità di Iker Lecuona. Dopo l’avventura in MotoGP, il pilota spagnolo ha preso al volo la palla delle derivate, sbarcando in un paddock e su una moto che giorno dopo giorno si sta cucendo sempre più su misura.

Alla vigilia del round di Magny-Cours, il rookie della Superbike ci ha dedicato questa lunga intervista. Tanti i temi toccati oltre al Mondiale, tra cui la 8 Ore di Suzuka, dove lo spagnolo ha contribuito al successo HRC assieme a Nagashima e Takahashi.

“La vittoria alla 8 Ore è stata un qualcosa di veramente incredibile – ha esordito – era la mia prima volta in una competizione del genere e sono rimasto sorpreso. Insieme alla Honda abbiamo svolto un fantastico lavoro sul passo, soprattutto nei test che hanno preceduto la gara. Tetsu Nagashima ha fatto uno sviluppo impeccabile e alla fine siamo riusciti a centrare la vittoria, gestendo al meglio ogni frangente della gara”.  

Umanamente cosa ti ha lasciato questa gara?
“Al primo stint della domenica avevo il cuore che mi batteva a mille, senza sapere il perché. Inoltre, al sabato, all’uscita della corsia box, un pilota mi ha preso dentro col ginocchio. Non capivo cosa diamine stesse succedendo (scherza)”.

In molti si chiedono come mai Honda vinca a Suzuka e fatica nel Mondiale SBK?
“I test ci hanno certamente aiutato, dato che Tetsu ha fatto tantissimi giri a Suzuka e la nostra preparazione era incredibile. Noi abbiamo provato molto di più rispetto agli altri e io ho dovuto soltanto salire in sella alla moto, trovare la giusta posizione e spingere”.

E in Superbike?
“Ci serve tempo per migliorare la base della nostra CBR, infatti questo è solo il terzo anno. Al momento siamo nel secondo gruppo e di fronte abbiamo avversari come Ducati, Kawasaki e Yamaha che lavorano da ormai dieci-dodici anni”.

Pensi di andare in Giappone per gettare le basi del 2023?
“No, perché saranno gli ingegneri e venire qua in Europa come accaduto a Misano. C’è una collaborazione massima con loro, in particolare dal lato dello sviluppo, dove lo sforzo è stato notevole. Honda vuole vincere in questo Campionato e noi ci crediamo”.

Questa CBR ha un potenziale incredibile per quanto riguarda il motore, ma forse ci sono altre cose che mancano.
“Esatto! Sono rimasto sorpreso dal potenziale del motore, infatti sono uno dei piloti più veloci in pista. Abbiamo però bisogno di un passo avanti, ma siamo limitati dal punto di vista regolamentare e servono dei cambiamenti sotto questo punto di vista. Le altre Case come Ducati, Yamaha e Kawasaki hanno progettato moto sportive e in seguito le hanno messe in strada. Noi invece abbiamo fatto il contrario, ovvero dalla strada alla pista. Durante questa stagione abbiamo fatto però un notevole passo avanti e nell’ultimo test introdotto delle novità per il 2023. Il nostro potenziale attuale, a mio avviso, ci potrebbe permettere di arrivare a lottare per il quarto posto. Voglio però essere fiducioso per il 2023 con l’intento di avere una moto forte e vincere”.

Lo scorso anno c’era Bautista al tuo posto. Hai cercato di prendere spunto da Alvaro sotto qualche aspetto?
“No, non l’ho mai seguito. La mia priorità era quella di portare a termine al meglio le gare in MotoGP e poi dedicarmi alla Superbike. Alla fine io e Alvaro siamo molto diversi come piloti: io ho una guida aggressiva, inoltre le dimensioni del corpo sono diverse, dato che io sono più alto e grosso. Se avessi preso spunto da Bautista non sarei riuscito a guidare la Honda secondo quello che è il mio stile”.

Quanto è stato grande il salto dalla MotoGP alla SBK in termine di stile di guida?
“Alla fine il mio stile è quello di sempre. Non ci sono stati particolari stravolgimenti. L’ho semplicemente adattato alla Honda, tanto che ad Assen avevo alcuni ricordi della MotoGP nei tratti veloci”.

Nell’ultimo periodo in molti hanno scritto che avresti potuto sostituire Marquez sulla Honda MotoGP. È vero?
Avevo l’opportunità, ma di più non posso dire, perché poi il mio manager mi tira le orecchie (scherza). Battute a parte, confermo che avrei potuto sostituire Marc,  ma non avrebbe avuto senso, dato che la mia priorità è rappresentata dalla Superbike. In questo Mondiale stiamo dando tutti il massimo per raggiungere un grande risultato. La MotoGP poteva certamente essere interessante, però c’è il  rischio che fai una gara, rimedi una caduta e questa potrebbe compromettere il mio lavoro nel paddock SBK. Per me la Superbike rappresenta la priorità, stiamo crescendo notevolmente e mi trovo bene su  questa moto. Non vedo quindi il motivo di cambiare il focus”.

Quanto è stata difficile l’avventura con KTM?
“Con KTM ho sofferto molto e questo è valso anche per tutti gli altri piloti come Petrucci, Oliveira, Binder. Come ho detto diverse volte, ringrazio KTM per l’opportunità, anche se non è finita bene. Non nego che mi sarebbe piaciuto rimanere in MotoGP, ma oggi sono qua in SBK al centro di un progetto. Tra l’altro, i piloti che ci hanno sostituito hanno sofferto molto anche loro in questa stagione”.

Iker, chi vince il Mondiale SBK tra Alvaro, Toprak e Rea?
“Sono tre piloti fortissimi. Toprak all’inizio ha faticato, ma poi è stato bravissimo a ridurre il gap. Alvaro ha una moto competitiva e penso abbia una grande occasione. Deve gestire al meglio la situazione, perché Rea è vicino e sappiamo bene quale sia il suo valore”.

Hai parlato con Marquez recentemente?
“No, non l’ho mai sentito. Ci siamo parlati in passato, ma non ultimamente. Di sicuro è fantastico rivederlo di nuovo in moto”.

E Danilo?
“Con Petrux c’è un bel rapporto, tra l’altro lui mi ha pure scritto dopo la vittoria di Suzuka per complimentarsi. Io lo seguo spesso nella sua avventura in America e gli auguro il meglio per questo finale di stagione. All’inizio però non era così il nostro rapporto per colpa di tante cazzate interne a KTM. Entrambi lottavamo per una sella e non era semplice. Oggi è tutto diverso invece”.   

 

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