MotoGP, Aleix Espargarò: "La Sprint Race non mi piace, già le libere sono una qualifica"

Come i suoi colleghi, anche Aleix Espargarò ha iniziato a prendere le misure alla nuova conformazione del Red Bull Ring. Reduce dalla piccola frattura al tallone destro provocata dalla scivolata di due settimane or sono in quel di Silverstone, lo spagnolo di Aprilia ha chiuso la giornata inaugurale del week-end austriaco in undicesima posizione, tagliato fuori dalla top-10 per appena 19 millesimi in attesa della decisiva FP3 di domani mattina.

"Adesso quel tratto è più in sicurezza rispetto al passato - ha ammesso Aleix, il quale si riferisce alla chicane posta tra le curve 1 e 3 - purtroppo, a differenza di Maverick (Vinales, ndr), ancora non riesco a interpretarla come vorrei, ma ciò non significa che sia sfavorevole alla nostra moto. Oggi non sono stato molto veloce, tranne che nel terzo e quarto settore della pista. Sono distante tre decimi dai migliori, domattina mi auguro di limare qualcosa nel tempo sul giro per entrare nei primi dieci".

La graduatoria odierna comunque parla chiaro: nuovo layout o meno, il Red Bull Ring resta terreno di caccia per la Rossa di Borgo Panigale.

"In Ducati stanno facendo un lavoro eccellente. Il loro progetto è veramente solido - ha affermato - oltre a Pecco, nelle squadre satellite stanno crescendo un sacco di giovani piloti interessanti. Questo significa che la Desmosedici funziona, non è un caso se oggi se ne contano ben sette nelle prime otto posizioni".

Pensiero finale sulle voci sempre più insistenti che vedrebbero la disputa della Sprint Race, simile ad altre realtà internazionali quali World Superbike e Formula 1, a partire dalla prossima stagione.

"Non mi piace per niente, sono sincero. Già in questo momento non è semplice preparare la moto in previsione della gara in quanto di fatto le sessioni di prove libere sono diventate delle mini-qualifiche...".