In una MotoGP con prestazioni sempre più elevate il lavoro del collaudatore/pilota è sempre più duro. Se una volta era possibile figurare bene per i tester in gara, magari su piste amiche, la situazione nel motomondiale, oggi, favorisce i piloti superspecializzati.
Le prestazioni crescono e si livellano verso l’alto, comprimendo lo schieramento in pochi decimi. Ne è un esempio la prestazione di Pirro al Mugello, che negli anni passati, sulla pista di casa Ducati, ci riservava spesso piacevoli sorprese, mentre quest’anno è arrivato 18°.
Oggi abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Stefan Bradl che ci ha parlato di cosa voglia dire gareggiare da tester oggi e di come procede lo sviluppo della Honda per il 2023.
É più difficile fare il test rider o le gare?
“É molto difficile, il livello delle MotoGP ad oggi è incredibilmente alto. La distanza tra i piloti è strettissima. Ok, adesso ho fatto un po’ di gare e ho ritrovato velocità, ma essere un test rider e fare le gare, soprattutto facendo la wild card, è sempre più difficile negli ultimi due anni. Bisogna stare molto attenti e ricalibrare analisi e commenti. Fare bene con la velocità che c’è in MotoGP è una sfida molto alta”.
In questo momento sei più concentrato sulla performance di gara o sullo sviluppo futuro della moto?
“Non sto spendendo le mie energie mentali su questa moto. Abbiamo degli evidenti problemi per essere veloci con questo mezzo. Adesso è il momento di concentrarci sulla moto 2023. Le prossime gare non sono importanti come lo è trovare le soluzioni giuste per l’anno prossimo ed essere competitivi. Quando Marc tornerà verrà coinvolto nel progetto, lui ha la velocità e l’esperienza. Appena tornerà cercheremo di ritornare forti insieme per lo sviluppo della prossima moto”.
Stai parlando di avere Marc alla guida o nel box?
“No, no, quando tornerà alla guida”.
Pensi che sia importante scambiare informazioni con Marc anche senza che guidi?
“Certo, le stiamo già scambiano, lui è coinvolto nel progetto, al giorno d’oggi la comunicazione è facile a tal punto che non potrebbe essere altrimenti. E' ovvio che sarà meglio quando tornerà in sella”.
Chi si sta occupando dello sviluppo, abbiamo visto Kokubu nel paddock.
“L’organizzazione giapponese spesso è difficile da capire. É meglio se chiedete a qualcun altro - risponde Stefan con una risata - Il mio capo al momento è Alberto, anzi è Alberto (Puig N.d.R.) e a livello tecnico faccio riferimento a Takeo Yokoyama”.
Durante i test hai provato qualcosa, telai o altro?
“Sì ho provato un telaio diverso”.
Ti è piaciuto?
“Non penso ci fosse una grande differenza, non l’ho usato questo weekend era simile a quello che usavamo in precedenza”.
Vi aspettate grandi cambiamenti per il futuro?
“Non lo so, il mio lavoro è dare la mia opinione, in Giappone stanno lavorando sodo e al momento non ho idea di che moto porteranno ai test di Misano. Sono curioso di vedere quali saranno i cambiamenti. Inoltre non potrà fare quei test come collaudatore perchè ho corso troppi GP. É una conseguenza del fatto che siamo un po’ indietri con lo sviluppo. É un momento difficile”.
Ci sono punti forti di questo progetto che verranno portati avanti?
“Certo, altrimenti saremmo stati a casa. Non è un momento facile ma stiamo lavorando sodo, non ci arrendiamo. Guardate Aprilia: ha passato dei momenti difficili ma ora è molto forte, anche noi ora stiamo faticando ma siamo la Honda e li supereremo”.