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MotoGP, Joan Mir: ancora senza una sella per il 2023, "correrò se mi vorranno"

Il pilota spagnolo, futuro orfano della Suzuki, è ancora senza una sella ufficiale per la prossima stagione. Poi sulla penalità a Quartararo: "senza senso, ha compiuto un sorpasso come tanti altri, questo sport è fatto di questo ed è ciò che i fan vogliono vedere"

MotoGP: Joan Mir: ancora senza una sella per il 2023,

Il circuito inglese di Silverstone è pronto ad accogliere i piloti di ritorno dalla pausa estiva, ma sebbene il mercato piloti per la stagione 2023 sia sostanzialmente già concluso e le selle pressoché tutte assegnate, rimane ancora una sella in 'sospeso', quella di Joan Mir. Con l'abbandono del campionato della Suzuki il prossimo anno, il pilota spagnolo che vanta un titolo mondiale si è quindi visto costretto a guardarsi intorno, ma il contratto ufficialmente ancora non è arrivato, sebbene da mesi voci di corridoio lo diano in trattative per una sella in casa Honda.

A questo punto del campionato, come sono i rapporti col management Suzuki? Pensi che i rapporti andranno via via a ridursi, nel senso che il supporto dalla casa madre si ridurrà visto l'abbandono del campionato a fine stagione?
"In un certo senso sarà così -  interviene Joan - penso che anche molti del management stesso non abbiano risposte da darci, ma dobbiamo in qualche modo concludere lo stesso la stagione. Per quanto mi riguarda il mio obiettivo in questo momento è cercare di divertirmi a correre facendo il mio lavoro, non voglio pensare troppo alle implicazioni di questa situazione".

Porterete delle nuove componenti qui a Silverstone?
"Non ho ancora avuto modo di andare nel garage, ma ho sentito che dovrebbe esserci qualche novità in termini di elettronica forse".

Il tuo manager ha dichiarato che nel tuo futuro c'è solo una opzione, quella di entrare in Honda il prossimo anno, altrimenti rimarrai a casa. Sei preoccupato?
"Non sono preoccupato, ma sono fiducioso, anche se il contratto non è ancora arrivato. Se qualcuno mi vorrà per il prossimo anno sa dove trovarmi - scherza Joan - altrimenti vorrà dire che rimarrò a casa".

Cambiando argomento, cosa ne pensi della penalità inflitta a Fabio sul circuito di Assen? É arrivata ore dopo la gara e molti pensano che sia stata una misura eccessiva.
"Sono perfettamente d'accordo, non capisco perché abbia ricevuto quella penalità, inizialmente non ho visto l'incidente e quindi non ci ho fatto troppo caso, ma poi riguardandolo non potevo crederci. Fabio ha semplicemente cercato di compiere un sorpasso, nel farlo ha perso l'anteriore ed è caduto. Questo sport è fatto anche di questo, qual è la differenza con ciò che Miller ha fatto con me a Portimao? Sono cose che succedono spesso con le moto, quindi non condivido questa decisione".

Sapere che la direzione gara possa prendere decisioni severe come questa influenza in qualche modo voi piloti?
"Credo che ci influenzi negativamente, è chiaro, perché dopo una penalità del genere un pilota cercherà di evitare dei sorpassi simili, ma la realtà è che questo va contro lo spettacolo. Ciò che piace ai fan sono proprio le lotte tra piloti, i sorpassi".

Pensi che d'ora in poi situazioni come quella di Fabio saranno il nuovo metro di giudizio?
"La logica sembrerebbe indicarlo, ma la cosa sinceramente mi preoccupa. Quando si compie un sorpasso è normale che si possano commettere degli errori, nel caso di Fabio non si trattava nemmeno di un sorpasso durante il primo giro, in quel caso si è tutti più vicini ed una penalità avrebbe avuto senso per questioni di sicurezza. A metà gara una misura del genere la trovo eccessiva".

Forse sarebbe necessario che i piloti si mettessero d'accordo con la direzione gara su cosa è lecito e cosa non lo è, in modo da evitare decisioni ambigue in futuro.
"Non sarebbe una cosa facile, non è il mio lavoro ma forse potrebbe essere un'idea in futuro".

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