L'avventura a portata di traffico: Royal Enfield Scram 411 è la versione nuda e più versatile della best-seller Hymalan che aggiunge un nuovo tassello alla gamma delle campagnole del marchio indiano.
Pregi e difetti
La Scram 411 parte dal telaio monotrave a doppia culla della Himalayan e conserva la struttura della vintage adventure: il serbatoio in primis, che però al posto delle piastre di protezione trova due appendici anteriori, ma anche il reparto sospensioni, con la forcella da 41 mm che rinuncia a qualcosa in escursione fermandosi a 190 mm, e l'impianto frenante con i dischi da 300 e 240 mm. Cambia però il cerchio anteriore, da 19" calzato da gomma 90/90 che fa coppia con la ruota da 17" e 120/90 al posteriore. Una scelta che dona carattere alla Scram, molto più orientata alla versatilità della Himalayan. Il look però è senza compromessi: le forme squadrate e il cupolino che protegge il faro la farebbero confondere con una dual di fine anni '70 in un raduno di vecchi ferri, ma mostra quote decisamente più accessibili. Rispetto alla sorella col 21" la sella si abbassa di poco, ed è a 795 mm da terra, larga, comoda e su due livelli. La triangolazione è ben studiata, con le pedane centrali e il serbatoio che lasciano spazio anche ai più lunghi e una cosa che ho apprezzato tanto è il manubrio: largo e alto il giusto. Ne deriva una posizione con busto eretto e ginocchia rilassate. A differenza della Himalayan però lo stile pregiudica la protezione aerodinamica, non pervenuta sulla Scram.
L'ultima tra le novità di Royal Enfield arriva con il motore più datato del brand, e questo la dice lunga su quanto la Casa indiana abbia lavorato per aggiornarsi negli ultimi anni. Il monocilindrico raffreddato ad aria da 411 cc con distribuzione monoalbero a camme e rapporto alesaggio-corsa di 78x86 mm è il classico corsa lunga che non fa certo drizzare i capelli per i numeri della sua scheda tecnica: i cavalli sono 24 a 6.500 giri mentre il picco di coppia raggiunge i 32 Nm a quota 4.250. La tecnologia invece è racchiusa nei pochi pollici del sistema Tripper, che grazie alla connettività con app dedicata permette la navigazione a icone. Peccato solo che non si possano scegliere percorsi alternativi a quello consigliato dal sistema. Le informazioni principali invece sono contenute nel tachimetro con display LCD centrale che permette di consultare marcia inserita e odometri parziali e totale.
Nonostante i suoi 185 kg a secco, che per una piccola non sono affatto pochi, la Scram si fa apprezzare per dimensioni e abitabilità da moto vera e per una maneggevolezza che non ti aspetti. L'anteriore da 19" la rende infatti meno legnosa e decisamente più svelta nei cambi di direzione, tanto da risultare divertente nello zig-zag urbano anche per merito di un'ottima distribuzione dei pesi che ne maschera la stazza. Il largo manubrio offre tanta leva e le sospensioni mangiano pavé e buche in maniera magistrale. Ottimo anche il comfort offerto dalla sella. L'unico neo arriva dalle vibrazioni, che si sentono al salire dei giri ma non danno mai realmente fastidio.Non è la moto per chi ha fretta o per chi vuole uscire dallo stress cittadino con il coltello tra i denti, ma portarla a spasso può essere divertente se si sfrutta il brio che il monocilindrico tira fuori ai medi. Al contrario pretendere di avere tiro agli alti o sprint fulminante in partenza significa chiederle oggettivamente troppo, ma tenendo la manetta aperta anche sul passo e affidandosi alla ciclistica più che solida per una "piccola" si possono tenere buoni ritmi.
Peccato che il freno anteriore non abbia grande mordente, e anzi, ricordi un più stagionato tamburo e che alzando i ritmi di conseguenza la forcella non affondi quando serve, risultando forse meno precisa di quanto ci si aspetterebbe in ingresso curva. Di contro però in due si viaggia comodi, grazie alla sella ambia e ben imbottita, e soprattutto non si patisce troppo il caro benzina visto che la Scram sfiora i 30 km/l tenendolo lontano dal limitatore. Se si decide di buttare le gomme in fuoristrada si scopre una moto facile, equilibrata, con una geometria sella-manubrio azzeccata e che non spaventa neanche i motociclisti di primo pelo. Bisogna ricordarsi bene però che il cerchio da 19, il peso e la calzata Ceat la rendono una scrambler senza grosse pretese, fatta per alzare polvere nei percorsi più facili.
Quanto costa
Il listino della Scram 411 parte dai 5.000 euro delle versioni Graphite, in Blu, Rosso o Giallo fino ai 5.200 della White Flame o della Silver Spirit.