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MotoGP, VIDEO - Domenicali al WDW: "Prima ci criticano, poi ci copiano"

"Magari potrebbero inventare anche loro qualcosa. Noi usiamo la MotoGP per sviluppare le nostre moto di serie, infatti qui a Misano Pecco ha girato in 1'35'8 con una Panigale V4S. La MotoE? Vogliamo fare la moto elettrica più figa che ci sia

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Claudio Domenicali aveva una certa tensione addosso prima del World Ducati Week a Misano, perché dopo 4 anni di stop per il Covid ed un clima generale non esattamente esaltante, non c'era la certezza di poter vivere una grande festa come fatto nelle edizioni precedenti. Ma la realtà ha superato le speranze e il WDW 2022 si è rivelato un successo enorme, con l'affluenza di oltre 80.000 appassionati del marchio di Borgo Panigale a Misano nella tre giorni rossa. 

Abbiamo intervistato il CEO di Ducati domenica, poco prima che scendesse in pista in sella ad una Panigale V4S. Perché non c'è scritto da nessuna parte che l'Amministratore Delegato di un'azienda non possa divertirsi tra i cordoli e Claudio salta in sella e si diverte in pista esattamente come farebbe qualsiasi altro appassionato ogni volta che può. 

"E’ molto bello qui, direi che per noi è facile - ha commentato Domenicali -  Sono tre giorni di festa, con tutti i piloti di MotoGP e SBK, la manifestazione è stata bellissima. Sono tre giorni stancanti, infatti mi domando come andiamo a lavorare domani, magari dovremmo fare un paio di giorni di ferie! Però direi che è fantastico". 

L'impressione girando per il paddock è che il mondo Ducati diventi sempre più vasto. 
"Sono rimasto impressionato dal mix di moto che c’è, magari dipende dal fatto che erano 4 anni che non lo facevamo. Ci sono moto di ogni tipo, sia vecchie che nuove. Tendenzialmente ai raduni precedenti vedevo più moto con qualche anno in più sulle spalle, qui invece ho visto tantissime moto nuove. Credo che il tipo di prodotto che abbiamo fatto negli ultimi anni ci ha portato ad essere attraenti per clienti che prima usavano altre moto e vedevano Ducati come un marchio difficile, forse troppo sportivo. Questo mi ha fatto davvero piacere, stiamo facendo moto facili come la Multistrada V4 ed anche la Panigale". 

I piloti sono i protagonisti e non sembra ci siano protagonismi. Sono come una grande famiglia. 
"Ovviamente noi li mettiamo tutti sullo stesso piano e la gente lo sente. Pensa alla Race of Champions, tutti da Pecco a Bassani ai piloti dell’Endurance, tutti con la stessa moto. Lì le balle sono a zero ed hanno fatto una gara vera. Ovviamente Pecco, Boz e Marini, che sono stati i migliori, qui hanno un fattore campo perché loro Misano la consumano. Pirro ha fatto terzo in qualifica. Questo la gente lo sente, chiaro che quando Pecco è andato di fronte alla tribuna è stato osannato. Lui è un po’ il nostro riferimento, quello che ha vinto più gare nell’ultimo anno in MotoGP. Anche Alvaro è stato acclamato, come tutti direi. Noi ci proviamo a metterci l’impegno, ieri nella rustida tutti i dirigenti dell’azienda hanno servito le piadine. E' una cosa un po' strana se ci pensi, ed è tutta Ducati". 

I rivali ultimamente sono stati molto critici, quasi a voler limitare l'innovazione in MotoGP. Lo senti questo sentimento da parte loro?
"Chiaro che c’è. D’altronde siamo un po’ noiosi. Chiaro che quando hai un Costruttore che ha come focus principale l’innovazione della moto e pensa che questa sia la ragione principale per cui fare le gare e lo fa davvero e poi porta questa innovazione sul prodotto di serie. Porti le ali e gli altri non ce le hanno e riescono a farle proibire. Poi però riesci a trovare il modo di usarle e ci riesci e gli altri ti copiano. Stessa storia per abbassatore e poi con il cucchiaio. Criticano e poi lo fanno anche gli altri. Questa cosa dal punto di vista dell’immagine non è il massimo per i rivali, perché si trovano sempre nel ruolo di inseguitori e siccome tutti fanno le corse per l’immagine del brand questa cosa non è il massimo. Potrebbero inventare anche loro qualcosa". 

Voi avete sempre sfruttato le gare per fare sviluppo e poi portare tutto sulle moto che vendete. 
"Le corse, la Formula 1 e la MotoGP, sono una palestra tecnologica in cui ogni Costruttore dimostra la sua capacità tecnica. Nelle moto secondo me questo è ancora più importante della Formula 1 perché le nostre moto di serie sono straordinariamente più vicine a quelle che corrono. Tutti dicono che fanno le moto di serie vicine a quelle che corrono, ma poi oltre che dirlo lo facciamo. Prendiamo i nostri piloti, prendiamo le moto, cambiamo scarico e gomme e questi girano in 1’35’8 a Misano, che è a poco più di due secondi dal record della SBK. Con una moto che puoi davvero comprare in concessionaria. Una Panigale V4s, neanche la R". 

Forse con un altro modello sarebbero potuti andare più forte?
"Stiamo parlando della nostra moto bella, ma non è né la R né la SP, con i cerchi in carbonio. Non abbiamo preso la nostra supersportiva più bella, altrimenti sarebbe stato ancora meglio. Tutto questo dimostra quanto correre serva davvero. Ieri quando ero in pista ho guardato come avevano dettato i controlli elettronici, avevano l’antiwheelie a zero perché secondo loro questa moto non impenna. Come non impenna? Ma loro si spostano in avanti, il livello per loro è completamente diverso. Altri controlli li devono usare e lo fanno bene, hanno il cruscotto nuovo come la GP22 che ha le 4 icone, tuti settabili mentre guidi e quando funzionano fanno il flash. Parlavo con Enea e mi diceva dove entrano in funzione, come alla curva 3 a Misano. Gli chiedevo se si trovava bene e lui mi ha detto di si, che era perfetto. Qui abbiamo il nostro ingegnere responsabile dello sviluppo delle moto superbike in pista, avevamo Alessandro Valia il nostro tester ed hanno parlato con tutti i piloti prima della gara".

E' stato anche un test molto impegnativo per la vostra moto. 
"E’ stato un test impressionante per le moto, faceva caldissimo. L’impianto di raffreddamento di serie è stato messo sotto sforzo dal modo in cui loro usano la moto. Un conto è che la usi un amatore come me, la moto poteva fare anche 100 giri con me in sella ieri. Ma la quantità di gas che da’ Pecco è un’altra cosa! Lui porta davvero la moto al limite e hanno retto tutte senza problemi". 

Cosa ci racconti della MotoE?
"Io l’ho provata al Mugello, la moto è bella e va forte. Ma ha una serie di limiti, fa ancora 8 giri. Abbiamo dovuto fare dei compromessi, per controllare il peso che adesso è 225 kg, un peso con cui in pista si gira già bene. Ma abbiamo dovuto fare dei compromessi sui giri del motore, è un motore che va forte. Non è una MotoGP e questo deriva dai limiti che ci sono adesso sull’intensità dell’energia delle batterie. Quello che ci interessa adesso è capire bene con la tecnologia disponibile oggi quale è la moto elettrica più figa che si può fare. Le batterie hanno un range limitato di temperatura e stiamo studiando molto il raffreddamento". 

State facendo dei passi in avanti velocemente?
"Abbiamo già capito che rispetto al primo sistema siamo già ad uno step successivo e stiamo progettando la terza generazione. La cosa bella di queste moto elettriche è che è come se fossimo davanti al motore a combustione all’inizio del secolo. C’è strada da fare ma l’innovazione è molto rapida e facciamo grandi passi rapidamente. Però dobbiamo anche essere onesti e dire che siamo ancora lontani. Però la chimica delle batterie si sta muovendo rapidamente, stiamo già pensando a cose divertenti che non vi posso anticipare per fare un po’ di show con queste moto. Un’idea per fare una moto elettrica veramente cazzuta". 

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