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MotoGP, Marini: “Non sono un pilota a crescita lenta, dipende da dove mi trovo”

“Quando mi sono trovato nella giusta posizione ho sempre espresso il mio reale potenziale. Il problema di questa prima parte di stagione è stato il non avere tempo. Honda è la moto che è peggiorata più di tutte, ha perso i suoi punti forti”.

MotoGP: Marini: “Non sono un pilota a crescita lenta, dipende da dove mi trovo”

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È uno dei piloti più costanti in sella alla Ducati da Le Mans ad oggi. Di chi stiamo parlando? Semplice, di Luca Marini, il quale sta dimostrando prestazioni interessanti in sella alla GP22 del team Mooney. Alla vigilia del round di Assen il pesarese ha voluto cogliere l’occasione per tracciare un bilancio di quello che è stato il percorso di apprendistato con l’ultima evoluzione della Casa di Borgo Panigale.

“Non penso di essere un pilota di crescita lenta, dato che dipende da che team parti – ha esordito – In  Moto2 sono partito ad esempio da Forward e non da una squadra come Marc VDS. Alla fine però va bene così, non ho rimpianti. Ogni pilota ha un percorso diverso rispetto agli altri. Quando però mi sono trovato in una buona posizione sono poi riuscito a mostrare il mio vero potenziale”.

Marini spiega quanto fatto dall’inverno alla primavera.  
“Abbiamo lavorato sull’assetto e la mia posizione in sella, mettendo tutto assieme per trovare la migliore soluzione. Fin dall’inizio sapevamo quali fossero i problemi, ma non avevamo il tempo necessario a disposizione per risolverli. Soffrivo ad esempio l’impennamento, di conseguenza ho provato un nuovo focellone. Il problema è che poi migliori l’impennamento, ma fatichi sotto altri aspetti, come magari in termini di grip. Di conseguenza devi ripartire da capo, considerando che poi hai anche le gomme da valutare nell’arco del weekend di gara e soli 45 minuti a disposizione. A Jerez abbiamo provato molte cose, mettendo assieme le varie componenti, e trovando quella fiducia e quelle sensazioni che volevo. In seguito ci siamo spostati a lavorare sui dettagli nei test di Barcellona e i miglioramenti si sono visti”.

C’è un aspetto che Luca sottolinea.
“L’elettronica MotoGP è impressionante rispetto alla Moto2 e anche il mio elettronico ha dovuto imparare e confrontarsi con questa nuova realtà. Quello è un salto non da poco, ma in questi casi diventa fondamentale mantenere calma e serenità”.

Tra i temi discussi ci sono poi le giornate di test a disposizione dei piloti, le quali si ridurranno.
“I test non sono abbastanza e in futuro avremo meno giornate. Sarà quindi complicato per i rookie e per i costruttori che faticano. Sarà invece positivo per i piloti che avranno esperienza e di conseguenza una base collaudata per affrontare tutti i GP. Sarà una MotoGP molto più di corsa”.

E che dire poi dell’approccio…
“L’approccio è ormai più o meno lo stesso per tutti. I piloti vogliono guardare al loro stile, valutare l’elettronica e poi guidare, senza perdere tempo magari a fare troppe prove. Per certi versi è meglio finire secondo, piuttosto che provare cose durante l’arco del weekend con il rischio di arrivare settimo”.

Intanto nel weekend si corre al TT.
“Penso che la Ducati sarà competitiva anche qua in Olanda, come lo è stato anche negli altri tracciati. Non dimentichiamoci che nel 2021 Pecco è stato veloce con la GP21”.

Come detto Marini ha compiuto passi avanti importanti, adesso c’è il podio ad attenderlo.
“C’è un mix di cose che ha inciso nel mancato raggiungimento del podio. Se fossi partito più avanti in Germania, senza commettere errori, magari sarei potuto rimanere vicino a Zarco. Personalmente sono felice, perché ho migliorato nella gestione della gomma e il gap dal vincitore si è ridotto. Con la moto mi trovo bene in ogni  situazione e spero lo sia anche qua ad Assen. Confermarsi tra i primi cinque è l’obiettivo”.

L’ultima considerazione è un bilancio sulle moto avversarie.
“La Honda è la moto che ha peggiorato di più. Mi sembrano in difficoltà sull’elettronica, uno dei loro punti forti, soffrendo particolarmente l’uscita di curva. Lo scorso anno faticavano in entrata, ora pure in uscita e te ne accorgi quando sei dietro di loro. Non mi pare abbiano un gran bilanciamento, infatti mi sembrano efficaci in nessuna parte. Honda però ha una potenza incredibile, sanno risolvere velocemente queste cose e con il ritorno di Marc saranno davanti. È migliorata poi l’Aprilia, ma anche la Ducati, specialmente durante il Campionato. Cito anche la Yamaha, una grandissima moto e basta vedere cosa sta facendo Quartararo”.   

A prendere poi la parola è poi Marco Bezzecchi, alla prima con la Ducati MotoGP sul tracciato di Assen.

“È una delle piste che più mi affascina, così come Phillip Island e il Red Bull Ring – ha esordito - Mi incuriosivano anche Sepang e Jerez, dover però abbiamo già provato disputando i test invernali”.

Il Motomondiale arriva all’ultima fermata prima della pausa

“In questa prima parte di stagione ho imparato molto con la Ducati, capendo meglio l’elettronica e l’utilizzo della gomma posteriore, ma c’è ancora tanto da fare. Uno dei punti è senza dubbio l’entrata in curva, dove puoi fare la differenza ed è al tempo stesso la cosa più complicata. Ci ho lavorato molto, ma come ho detto questo è uno degli aspetti più complicati”.

Non manca poi un voto personale.

“All’inizio avrei detto 6,5, perché sono partito molto lento con la moto nel primo test, prendendomi il tempo necessario per imparare. Poi quando ho iniziato a spingere sono arrivato dove volevo, commettendo però alcuni piccoli errori. Come voto direi 7, ma va bene 6,5”.

La conclusione è per le condizioni meteo che troveranno i piloti nel weekend.

“Mi piace la pioggia,  ma Assen è troppo bella per andare piano sotto la pioggia”.

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