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MotoGP, Bagnaia: "Agostini una leggenda, ha cambiato le regole del motociclismo"

"Nakagami mi ha chiesto scusa e gli ho detto di non preoccuparsi, spero gli Steward cambino. L'anno scorso al Sachsenring io e Miller abbiamo aiutato Ducati a cambiare mentalità"

MotoGP: Bagnaia:

Pecco Bagnaia è uno dei piloti che rappresenta il presente e il futuro del motociclismo italiano, insieme a Bastianini, Morbidelli, Marini, Di Giannantonio, Bezzecchi. Giovani e desiderosi di imporsi in MotoGP, per tenere alto il tricolore che ha avuto tanti portabandiera illustri in passato. Conoscere la storia è sempre importante e il piemontese di Ducati sembra avere fatto i compiti a casa, così non è preso in contropiede quando gli si ricorda il compleanno di Giacomo Agostini, che oggi compie 80 anni.

“Innanzitutto gli faccio tanti auguri - dice - Si cresce conoscendo le sue imprese, certo erano anni diversi da oggi ma penso che lui sia stato il primo a cambiare le regole di questo sport. È una leggenda e lo rimarrà sempre”.

Difficilmente qualcuno riuscirà mai a raggiungere i suoi traguardi, ma l’obiettivo di Pecco è quello di riuscire a riportare almeno il titolo MotoGP in Italia. Un’impresa non semplice, considerato che vede Quartararo già distante 66 punti.

L’anno scorso ho avuto l’ambizione di recuperarne 70 in 5 gare, ora ne ho 11 - sorride - L’ambizione è la stessa, ma so anche Fabio è al momento il più forte, guida in modo perfetto, quindi non sarà semplice”.

Ti è passata l’arrabbiatura di Barcellona?
Ho cercato di non pensarci, quello è il passato e devo dimenticarmene per concentrarmi sulle prossime gare”.

Nakagami è venuto a scusarsi.
Tutti possono sbagliare, chiaro che sul momento ti innervosisci. Gli ho detto di non preoccuparsi, più che altro spero che quello che è successo porti agli Steward ad avere un occhio di riguardo in più quando accadono certi incidenti”.

Nakagami ha detto di essere stato risucchiato dalla tua scia.
Succede ad altra velocità, quando sei ai 350 all’ora, non in partenza quando siamo tutti appaiati. Non credo sia stato quello il motivo dell’incidente, è stato un errore di valutazione e ha sbagliato il punto di frenata. Può succedere a tutti, anche io ho commesso un errore simile in Qatar, coinvolgendo Martin”.

Cosa succede quando ti ritrovi nella scia di un altro pilota?
A me è capitato l’anno scorso, sempre in Qatar, quando ero entrato nel tunnel d’aria della moto di Zarco ed ero andato dritto. Senti la moto accelerare invece di frenare, ma non un effetto solo causato dall’aerodinamica, succedeva anche quando non c’erano le ali”.

Non sarà un problema al Sachsenring, non è una pista in cui si raggiungono alte velocità.
“L’anno scorso era stato un fine settimana difficile, ma poi ero stato competitivo in gara, quindi questa volta potrebbe andare bene. Nel 2021, proprio su questa pista, io e Miller avevamo iniziato un lavoro diverso che aveva aiutato Ducati a cambiare mentalità. Infatti a nostra moto aveva iniziato a curvare meglio, nonostante fosse uguale alla 2020. Non penso ci siano più circuiti dove fatichiamo, anche se dirlo oggi è difficile”.

Hai parlato di Miller, il prossimo anno non sarà più al tuo fianco. Chi vorresti che lo sostituisse?
Innanzitutto voglio fare i miei migliori auguri a Jack, so che sarà forte come lo è ora. Chi arriverà nel box Ducati dovrà capire come lavoriamo, insieme, non dovrà portare nervosismo”.

Torniamo al Sachsenring, perché ti piace così poco?
È un circuito strano, non è uno dei miei preferiti ma credo non lo sia per molti. È sicuramente una pista storica, tecnica e difficile e quindi anche affascinante. Ha tante curve a sinistra, quindi le gomme si scaldano tanto su quel lato, inoltre è un tracciato piccolo e le nostre moto sono sempre più grandi e potenti. La cosa però che non piace a nessuno è che la gara è di 30 giri, sono tanti”.

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