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MotoGP, Meregalli: "Accontenteremo Quartararo, nei test di Misano la M1 2023"

INTERVISTA - "Ora in Yamaha c'è grande apertura mentale, l'arrivo di Marmorini lo conferma. Fabio si diverte e dà sempre il massimo, questo il suo segreto. Morbidelli sta arrivando, l'addio da Forcada non c'entra"

MotoGP: Meregalli: "Accontenteremo Quartararo, nei test di Misano la M1 2023"

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Dopo 9 gare, Yamaha è in testa al campionato piloti con Quartararo e 147 punti, è seconda in quello costruttori, ancora con 147 punti, quelli di Fabio. Questo numero spiega alla perfezione quanto stia facendo la differenza il francese in questo 2022. Il campione del mondo in carica non si è seduto sugli allori, ma ha continuato a crescere e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Per primi, quelli di Massimo ‘Maio’ Meregalli, il team manager della squadra ufficiale di Iwata.

Fabio continua a migliorare, quest’anno è più veloce dello scorso anno ma non mi stupisce perché è un anno e mezzo che lavoro con lui, lo conosco, ed è veramente determinato - dice Meregalli - L’inizio dell’anno è stato complicato, ci aspettavamo tutti di più dal pacchetto tecnico e forse ha impiegato un attimo a digerirlo, poi ha iniziato ad andare veramente forte. Dal quinto giro delle FP1 è già al 100%, lavora con la squadra sui dettagli e preparano la gara veramente bene. Da una parte perché la moto è sempre uguale, lo diciamo dal 2011 - ride - non è mai stata snaturata e ha un fiducia mostruosa sull’anteriore, cambia poco il setup”.

"Quartararo è ancora in una fase di maturazione"

Vale in tutte le piste?
"Venerdì, a Barcellona, abbiamo fatto un po’ di fatica, anche a causa del poco grip. Abbiamo dovuto lavorare un po’ più del solito, ma dalle FP3 ha preparato la gara in maniera perfetta. A ogni sessione Fabio fa un passo in avanti e l’ultimo lo fa la domenica. Penso che nessuno poteva immaginarsi il suo passo, non c’era Pecco ma c’era Aleix che è migliorato tantissimo. Nelle prove avevamo visto che Espargarò aveva un decadimento delle gomme maggiore del nostro, ma non sai mai quanto stiano spingendo i tuoi avversari. Fabio, dopo la gara, ci ha detto che nonostante stesse gestendo gli pneumatici guadagnava un paio di decimi al giro. Diciamo che è ancora in fase di maturazione (ride)”.

Qual è il suo segreto?
Il plus di Fabio è riuscire a divertirsi e trasmette nel team questa sua serenità. Inoltre, allo stesso tempo, è veramente determinato sul lavoro. Nei test di Barcellona prima delle 10 era già nel box, gli abbiamo fatto fare delle prove di comparazione fra due forcelloni, un lavoro molto noioso, ma lui ha dato come sempre il massimo. Questo gli fa fare la differenza, riesce a sfruttare a più del 100% i punti forza della nostra moto. Eravamo andati al Mugello e a Barcellona pensando di minimizzare i danni, invece è arrivato 2° in Italia e ha vinto in Spagna.

"Yamaha ha cambiato mentalità, vedrete una M1 diversa e più veloce"

Quartararo chiede più potenza e vi siete rafforzati con Luca Marmorini. Vedremo una M1 diversa il prossimo anno?
Sicuramente sarà più veloce (ride). Ne sono convinto perché Takahiro Sumi è diventato il responsabile dello sviluppo e ha sempre avuto una grande apertura mentale. Sa quali sono le aree che vanno meglio e peggio e ha il potere di indirizzare lo sviluppo, quindi sono certo che le cose cambieranno. L’accordo con Marmorini fa parte di questa apertura, non c’era mai stata prima una consulenza esterna. In più, anche in Giappone sono arrivate nuove persone”.

Quando vedremo il prototipo della nuova moto?
Penso che nei test di Misano a settembre inizieremo a provare la prima versione della moto 2023”.

In questo momento Quartararo è l’unico a vincere sulla Yamaha e già si fanno i paragoni con Stoner ai tempi della Ducati e con Marquez sulla Honda. É veramente così?
“In questo momento sì, ma ci sono delle ragioni. Binder ha fatto un salto non indifferente dalla Moto3 alla MotoGP, anche Miller aveva avuto bisogno del suo tempo, e comunque nelle ultime gare sta migliorando. Dovizioso ha guidato per tanti anni una moto completamente dalla nostra, mi sarei aspettato che arrivasse al suo livello ma lo vedo in difficoltà. Se il passaggio fosse stato inverso, si sarebbe sicuramente adattato prima, ma sulla Yamaha devi avere una alta velocità di percorrenza in curva mentre lui era abituato invece a frenare forte, far girare la moto e poi spalancare il gas. La M1 va guidata… con le palle, devi avere il pelo (ride)”.

"Un 2021 complicato pesa per le prestazioni di Morbidelli, ma l'addio con Forcada non c'entra"

Poi c’è Morbidelli, le sue difficoltà sono un mistero.
Anche noi, compreso Franco, ci aspettavamo di più, non lo nascondiamo. All’inizio delle scorso anno aveva guidato una moto diversa dalla nostra, poi è stato 4, 5 mesi senza correre, ha voluto accelerare il rientro ma è mai stato in condizioni di guidare bene, perché la gamba non funzionava come doveva ed è tornato al 100% delle sue condizioni fisiche quest’anno. Anche se i risultati in questo momento non possono rispecchiare quello che vediamo dall’interno, al Mugello e a Barcellona, test compresi, ha iniziato a trovare quelle sensazioni che stava cercando. Nelle prime gare dell’anno faceva un giro veloce ma poi lo perdeva subito, mentre ora riesce ad avere un passo costante. Ci sta arrivando, ma è un processo più lungo di quello che ci aspettavamo.

Come avete cercato di aiutarlo?
"Abbiamo fatto tanti cambiamenti, abbiamo provato a replicare le sensazioni che aveva sulla vecchia moto su quella di quest’anno, ma le due M1 hanno caratteristiche leggermente diverse e non è possibile. Posso comunque dire che sta arrivando”.

Il fatto di non avere più Ramon Forcada come capotecnico può avere influito?
No, ne ho parlato direttamente con Franco e mi ha assicurato che si trova bene con le persone con cui lavora. A Primmer può mancare un po’ di esperienza come capotecnico, ma conosce la M1 da tantissimi anni, quando io sono arrivato in Yamaha lui c’era già. Ha sempre lavorato con Lorenzo e poi con Vinales, con il Covid era rimasto bloccato in Australia e la sua assenza nella squadra di Maverick si era sentita. Sotto l’aspetto tecnico non ci sono problemi, Franco mi ha assicurato che qualora ci fossero problemi in quel senso sarebbe il primo a dirmelo”.

"Vogliamo tornare ad avere un team satellite in futuro, ma ora tutte le squadre sono sotto contratto"

Parliamo ora del futuro: quanto peserà non avere un team satellite il prossimo anno?
In questo momento, purtroppo, non possiamo avvalerci dei dati del team satellite, perché c’è una grossa differenza fra loro e noi. Comunque, averlo è comunque meglio di non averlo, in un fine settimana di gara si possono comunque recuperare più informazioni. Non ce lo aspettavamo, come ha detto Jarvis, ma nel 2023 saremo da soli”.

L’obiettivo è cercare di averne un altro il prima possibile?
In futuro sicuramente, anche perché non è stata una nostra scelta. Il problema è che ora tutte le squadre hanno dei contratti da rispettare, quindi ne riparleremo probabilmente nella seconda metà del prossimo anno.

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