Con i tempi che corrono non si può fare altro che accontentarsi. Lo sa bene Marc Marquez che archivia il round di Le Mans con un sesto posto dal retrogusto amaro. In questo momento 'Magic' deve fare i conti con la moto, così come con le sue condizioni di salute, che condizionano non poco lo stile di guida. Quest'anno il suo miglior risultato è stato il 4° posto di Jerez, oltre a tre sesti posti, ad Austin, Portimao e qui a Le Mans.
Il 93 è comunque onesto e sincero nella sua analisi che lo ha portato al traguardo 15" dopo Bastianini.
“Nel warm up mi sono alzato e non mi sentivo bene, mi faceva male anche il braccio, raffreddore, ma non sarebbe cambiato molto, non cerco scuse, è Race Day, mi sono detto. La gara è stata come Jerez e Portimao. Una gara solida, nulla di pazzo: come ho detto la nostra posizione è fra 5 e 7. E' nostro target. Già sapevo che avrei faticato qua a Le Mans – ha aggiunto - ho finito 6° ma senza le cadute delle Suzuki sarei finito nono, lontano dai primi
Marc ammette con trasparenza i limiti.
“Il mio passo non era buono e non sono riuscito a fare quel click sperato. L’unica soluzione sarebbe stata la pioggia, ma alla fine è rimasto asciutto. Questa era la nostra gara,:rischiare i primi giri, ma poi restare lì. Sicuramente arriverà il nostro momento. Non ero capace di andare più veloce, quando Zarco mi ha passato non riuscivo a seguirlo, sono andato largo, Semplicemente non abbiamo velocità".
Le difficoltà sono evidente e la speranza è rivolta a un cambiamento nei test di Barcellona.
“Dobbiamo capire tante cose riguardo la moto e il mio stile di guida, dato che ora non guido come piace a me. Dobbiamo fare un passo in avanti, ma devo farlo anche io perché non sto guidando bene, il problema è che nel box abbiamo finito le idee e non abbiamo altro materiale. Rimango la più veloce delle Honda, ma questo non è il mio obiettivo".
Cosa è cambiato negli ultimi tempi?
"Con l’attuale situazione per superare devi essere molto aggressivo, con l’aerodinamica ed il resto...lo ho anche detto nella safety Commission. Il pubblico vuole vedere i sorpassi, Quartararo per esempio era veloce ma non riusciva a superare, come è successo con Aleix a Jerez dietro a me e Miller, era veloce ma non riusciva a superare".
Dov'è esattamente che c'è da lavorare?
"Nelle curve stop and go non eravamo male, ma dobbiamo trovare il sistema di chiudere le curve più rapidamente ed essere capaci di alzare la moto più velocemente".
Meglio Le Mans o Jerez?
"A Jerez mi sono divertito perché ho combattuto ed ho preso anche più rischi, qui no. Lì ho presi rischi con Miller, me la sentivo, Oggi non mi sentivo bene e la possibilità non c’era, forse avrei potuto finire davanti a Zarco, ma prendendo troppi rischi e quello di cadere era alto".