La Ducati non era mai riuscita a partire in pole position a Jerez, a rompere la maledizione oggi è stato Pecco Bagnaia che, con 8 partenze dal palo sulla Rossa ha eguagliato Loris Capirossi e solo Casey Stoner gli è davanti. Il sabato è stato completato dal secondo posto di Jack Miller, una doppietta frutto di gioco di squadra, con il piemontese a tirare l’australiano nel giro veloce decisivo.
“Non c’era niente di pianificato - racconta Bagnaia - A me piace uscire con la seconda gomma presto, appena rientrato dal primo tentativo. Gli altri non se lo aspettano, ma Jack sì - sorride - L’ho visto e sono stato contento che ci fosse”.
Grazie anche ad Aleix Espargarò, Quartararo è in seconda fila.
“Fabio è sicuramente il più veloce sul passo, l’uomo da battere, ma non sarebbe cambiato molto anche con lui in prima fila. Dopo le qualifiche mi sento più vicino a lui, le FP4 mi sono servite a capire cosa mi mancava. Al mattino ero contento, ma nel turno del pomeriggio non riuscivo a fermare la moto così, in qualifica, insieme al mio capotecnico e al tecnico delle sospensioni abbiamo fatto una scommessa, una piccola modifica che mi ha permesso di avere di nuovo delle belle sensazioni. Sono contento della pole, nelle FP4 non ero sicuro di farcela e mi sento pronto per la gara”.
Quartararo è accerchiato dalle Ducati, riuscirete a bloccarlo?
“Non sarà per nulla facile e poi il meteo è incerto. Spero non piova anche se sembra che sarà così, quello complica tutto, anche usare l’abbassatore posteriore non sarà scontato. Se fosse asciutto il mio piano è cercare di spingere dall’inizio e poi gestire il vantaggio, ma con il bagnato non puoi, devi prima capire le condizioni della pista. Non abbiamo fatto un solo giro sull'acqua in questo fine settimana”.
Tanti piloti dicono che su questa pista è difficile superare.
“È così, mi è capitato di stare dietro a Luca Marini e non riuscivo a essere veloce quanto volevo, perdevo terreno. Senza contare che in frenata non si può fare una grande differenza perché c’è poco grip. È difficile, ma non impossibile”.
Tu hai fatto della frenata un tuo punto di forza, usando uno stile quasi da dirt track.
“È dal 2017 che ho iniziato a guidare così, mettendo di traverso la moto per evitare il bloccaggio della ruota anteriore in staccata, una manovra che pagava già in Moto2. Però il Ranch non mi ha aiutato in questo, semmai a controllare il gas il accelerazione”.
È arrivata la notizia che al Mugello verrà ritirato il numero 46 dalla MotoGP, cosa ne pensi?
“Che se continueranno così non rimarranno più numeri da usare (ride). Scherzi a parte, nel caso di Valentino è giusto, ma non penso che qualcuno avrebbe usato il 46, troppa responsabilità”.
In Safety Commission, ieri, avete parlato di un maggiore controllo sui contratti dei piloti, specialmente quelli delle classi minori. Qual è la tua posizione?
“Non sono intervenuto nella discussione, ma sono stato io a chiedere una maggiore tutela per i piloti di Moto2 e Moto2. Abbiamo visto che alcuni sono stati lasciati a casa dopo poche gare o addirittura prima dell’inizio del campionato ed è qualcosa di brutto. So che è difficile per la Dorna trovare una soluzione, ma dovrebbero provarci”.
Sei anche favorevole a un’apertura e una chiusura del mercato, come nel calcio?
“Non sono io quello a cui fare questa domanda, l’unica cosa che so è che sono molto contento di avere già firmato per altri due anni con Ducati (ride)”.