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MotoGP, Dovizioso: “Razali non conosce bene il paddock e ha poca esperienza con le moto”

“Le sue parole non sono un problema e non mi fanno effetto. Cosa farò nel 2023? Per il momento non vedo nulla di interessante, ma non chiudo le porte”

MotoGP: Dovizioso: “Razali non conosce bene il paddock e ha poca esperienza con le moto”

C’è il botta e risposta con Razali, la questione Yamaha e i punti interrogativi riguardanti il 2023. Di carne al fuoco ne ha abbastanza Andrea Dovizioso in occasione del weekend di Le Mans. Il primo punto su cui focalizzare le attenzioni sono rivolte alle recenti dichiarazioni rilasciate ieri da Razan Razali a una nostra intervista esclusiva (leggi QUI) realizzata alla vigilia del round transalpino.

Il manager malese ha infatti detto che Dovizioso, come anche Rossi nella scorsa stagione,  fa l’ingegnere, dimenticando di essere pilota.

“Al momento non è un problema e non mi fa effetto – ha detto Dovi - non conosco troppo bene Razali. Penso sia una buona persona, anche se lui non conosce bene il paddock, di conseguenza non sa bene come comportarsi in certe situazioni. Con lui ho un ottimo rapporto. So che in passato ha fatto dichiarazioni strane. Penso sia dovuto al fatto che non ha troppa esperienza nel mondo delle moto. La mia mente è concentrata sulla tecnica per cercare di essere più competitivi, mentre lui è più improntato sul manageriale. Stiamo parlando di niente”.

Negli anni abbiamo visto tanti personaggi nel paddock rilasciare frasi ad effetto sui piloti.
“Non le leggo e sto meglio. Quando certi personaggi commentano senza sapere i dettagli significa che hanno grossi limiti. In poche parole non me ne frega niente. Potremo entrare in tantissimi dettagli, ma evito di parlarne”.

L’attenzione si sposta poi sul discorso legato alle scie, una dinamica ben nota soprattutto in Moto3.
“Loro sono troppo lontani e particolarmente bravi a fare disastri. Sicuramente dovremo fare meglio e un errore ci può stare. In MotoGP il discorso è però diverso rispetto alla Moto3, dove ci sono piloti che si preoccupano non troppo di trovarsi in mezzo alla pista e questa diventa una questione di rispetto e maturità. Aspettare un pilota ci può stare, l’importante è non creare problemi ad altri piloti. Bisogna quindi guardare dietro e mettersi da parte all’interno per fare passare un altro pilota e non all’esterno. Su questo aspetto c’è margine di miglioramento, infatti ne abbiamo parlato in Safety Commission”.

Una soluzione al momento non si è ancora trovata.
Ci è stato proposto di inserire penalità più gravi come in Moto3, ma alla fine non è la cosa più giusta, dato che poi subentrano altre dinamiche che sarebbero da gestire in pista. Al tempo stesso, se certe cose dovessero continuare a verificarsi, bisognerebbe intervenire per penalizzare.

Intanto si parla di 2023 e a Dovizioso viene domandato se pensa a un ruolo al di fuori del pilota.
“Avendo 20 anni di esperienza non rispondo come vorrei (scherza). In questo momento non vedo qualcosa che mi interessi particolarmente, anche se la vita mi ha insegnato a non chiudere le porte. Rimango quindi concentrato per essere competitivo”.  

Qualcosa però si muove all’orizzonte.
“Dopo 20 anni di corse ci sono cose che mi piacciono e altre no. C’è quindi una certa titubanza, considerando però che alcune stanno andando in porto. Sono però cose che non interessano troppo a voi (sorride)”.

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