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MotoGP, Marquez: "è palese: guido in modo diverso ma almeno non provo dolore"

"Con i medici sto lavorando soprattutto per non soffrire e ci stiamo riuscendo, poi devo cercare di essere al top con questo mio nuovo stile di guida. La filosofia di queste moto è cambiata, senza deportanza più difficile voltare e superare"

MotoGP: Marquez: "è palese: guido in modo diverso ma almeno non provo dolore"

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Marc Marquez sta continuando ad inseguire il suo sogno, ovvero tornare ad essere il dominatore di una categoria di cui è stato padrone quasi indiscusso dal 2013 al 2019, con la sola parentesi del 2015 ad interrompere un ruolino di marcia impressionante. Ogni tanto sono arrivati segnali incoraggianti, le sue condizioni sono apparse migliori nelle ultime gare rispetto alle prime della stagione ed in molti sono convinti che in realtà il principale limite dello spagnolo oggi sia una Honda che si è allontanata da quelle che sono sempre state le esigenze di Marc in sella. 

Per renderla una moto più amichevole per tutti i piloti, Honda ha cambiato profondamente il bilanciamento della sua RC213V, con il risultato di mettere parzialmente fuori gioco l'unico pilota che sapeva sfruttare al limite questa moto. Complici le condizioni fisiche perfettibili, è facile comprendere quanto sia dura per Marquez oggi. Ma il termine 'mollare' non fa parte del suo vocabolario ed alla prima occasione, Marc saprà nuovamente zittire tutti i suoi detrattori, anche se oggi ha ammesso quanto sia difficile.

"E’ un lavoro di ricerca del compromesso - ha detto Marc riferendosi alla sua condizione fisica -  La prima cosa è cercare di controllare meglio il dolore e ci stiamo riuscendo. Nei weekend di gara soffro di meno con la spalla. E’ vero che il secondo obiettivo sarebbe quello di recuperare al meglio sia la spalla che il mio braccio, ma adesso è più un mix tra il cercare di adattarmi a questa condizione e i passi in avanti che faccio. Mi alleno per guidare al meglio la moto, e penso che sia palese che adesso io non riesca a guidare la moto come facevo prima. Sto guidando in modo leggermente diverso e stiamo lavorando per arrivare con questo nuovo stile al top. L’anno scorso ci siamo riusciti in alcune gare, ma adesso non abbiamo ancora trovato il modo per essere costanti su tutte le piste". 

A Jerez hai ottenuto il miglior risultato della stagione. 
"Naturalmente a Jerez abbiamo fatto un piccolo passo in avanti in termini di prestazioni, ma non abbastanza per stare vicino ai migliori. Lunedì ho fatto una buona mezza giornata di test, abbiamo provato alcune cose cose che hanno funzionato abbastanza bene, mentre altre non lo hanno fatto come ci aspettavamo. Vediamo se qui queste novità potranno aiutare per avvicinarsi al top, non credo siano sufficienti per lottare per la vittoria, ma l’obiettivo è migliorare un po’ per volta". 

Pensi di poter avere problemi con la spalla su questa pista?
"Impossibile prevedere cosa possa accadere qui. Questa stagione iniziamo ogni fine settimana cercando di capire al venerdì come lavora la moto, poi al sabato cerchiamo di migliorare la velocità, poi domenica serve tutto. E’ stata la mia strategia a Portimao e Jerez e sarà la stessa qui a Le Mans". 

Speri che possa piovere domenica?
"Nella mia situazione attuale non mi preoccupo molto del fatto che piova o sia asciutto. Chiaro che se piove ci sono possibilità sia di vincere che di cadere. Questo non è un qualcosa a cui non penso, mi concentro solo sul trovarmi al meglio in ogni condizione. A volte sul bagnato entri in pista e vai forte e non capisci quasi il perché, poi ti capita di avere problemi come Pecco in Indonesia. Non sai cosa aspettarti, ma io darò il 100% in ogni condizione come ho sempre fatto". 

Che idea ti sei fatto sul discorso pressioni, pensi serva una regola più severa?
"Io sono d’accordo con Pecco, pressioni più basse con l’anteriore non significa andare più forte, anzi, spesso vuol dire andare peggio. Ma è vero che quando segui qualcuno da vicino, con la nuova aerodinamica e per come sta cambiando la filosofia di queste moto, è più difficile superare ed è più difficile seguire qualcuno da vicino. E’ una situazione più critica per la pressione dell’anteriore, perché quando sei da solo sfrutti l’aerodinamica della moto per voltare bene, mentre quando segui qualcuno non hai la downforce derivante dall’aerodinamica, quindi spingi di più sulla gomma e la temperatura si alza. Questa cosa diventa sempre più critica con il passare degli anni". 

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