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MotoGP, Bagnaia: "la Ducati 800 di Stoner era inguidabile, lui ci faceva miracoli"

"Era un periodo in cui i controlli di trazione non erano sviluppati quanto quelli moderni e Casey usava il freno posteriore. Miller attualmente è quello che impressiona di più per come lo usa"

MotoGP: Bagnaia: "la Ducati 800 di Stoner era inguidabile, lui ci faceva miracoli"

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La tecnologia in MotoGP sta raggiungendo livelli impensabili solo qualche anno fa, con gli impianti frenanti che a loro volta sono progrediti al punto da assottigliare sempre di più gli spazi di arresto. Brembo non ha mai fermato lo sviluppo dei suoi impianti, sia in MotoGP che in Formula 1, ed oggi ci ha offerto la possibilità di parlare con Pecco Bagnaia di questo argomento, offrendo tanti spunti interessanti. 

Una bella chiacchierata in cui abbiamo parlato con Pecco di quanto sia importante la frenata oggi in MotoGP ed anche delle diverse tecniche adottate dai piloti attualmente in griglia. Spazio anche a qualche curiosità su Casey Stoner, ex pupillo di quel Christian Gabarrini (già rivelata da Cecchinello nella nostra GPOnecar) che oggi segue Bagnaia nel box ed è un'autentica miniera d'oro con la sua esperienza. 

Per prima cosa, partiamo da Le Mans. Quanto è impegnativa per i freni?
"Le Mans è meno impegnativa dal punto di vista dei freni rispetto a Jerez, ma bisogna stare molto attenti alle temperature. Di solito usiamo i dischi ‘fascia bassa’ che sono quelli che funzionano meglio in queste condizioni. Ci sono due staccate durissime e fa spesso freddo, quindi tenere i freni caldi non è facile. L’anno scorso ricordo di non avere problemi neanche con la pioggia". 

Cosa hai provato nel tuo primo test con la MotoGP del 2016 a Valencia, la frenata ti stupì?
"Quando nel 2016 provai la MotoGP è stato uno shock per la frenata. Ma non ho mai avuto quell’effetto di bloccaggio che hanno avuto altri piloti. Mi sono trovato subito bene, non me la ricordo come un’esperienza sconvolgente. Certo, ci vuole tempo per abituarsi, ma posso dire che adesso fatico di più quando guido moto che non hanno freni in carbonio". 

A Valencia ti capitò qualche anno dopo anche di bloccare l'anteriore e fare una brutta caduta....
"Quell’episodio è capitato, io potevo farci poco. Non succederà mai più, diciamo che è stato un problemino piccolo che ha avuto una grande conseguenza. Magari lo sanno spiegare meglio i ragazzi di Brembo!". 

A Jerez alcuni piloti si sono lamentati della difficoltà di sorpasso nella moderna MotoGP. Forse si potrebbe valutare l'adozione dei dischi in acciaio come in SBK? Tu cosa ne pensi?
"Io da inizio anno ho fatto tante rimonte, come a Portimao, ad Austin, in Argentina. Credo che i sorpassi si facciano. Sia con questi freni in carbonio che senza, come anche per l’aerodinamica. Non sono queste cose che limitano nei sorpassi. Quando giri più forte del tuo rivale, lo superi per forza di cose. Anche se sei al limite, puoi superare, non credo si tratti di limiti tecnici. A Jerez penso che Aleix fosse in lotta con Marquez e Miller che staccano fortissimo, mentre lui privilegia l’uscita di curva. Penso che la pista sia anche particolare, quindi secondo me è stato un mix tra questi fattori". 

Tra i più famosi utilizzatori del freno posteriore c'è Stoner. Ne hai mai parlato con Gabarrini, che lo seguiva?
"Io ho parlato molto con Gabarrini di queste cose, perché è affascinante parlare con lui degli stili di guida dei vari piloti che ha avuto. Lui mi ha sempre spiegato che Casey era bravissimo a capire quanto grip avesse sul posteriore e quanta potenza potesse utilizzare. Di certo  era un periodo in cui i controlli di trazione non erano sviluppati quanto quelli moderni, soprattutto con una moto come la Ducati 800, che a detta di tutti era inguidabile,  era difficilissimo.

La potenza era on-off, dei doveva trovare una quadra e Stoner ha sempre sfruttato al meglio il potenziale che c’era. Si adattava usando molto il freno posteriore, ma già nei due anni in Honda ha iniziato ad usarlo meno perché la tecnologia si è evoluta tanto in quegli anni. Vedere Casey guidare in quel periodo era veramente affascinante, faceva grandi cose con una moto che era inguidabile. Ci si è adattato ed ha fatto tanto la differenza. Adesso tra i piloti chi sfrutta molto bene il posteriore è Miller. In uscita di curva lo usiamo molto sia io che lui, perché entrambi cerchiamo di usare pochissimo trattino control e il freno ci serve per limitare l’impennata". 

Pensi che questo sia un aspetto in cui puoi imparare qualcosa da Miller?
"Jack è bravissimo nel gestire il freno posteriore in ingresso curva, è davvero un riferimento per me. Fa girare la moto nell’ultima fase di ingresso dando un pistone fortissimo, mentre io metto la moto di traverso ad inizio staccata. Sono due approcci diversi, ma lui ha secondo me un grandissimo controllo da questo punto di vista". 

Quali novità avete provato in questa stagione per quanto riguarda gli impianti frenanti?
"Quest’anno abbiamo provato i dischi da 355 che in alcune piste possono aiutare molto, sono più esplosivi anche se un po’ meno modulabili. Mi sono piaciuti molto".

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