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MotoGP, Dovizioso: “Ero sulle uova: anche Rossi era nella stessa situazione"

“E' pesante continuare a sbattere contro un muro. La moto ha caratteristiche estreme e se non le sfrutti come fa Fabio finisci dietro 30 secondi”

MotoGP: Dovizioso: “Ero sulle uova: anche Rossi era nella stessa situazione

È stata un’altra domenica amara, di quelle da dimenticare. Andrea Dovizioso deve infatti leccarsi le ferite dopo aver lottato con la sua moto per l'intero Gran Premio di Jerez, dove a chiuso 17° con oltre 30 secondi di distacco dalla vetta.

Alla vigilia del round andaluso le sue aspettative erano ben altre, ma poi à stato necessario fare nuovamente i conti con la realtà dei fatti.

“Oggi tanti piloti hanno fatto fatica con l’anteriore – ha esordito - tutti i piani che avevo di guidare in un certo modo sono spariti nel corso del primo giro, quando non riuscivo a frenare e la Yamaha chiudeva l'avantreno in centro curva. Non so se questa cosa si amplifica quando sei dietro, anche se bisogno sottolineare che Fabio, Pecco e Aleix sono stati pazzeschi. In seguito il passo non era male, ma mi mancava la fiducia per guidare bene, infatti non riuscivo a essere costante per il dispendio delle energie dovute alla guida poco fluida. Ero sempre sulle uova, dovevo sbilanciarmi sul posteriore, tanto da non poter essere aggressivo come volevo. Alla fine la situazione è stata più o meno la stessa delle prove”.

In tutto ciò Fabio Quartararo brilla sul podio di Jerez.
“In questo momento, quando un pilota fa una cosa, è reale. Fabio sta facendo un Campionato intelligente e sta sfruttando al meglio le situazioni. Bravo lui e la sua squadra. Il punto non è però il reale potenziale della moto. Lui riesce a fare certe cose, perché guida in un determinato modo e di conseguenza sfrutta al massimo i lati positivi senza dare troppa importanza a quelli negativi. A mio avviso la carenza di grip riduce quelle che potrebbero essere le altre possibilità di guidare la M1. Pertanto, se non guidi in quel modo, prendi 25-30 secondi. Penso che la Yamaha abbia caratteristiche troppo estreme, che ti portano a guidare in un certo modo. Secondo me non c’è tanta differenza a livello di velocità tra me e Fabio, dipende solo dalla caratteristica della M1”.

In tutto ciò il francese continua a rimanere il riferimento.
“Lui è forte perché fin dal primo momento che è salito sulla M1 l’ha guidata nel modo giusto, considerando tra l’altro che la Yamaha non è cambiata. Volendo posso tirare in ballo Valentino, che è finito indietro proprio per questo motivo qua. Penso infatti ci siano motivazioni tecniche riguardo al fatto che la Yamaha è andata in questa direzione e non posso permettermi di dire  siano sbagliate, visti i risultati conseguiti. Al momento solo pochissimi piloti possono però essere veloci con queste caratteristiche”.

Intanto lunedì ci saranno i test.
“Domani non cambierà più di tanto, perché alcune cose da provare le valuterà il team interno e non penso siano cose più di tanto importanti per me”.

La chiosa è sull’aspetto morale.
“Io mi sto concentrando solo sul cercare di modificare il mio modo di guidare, evitando di puntare dito contro qualcosa. Il fatto è che continuo a sbattere contro un muro. Non ho un approccio negativo. Sto zitto, dico la mia, evitando di creare un rapporto teso con la Yamaha, anche perché non cambierebbe nulla in questo momento. Sbattere contro questo muro è pesante”.

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