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MotoGP, VIDEO - A Jerez serve un braccio d'acciaio per frenare

Sommando tutte le forze esercitate da un pilota sulla leva Brembo del freno anteriore dalla partenza alla bandiera a scacchi il valore sfiora gli 11 quintali, il terzo dato più alto della stagione dopo Misano Adriatico e Valencia

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Una settimana dopo il Portogallo, la MotoGP resta nella penisola iberica per il GP Spagna. Secondo i tecnici Brembo che lavorano a stretto contatto con il 100 per cento dei piloti del Mondiale MotoGP, il Circuito de Jerez Angel Nieto rientra nella categoria dei circuiti altamente impegnativi per i freni. In una scala da 1 a 6 si è meritato un indice di difficoltà di 4, il più alto del primo terzo della stagione. I piloti della MotoGP vi hanno disputato i test a metà novembre, trovando una temperatura dell’asfalto compresa tra 16°C e 20°C, decisamente inferiore a quella che sperimenteranno in questi giorni. I cambi di pendenza richiedono una moto maneggevole e ben bilanciata, oltre che stabile in frenata.

Il Circuito de Jerez Angel Nieto rappresenta anche la tappa iniziale della Fim MotoE World Cup che vede al via 18 Ego Corsa di Energica Motor Company. Tutte queste moto si servono dell’impianto frenante Brembo, a partire dai dischi in acciaio T-Drive da 336 mm di diametro e 7,1 mm di spessore. 

Made in Brembo è anche la pinza anteriore monoblocco ricavata dal pieno a 4 pistoni con diametro differenziato in titanio, così come le pastiglie Z04 e la pompa radiale ricavata dal pieno con diametro 19 mm e interasse 18 mm. Tutte questi componenti apparentano la MotoE al Mondiale Superbike più che alla MotoGP.

Chi va in pista con la propria supersportiva sa che ancor prima di ricercare più potenza e coppia serve potenziare l’impianto frenante. Il motivo è presto detto: anche gli impianti di serie più performanti hanno significativi margini di miglioramento grazie ai prodotti della linea Upgrade Racing di Brembo. 

Quando si gira in pista il maggior peso è un ostacolo perché aumenta i tempi sul giro. Per questa ragione sono sempre più gli appassionati che preferiscono i dischi con fascia frenante bassa, fra cui per l’appunto il PISTABASSA, un disco con fascia di altezza ridotta che in quanto tale è più leggero di uno con fascia tradizionale. 

L’eccezione della curva 3 - Al Circuito de Jerez Angel Nieto i piloti della MotoGP utilizzano i freni in tutte le curve, con l’eccezione della curva 3. D’altra parte le frenate alle curve 4, 7, 10 e 12 sono tutte al di sotto dei 2 secondi. Complessivamente l’impianto frenante è in funzione per 35 secondi al giro, un record per una pista di lunghezza inferiore ai 4 chilometri e mezzo. 

Sommando tutte le forze esercitate da un pilota sulla leva Brembo del freno anteriore dalla partenza alla bandiera a scacchi il valore sfiora gli 11 quintali, il terzo dato più alto della stagione dopo Misano Adriatico e Valencia. Per ogni giro il carico è di 43,5 kg ma solo in 3 curve del tracciato andaluso supera i 5 kg.

Oltre 230 km/h persi in 5,4 secondi - Delle 12 frenate del Circuito de Jerez Angel Nieto 2 sono classificate come impegnative per i freni, 5 sono di media difficoltà, mentre le restanti 5 hanno un’incidenza leggera sugli impianti frenanti. 

La staccata più complessa è quella alla sesta curva: aiutati da un rettilineo di 0,6 km piloti sfiorano i 300 km/h prima di attaccarsi ai freni per 5,4 secondi durante i quali sono soggetti a 1,5 g di decelerazione. Entrano in curva a 68 km/h dopo aver percorso 238 metri esercitando un carico massimo di 5,9 kg sulla leva del freno.

 

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