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MotoGP, Quartararo: "Non sono d'accordo con Dovizioso. Ci serve potenza, non grip"

"Io conosco molto bene questa moto e sono convinto che il problema sia solo la pura potenza. Puoi chiedermelo venti volte, darò sempre la stessa risposta"

MotoGP: Quartararo:

Fabio Quartararo ha chiuso con una mesta 20a posizione il venerdì di Portimao, condizionato dalla pioggia. Non è di certo il risultato che si aspettava il francese, che da campione del mondo in carica sta trovando enormi difficoltà nel tentare di difendere il titolo in questo 2022. Ieri Andrea Dovizioso si era espresso in maniera molto chiara riguardo quelli che secondo lui sono gli attuali problemi della M1, ma Fabio ha un pensiero completamente differente, come ha affermato più volte nell'incontro con i giornalisti a fine giornata. 

"Non sono d’accordo con Dovizioso su quello che serve ora alla Yamaha - ha detto Quartararo -  perché se lo chiedi a qualsiasi pilota, ti risponderanno tutti che quello che vogliono è avere più grip. Perché con quello è chiaro che vai più forte. Ma io conosco bene questa Yamaha, ho tanta esperienza sulla M1 e secondo me il problema non è il grip, ma la potenza. Chiaramente è quello il problema, puoi chiedermelo venti volte e sarà sempre questa la mia risposta. Ad Austin perdevo un secondo sui due rettilinei. Senza questo gap avrei lottato per la vittoria. Secondo me in Yamaha devono essere più aggressivi, ma non per quanto riguarda il grip, quanto piuttosto per il motore e la potenza". 

Però Dovi viene da moto diverse e magari può avere un'idea più chiara facendo un paragone. 
"Si, lui ha guidato anche la Ducati per molto tempo. Ma io penso di aver imparato molto l’anno scorso sulla M1 e per me il problema non è il grip al posteriore. Secondo me noi perdiamo molto grip quando piove, di certo. Ma sull’asciutto non è male e se guardi il nostro stile di guida, noi guidiamo più in stile Moto3, senza voler esagerare. Facciamo più strada, questa è la grande differenza tra noi e tutti gli altri". 

Non sembri avere dubbi in merito. 
"Per me è il problema maggiore. Su alcune piste il problema è evidentissimo, dove serve accelerare dalle marce basse ad esempio. Lì sei dipendente dalla potenza e basta quella per andare forte. Non è solo un problema di velocità di punta. A Misano ad esempio, io volevo più potenza disponibile già in seconda marcia, ma mi hanno risposto che non ne abbiamo, siamo già al limite. Pura potenza, tutto qui". 

Una cosa che ti condiziona molto anche in gara. 
"Ci manca l’opportunità di superare in gara, quando un pilota ti supera oggi in pista se ne va e non lo riprendi. Per farlo devo essere sempre un secondo più veloce sul giro dei rivali. Spesso mi trovo dietro piloti più lenti sul giro, ma non posso superarli. Secondo me dipende anche dallo stile di guida, i rivali fanno le curve strette, alzano la moto prima ed accelerano prima e sembra che abbiano più grip. Noi invece facciamo più percorrenza e spesso quando gli altri aprono il gas noi siamo ancora con la moto piegata, per questo inizia a derapare prima". 

Però il motore è sigillato, come si risolve?
"Il mio problema è lo stesso problema che ha Yamaha da anni, ma per me devono risolverlo". 

Oggi ti aspettavi di essere così lontano sul bagnato?
"La Yamaha è difficile sul bagnato. La finestra in cui lavoriamo è stretta ( Fabio parla delle gomme, ndr), anche se oggi abbiamo trovato qualcosa oggi in FP2 con Franco e Dovizioso. Io non ho fatto nessun giro buono onestamente. Io sento molto il posteriore della moto, sono molto sensibile ed appena scivola più del dovuto, mi serve adattarmi per poter spingere. La posizione è pessima, ma le sensazioni non così brutte alla fine. Abbiamo del lavoro da fare, ma sappiamo come farlo". 

Hai visto i dati di Dovizioso?
"
Ho visto i dati di Dovi e perdo sette decimi in tre curve. Devo essere più dolce in quei punti, adesso mi sento al limite con quello che ho. Il problema sono i primi tre settori". 

Sembra davvero difficile per te questo periodo. 
"In Qatar avevamo un grande passo, ma le qualifiche sono state difficili. Per me è stato anche peggio in Argentina ed Austin, perché lì era impossibile superare per me. Il modo in cui la Yamaha lavora va bene quando sei solo, ma in gruppo è un problema". 

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