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SBK, Sacchetti: “Correre la 24 Ore di Le Mans è peggio che fare l’Ironman”

“I piloti devono fare 300 giri a testa e quando si fermano hanno il fuoco negli occhi. Il loro ostacolo più grande? L’odore del barbecue”

SBK: Sacchetti: “Correre la 24 Ore di Le Mans è peggio che fare l’Ironman”

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Denis Sacchetti è tornato a casa da Le Mans. Come ben sappiamo, lo scorso weekend è stato impegnato a seguire il suo pilota Philipp Oettl, in occasione della 24 Ore, prova d'apertura del Mondiale Endurance. Appena rientrato in Riviera dalla propria compagna e da suo figlio, ci ha mandato questo lungo messaggio in merito a come ha vissuto lo scorso fine settimana. 

Un'analisi da addetto ai lavori e al tempo stesso da appassionato, quella che ci ha voluto dedicare, ricordano che oltre a essere team manager di, Denis Sacchetti è anche un triatleta. Queste è il suo omaggio: 

“Sabato, dalle 14 alle 15, un ora di griglia di partenza. Pensare che a me nel mondiale i classici 15/20 minuti prima non passano mai! Ho trascorso il tempo a salutare e parlare con amici e piloti, alla fine le persone sono sempre le stesse, ci si conosce tutti, ho corso con molti di loro e questo è bello. La tensione è meno forte che in una gara classica, ma l ansia è l eccitazione non scherza...anche grazie al pubblico, alla tribuna strapiena di gente, cori fumogeni come allo stadio...figo, sembrava la thailandia il primo anno che abbiamo corso là.

Partita la gara però, appena si sono iniziate a mischiare le posizioni, e sono iniziati i doppiaggi, le tribune si sono svuotate completamente, vuote! La gente era scomparsa...la trovavi in giro a bere, ballare, o a fare le varie attività correlate all’evento. Non seguivano più la gara scrupolosamente, perché la gara era diventata la scusa per fare festa.

Le moto in pista sono tantissime: alla prima safety car, con 52 equipaggi che procedevano così lentamente, sembrava quasi di trovarsi di fronte ad un motoraduno a Cesenatico.

Scherzo ovviamente, ma la differenza di livello tra i primi e gli ultimi è notevole. I primi sono equipaggi ufficiali, super organizzati con moto costruite per questa gara e piloti super veloci... Gli ultimi sono quasi amatori! La differenza di competitività è esagerata, e i primi passano tutta la gara a fare sorpassi su sorpassi. Dopo 6 ore e 30 circa abbiamo tamponato un altro pilota che ha chiuso il gas  all’improvviso, ma il team è stato fantastico perchè in 28 minuti è riuscito a fare rientrare la moto in gara, rimettendo tutto nuovo.

Il commento più bello del pilota appena sceso dopo il secondo stint è stato: "Sono arrivato alla prima curva e vedevo un gran fumo, ho pensato, chi ha rotto? Cosa è successo? Poi ho sentito l’odore della salamella e della grigliata, e ho capito che stavano facendo un mega barbecue. Quello è stato il momento più difficile della gara, continuare a spingere, stanchi e con il profumo della salsiccia dentro il casco"

Noi al box fortunatamente avevamo la cucina della nostra hospitality che ad ogni ora, per tutta la notte e giorno, ci portava delle stuzzicherie, dalle crepes agli hamburger...infondo anche lo staff ha bisogno della benzina per lavorare!

I piloti mangiavano principalmente riso con il pollo, banana e sali minerali, inoltre il team aveva un fisioterapista privato. Dentro al camion, ad ogni stint, trattava muscolarmente i piloti e monitorava battiti saturazione e tutti i parametri principali.

Quando girava Philipp Oettl andavo sempre a vederlo lungo la pista... Durante la notte, l’effetto delle luci è da rimanere senza fiato: ho provato a filmarlo e fotografarlo ma non rende proprio per niente... vivere la notte della 24h di le mans è un esperienza che non puoi né raccontare né descrivere, è solo da vivere e godersela il più intensamente possibile perchè mentre lo fai ti rendi conto che quelle sensazioni che avverti sono uniche al mondo...quindi bisogna godersela e non perdere tempo, perché anche la foto più bella non ti trasmetterà mai lo stesso stato d animo che ti rimane impresso.

La gara è stata ricca di colpi di scena, noi abbiamo dovuto affrontare la sostituzione/riparazione di due componenti tecnici, ed un right through nelle ultime 7 ore, ma un pò come tutti...sono imprevisti che sai che ci saranno, ma non sai quali saranno e cosa ti aspetterà, per questo la squadra deve essere sempre sveglia e pronta a farne fronte....anche se poi siamo tutti umani e ogni tanto ci si addormentava nelle posizioni più divertenti, ed era li che ci si divertiva a fare foto e prendersi in giro!

Dal lato tecnico ho notato che qui le Bridgestone la fanno da padroni: non hanno molti piloti, ma sono tutti davanti, segno che investono in questa formula. Non c’è il monogomma, sono infatti presenti anche Pirelli Dunlop e michelin, tutti competitivi, è un bel challenge anche per loro!

Il pilota quando si fermava aveva gli occhi color fuoco...io ho fatto l Ironman, credo che questa gara sia forse peggio....devono fare circa 300 giri a testa, di giorno caldo, la notte molto freddo, ma riuscivano ad essere costanti sempre, sempre veloci in tutte le condizioni e tutti i giri...sembrava avessero il cruise control! Questo è il segreto di queste gare di durata, costanza, pit stop veloci e consumi ridotti per poter fare piu giri possibile x ogni stint.

Chi è appassionato di motorsport, la 24h è una di quelle esperienze che vale la pena vivere!”

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