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Prova Kawasaki Versys 650 2022, compromesso maturo

La crossover media resta fedele al noto bicilindrico da 67 cavalli, ma guadagna un nuovo look e soprattutto una strumentazione TFT ed il controllo di trazione

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LEGGI I DETTAGLI NEL VERSO LA PROVA

Il progetto Versys nasce nel 2007, si rinnova negli anni ed attraverso una importante evoluzione si arriva ad oggi, con un prodotto che è via via diventato un riferimento di settore con le due sorelle 650 e 1000. Proprio questo è forse la chiave di lettura di una moto, la Versys 650 che abbiamo provato, matura e con ben pochi difetti veri, al punto che solo nel confronto con le concorrenti possono emergere delle caratteristiche che, soprattutto per gusto personale, ad alcuni possono piacere di meno. L'abbiamo guidata in poco più di 24 ore per circa 500 km, percorrendo con il modello 2022 ogni tipo di strada (sempre su asfalto però, nel rispetto della filosofia della Versys), ecco cosa è emerso.

NUOVO LOOK E DOTAZIONE TECNOLOGICA PIÙ COMPLETA

Il primo riscontro è quello estetico, con un look tutto nuovo per il frontale, che guadagna un family feeling netto con la sorella maggiore 1000, che poi richiama a sua volta le sportive della casa di Akashi. Luci ed indicatori di direzione sono ora totalmente full LED, mentre nella parte alta la nuova Kawasaki Versys 650 guadagna un cupolino ridisegnato, dotato tra l’altro di una regolazione ancor più semplice ed immediata, su quattro posizioni. Occorrono due mani per spostarlo, per sicurezza si è voluto evitare che potesse essere fatto con moto in movimento, mentre la protezione resta abbastanza limitata. Pulisce il flusso dell’aria da turbolenze, ma chi volesse una protezione più importante, può optare per il modello alto (di serie sulla versione Grand Tourer). Tra gli optional troviamo anche la presa USB, che può affiancare quella a 12 V e che è un’altra novità 2022. L’altra grossa novità è il quadro strumenti TFT con connettività Bluetooth (grazie all'app Rideology di Kawasaki), con la finezza della palpebra in plastica nera, a renderlo visibile anche con sole pieno. Si comanda tutto dal blocchetto di sinistra ed i dati importanti ci sono tutti. Si può anche avere una grafica chiara ed una scura, perfette per giorno e notte. Ultima tra le novità è la nuova chiave, che promette una maggiore qualità e durata, avendo un incavo nella porzione interna e non più la classica seghettatura esterna.

IN SELLA CONVINCE E CONQUISTA, CON UN COMPROMESSO DAVVERO AZZECCATO

La Versys 650 vanta anche il pregio di essere l’unica del segmento con sospensioni tutte regolabili, con tanto di pomello per il setting remoto del mono posteriore. Le sospensioni sono ad escursione lunga, con la forcella Showa a steli rovesciati da 41 mm davanti. Le ruote da 17” fanno della piccola Versys una moto con una vocazione prettamente stradale, insieme ai cerchi a sei sottili razze in alluminio.

Il motore non è una sorpresa, lo conosciamo bene, ma si fa sempre apprezzare. È molto regolare e fluido, dà fiducia a tutti da subito, oltre i 3 mila giri incomincia a spingere bene, mentre a 5-6 mila si fa appuntito e consistente, fino ad allungare poco oltre la quota a cui eroga la potenza massima. Il bicilindrico parallelo è accreditato di 67 cavalli a 8.500 giri, mentre la coppia è di 61 Nm a 7.000. Dati buoni, perché per strada ci si riesce a divertire già parecchio, con una buona spinta ed un carattere gradevole, con una schiena che consente di godersi la moto senza rinunciare a nulla. Bene anche il cambio, non sempre impeccabile nella dolcezza degli innesti, ma preciso e facile anche nel trovare la folle da fermo.

La triangolazione perfetta tra sella, manubrio e pedane impone una posizione di guida abbastanza eretta, comoda per viaggiare, ma che consente anche di avere un ottimo controllo sulla moto nei percorsi più tortuosi. La sella è morbida e comoda, con una posizione piuttosto alta (da terra sono 845 mm, +5 rispetto al vecchio modello), ma è molto rastremata e toccare con i piedi è facile, poi in manovra da fermo i pesi sono ben gestibili e si gode di un angolo di sterzo elevato.

Alla guida la Versys 650 scende svelta in piega, anche per merito del 17 all’anteriore, senza essere troppo nervosa. Qualcuno su questo genere di moto predilige il 19 davanti, meno svelto, ma più tondo e meno impegnativo da gestire nella guida al limite, però entriamo nel campo dei gusti personali e di scelte ponderate della casa produttrice. Quello che invece convince davvero tutti è l’ottima bilanciatura dei pesi (ricordiamo che sono 219 i kg di peso in ordine di marcia), così mano a mano che passano i chilometri emergono tanti pregi dal punto di vista della guida, perché è una moto facile, concepita anche per un pubblico che si è appena affacciato al mondo a due ruote (è acquistabile anche in versione depotenziata A2), ma efficace e sempre all’altezza anche quando si alza il ritmo. Il manubrio largo dà sicurezza ai meno esperti, mentre regala una sensazione di controllo quando si osa qualcosa in più tra le curve. Buona anche la frenata, grazie al confermato doppio disco anteriore da 300 mm, con pinze assiali a 4 pistoncini.

La Versys è stabile, confortevole, con una ottima elasticità e vibra poco, anche a volerle trovare il pelo nell’uovo i difetti sono più caratteristiche, che reali lacune. Se la mente va alle avversarie una Tracer 7 offre qualcosa in più in sportività (ma qualcosa di meno su altri aspetti), mentre una NC 750 X è più orientata al comfort ed è però ancor più “sorniona”, mentre la V-Strom 650 con la ruota da 19 davanti strizza l’occhio all’avventura.

Una delle più grosse novità del modello 2022 è il controllo di trazione, che si fa apprezzare soprattutto su asfalto umido o con aderenza non ottimale, proprio come quello che abbiamo trovato in molti dei tratti dei due giorni della nostra prova. I 67 cavalli sono ben distribuiti lungo un arco di erogazione molto fluido, ma nella modalità 1 del KTRC l’elettronica non si fa mai invasiva ed è un bel paracadute, sia per le condizioni dell’asfalto che per godersi la guida senza troppi pensieri. Si fa forse troppo prudente negli interventi nella modalità 2, mentre all’occorrenza resta comunque disinseribile.

Quanto infine ai consumi, il capiente serbatoio da 21 litri promette alla Versys 650 autonomie da globetrotter, visti i valori che abbiamo rilevato, con percorrenze nell’ordine di 21 km/l, che si traducono in un’autonomia vicino a 450 km, davvero un ottimo riscontro.

PREZZI, COLORI E VERSIONI

I colori per la Versys 2022 sono tre: un total black molto sportivo, oppure due livree che si basano sul grigio metallizzato (con nero e rosso) e verde lime (con del nero). Il nero è l’unico “gratuito”, mentre le altre due livree prevedono una maggiorazione di 150 euro.

La gamma per il 2022 si fa davvero ampia, perché sono ben 5 le opzioni in tutto. Oltre alla standard con un prezzo che parte da 8.390 euro, troviamo infatti un’inedita Urban (dotata tra l’altro di un top case in tinta da 40 litri, più stretto di quello da 47 della Grand Tourer) offerta a 8.780 euro, per poi arrivare ad una nuova entry level tra le versioni votate al turismo (tutte con le due borse da 28 litri che sfruttano gli attacchi integrati della Versys 650), la Torurer da 9.340 euro. Restano poi in gamma le note versioni Tourer Plus (9.960 euro) e la Grand Tourer (10.640 euro). La Tourer rinuncia ai faretti, mentre la top di gamma ha anche parabrezza maggiorato, top case e prese (12 V ed USB).

Per tutte è disponibile una versione depotenziata per patente A2 (35 kW – 48 cv) mentre la buona notizia, di questi tempi soprattutto, è che le moto sono disponibile da subito, anche per demo ride presso la rete vendita Kawasaki.

ABBIGLIAMENTO UTILIZZATO

Casco: Shark EVO-GT Black Red Anthracite/KRA

Giacca: Alpinestars Meta Drystar

Guanti: Alpinestars Rayburn

Jeans: Alpinestars Double Bass Denim Jeans

Scarpe: Alpinestars Jam Drystar

 

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