La strategia di Ducati per il 2022 potrebbe subire una battuta d’arresto proprio durante il secondo GP della stagione, a Mandalika, in Indonesia. La GP Commission, infatti, potrebbe vietare dal 2023 il ‘ride height Device’, l’abbassatore, probabilmente con la scusa combinata della riduzione delle prestazioni, della sicurezza e dei costi.
“Una delle ragioni è che non vogliamo aumentare ulteriormente la velocità massima delle moto. In secondo luogo, non vogliamo aumentare i costi, perché questi infiniti sviluppi tecnici portano tutti a costi aggiuntivi”, ha dichiarato Lin Jarvis a Speedweek.
In realtà la velocità massima delle moto in Qatar non è aumentata e perlomeno due dei tre argomenti adottati sono speciosi, come aveva già dichiarato la Ducati a Losail.
“Allora togliamo i freni in carbonio, togliamo il cambio seamless e togliamo le valvole pneumatiche, che non si troveranno mai nemmeno su una macchina di serie e che tuttavia pesano molto in un bilancio operativo nel corso di una stagione”.
Così Jarvis ha proseguito portando avanti il team della sicurezza, quello attraverso il quale le ali sulla carenatura sono uscite dalla porta per rientrare poi dalla finestra.
“C’è anche la sicurezza del pilota - ha aggiunto Jarvis - Un tale sistema porta ulteriori complicazioni per la gestione di questi sistemi. Il layout dell'abitacolo e del manubrio delle MotoGP è già pieno di leve e pulsanti, sparsi in modo disordinato. E questo migliora davvero lo spettacolo? Ne dubito. Certamente rende tutto più complicato. Più cose possono andare storte, più dispositivi devono essere azionati dai piloti. Per ragioni di sicurezza, riduzione della velocità e costi, non sosteniamo il nuovo sistema”.
A metterci il carico da undici è arrivato anche Più Beirer per KTM.
“Ci sono già undici pulsanti nell'abitacolo per i piloti, è abbastanza. Inoltre, il sistema è azionato da un cavo di trazione, che è una tecnologia dell'età della pietra. Preferiamo concentrarci sul futuro e cercare di iniziare con il 'biocarburante' nel 2026 invece che nel 2027 e diventare CO2 neutrale”.
A questo punto a Borgo Panigale non ci hanno visto più: “L'immagine "età della pietra" è pretestuosa - hanno ribattuto - se ci sono cavi, è perché, ancora una volta, il regolamento della MotoGP lo permette, mentre rifiuta le sospensioni elettroniche, che si possono però trovare su moto in regolare produzione nelle concessionarie. Se non si vuole investire si può sempre andare in Superbike. Lì i costi sono molto più bassi lì e si inizia con una moto di serie che si può comperare…”.
Il problema, comunque, è più grave di quanto possa apparire. Se infatti l’abbassatore sarà proibito dal 2023, lo sforzo per metterlo a punto quest’anno potrebbe essere eccessivo. E’ già un anno che Ducati ci investe, come rivelato da Michele Pirro, ma ad oggi è tutt’altro che perfetto.
“Funziona, ma non è ancora del tutto consistente, ed è ciò su cui stiamo lavorando - ha spiegato Zarco - attualmente funziona perfettamente due volte su dieci”.
Troppo poco per farci affidamento. Sembra infatti che sia Bagnaia che Miller ci abbiano rinunciato, ma ciò significa aver fatto spendere a Dall’Igna tempo e denaro inutilmente. E come ci ha detto a Losail: “mentre noi investivamo in questo sistema, lecito, i nostri avversari magari hanno studiato qualcos’altro, così il rimpianto è doppio: ad avvantaggiarsi ingiustamente sono stati loro”.