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SBK, Totti, Pirelli: "Non c'è pista al mondo che sollecita le gomme come Daytona"

Parla l'ingegnere Pirelli: "Il banking e lo scarso grip che troviamo qua non lo vediamo in nessun altro tracciato al mondo, Pirelli ha vinto mostrando adattabilità e solidità"

SBK: Totti, Pirelli:

I Campionati devono ancora iniziare, ma in America già sventola il tricolore. È proprio il caso di dire così, dal momento che Pirelli ha conquistato una storica tripletta alla 200 miglia di Daytona. Quella che negli States è considerata come una corsa simbolo nel panorama delle due ruote, da quest’anno apriva la stagione del MotoAmerica, al via il prossimo 10 aprile ad Austin.

A Daytona erano in quindi in azione le SuperSport, molte delle quali hanno utilizzato Pirelli come pneumatico. Una scelta che si è rivelata vincente, tanto da portare a una storica tripletta della Casa tricolore grazie Paasch, Petersen e Morais.

La prestazione non può che far sorridere i vertici del brand italiano, considerando che il MotoAmerica è un Campionato monomarca Dunlop. Ne abbiamo parlato con Tommaso Totti, che cura l’attività in pista di Pirelli:

“Quello di Daytona è stato una grande risultato – ha commentato – la pista presenta infatti un layout unico nel suo genere, come nessun altro al mondo. Mi riferisco in particolare al banking e allo scarso grip che trovano i piloti. Anche nelle precedenti due edizioni eravamo riusciti a vincere, ma questa volta abbiamo conquistato tutti i gradini del podio”.

Tommaso, quanto è impegnativo lavorare con un asfalto come quello di Daytona, confrontato con quello dei circuiti europei ai quali siete abituati?

“Fino a qualche anno fa noi eravamo abituati a correre in SBK a Laguna Seca, dove venivano utilizzate specifiche simili al resto del Campionato, ovvero le tradizionali SC0 o SCX. A Daytona invece ci sono soluzioni dedicate, legate soprattutto al layout, dato che il banking esercita uno stress davvero importante agli pneumatici come in nessuna altra pista. L’angolo di inclinazione crea infatti delle forze sulla gomma che non sono replicabili in nessun altro tracciato europeo. A Daytona abbiamo infatti velocità elevatissime e dei carichi sulle strutture degli pneumatici che nulla hanno a che vedere con altre piste. Serve quindi un adattamento a livello strutturale, dove l’obiettivo è la resistenza, così come la stabilità, anche perché sul banking ci sono gli incroci e svariate traiettorie con cui confrontarsi”.

Qual è il valore di una tripletta su una pista particolare come Daytona?     

“Questo è un campo di prova importante, perché le piste impegnative consentono di alzare l’asticella e provare soluzioni innovative. A Daytona, giusto per fare un esempio, utilizzavamo SC1 e SC2 all’anteriore, mentre al posteriore ci sono delle special dedicate, che produciamo ad hoc per l’evento, ma che mettiamo comunque a disposizione di tutti i nostri piloti. Sono soluzioni asimmetriche in termini di mescola, resistenti sul lato centrale-sinistro, mentre sul lato destro ci spingiamo su qualcosa di più competitivo, che può essere una SC1 fino a una gomma da qualifica”.

Con questo risultato Pirelli conferma ancora una volta la propria capacità di fronteggiare ogni tipo di situazione.  

“Dal punto di vista tecnico abbiamo mostrato di essere delle partita. Il prodotto c’è e funziona su diversi tipi di moto. Con Pirelli abbiamo ottenuto riscontri importanti su piste esigenti come Phillip Island e adesso ci sono delle conferme anche da Daytona”.

Chissà mai che in futuro non vedremo Pirelli nel MotoAmerica?

“Di recente abbiamo visto in America un campo di sviluppo interessante. Ovviamente il MotoAmerica rimane nei radar, ma al momento non ci sono le condizioni”.    

Pirelli corre con quello che vende e vende con quello che corre. Un messaggio migliore non può esserci.

“Esatto. Se io un domani volessi iscrivermi alla gara di Daytona, so che posso comprare le stesse soluzioni con cui ha vinto Paasch. Il nostro messaggio è quello di dare un prodotto solido e competitivo a tutti i piloti presenti sulla griglia. Penso che questo sia un tratto interessante di quella che è la Mission di Pirelli, ovvero consentire anche a un amatore di poter confrontarsi con una specifica utilizzata in un Campionato come il Mondiale SBK. Noi siamo qua per dare un miglioramento al pilota, consentendo però anche all’amatore di poter alzare la propria asticella personalmente, migliorando i propri limiti, attraverso l’utilizzo di un prodotto facile, ma sicuro”.  

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