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MotoGP, Marquez: "Bastianini oggi volava: sarà un avversario per il titolo"

"Mi ha passato girando quasi un secondo sotto al mio tempo. La caduta nel warm up mi ha tolto fiducia nell'anteriore e non sono ancora a mio agio con questa Honda. Con la gomma media avrei osato di più, ma quando non si può vincere è meglio prendere punti"

MotoGP: Marquez:

Non è stato il solito Marquez, quello che abbiamo visto nel Gran Premio del Qatar, ma un pilota, comunque, incredibilmente solido e concentrato per non commettere errori irreparabili. Il premio, per lui, nel Gran Premio inaugurale della stagione è stato un quinto posto, inusuale per l’otto volte campione del mondo. Non è che Marc non abbia combattuto: è partito bene, poi ha cercato di non perdere terreno dal compagno di squadra, Pol Espargarò, ma quando ha subito l’attacco di Binder e poi di Bastianini si è visto subito che non avrebbe replicato con la solita audacia.

La tenuta alla distanza era una delle mie principali preoccupazioni - ha iniziato a spiegare - ma devo dire che non ho avuto problemi. Fisicamente sono contento. Certo, alla fine ero stanco, ma come tutti. Prima della gara ero più ottimista sul risultato, ma solo perché speravo in un Gran Premio più lento: non è andata così ed oggi abbiamo trovato in pista quattro piloti più veloci di noi. Il passo è stato veramente incredibile ed io non avevo quel ritmo, non avevo quella velocità”.

Dall’esterno si è visto un Marquez meno fluido del solito, specie nei cambi di direzione.

“Non avevo la confidenza con l’anteriore - è la spiegazione - ma lo sapevamo fin da prima dell’inizio del GP. Per questo motivo durante il warm up ho provato una gomma media, che forse era un poco meglio, ma ho fatto una scivolata che mi ha tolto un po’ di confidenza. La soft mi avvertiva di più, così la ho usata. Come dicevo è stata una gara veloce: si c’era il dubbio sulla tenuta del posteriore, che ci avrebbe potuto rallentare, ma alla fine il consumo era sotto controllo. Ci ho provato, ho dato il cento per cento, ma quando ho visto che non era possibile glielo ho data su: il quinto posto va bene. Ho corso una gara solida, anche se non la mia migliore”.

Bisogna ricordare, in proposito, che la nuova RC213 V è stata costruita con una nuova filosofia.

E’ vero, stiamo scoprendo questa moto ogni volta che la guido. Qui non ho toccato molto, mi sono solo concentrato sulle traiettorie e sulla guida. E’ un grande cambiamento, ma c’è del grande potenziale e poi questo è un circuito particolare nel quale ci siamo spesso trovati in difficoltà. Arriveranno altri circuiti più favorevoli: Mandalika, Rio Hondo e Austin”.

Marquez ha insistito molto sulla mancanza di confidenza con l’avantreno.

La confidenza con l’anteriore non è al massimo e sto faticando a capirlo - ha ammesso - Nelle prove ci credo e spingo di più, anche perché se cadi non è un problema…ma la gara volevo finirla e, come ho detto, dopo la scivolata nel warm up ho preferito non rischiare”.

D’altro canto, però, il suo compagno di squadra, prima dell’errore mentre era in lotta con Bastianini che lo ha costretto ad un ‘lungo’, era stato molto veloce.

“Pol è stato più veloce di me in gara, ma anche durante l’intero fine settimana è stato più veloce - ha ricordato Marc - Non ho ancora guardato i suoi dati, ma sembra che lui riesca a fermare meglio la moto e usa molto il freno posteriore. Dal primo momento che ha guidato questa moto è stato veloce, ma va bene avere un altro pilota rapido nel box”.

L’esperienza in questo sport significa molto. Non gli si può non domandare cosa pensa di Binder e della KTM, che è stata una delle sorprese del Gran Premio del Qatar.

“La KTM è la moto che capisco di meno - spiega sinceramente il fuoriclasse spagnolo - Posso dire cosa fa Bastianini, come guida la sua Ducati, ma Binder è incomprensibile, un giro va veloce, un altro lento, ma riesce a fermare molto bene la KTM. Quanto agli altri protagonisti, Yamaha, Suzuki: siamo alla prima gara, è la prima gara è sempre speciale, specialmente qui in Qatar. L’anno passato, per esempio, Vinales e Quartararo erano stati molto veloci. E’ una fortuna che oggi i candidati al titolo abbiamo fatto meno punti di me? Beh, questo lo dite voi, io oggi ho visto due piloti che saranno miei avversari nel mondiale, Bastianini e Pol”.

Tu e lui usate molti particolari diversi sulla moto. Pol per esempio usa le piccole alette supplementari sui fianchi della carenatura.

Si, usiamo una carena diversa, io e Pol. Ho provato quelle appendici, ma non mi piacciono. Abbiamo stili diversi e quando li ho utilizzati mi spingeva ancora di più l’anteriore. Non c’è comunque grande differenza. A Mandalika comunque sarà più facile capire il comportamento della RC213 V, perché qui si prova praticamente solo nel pomeriggio, il mattino è inutile, invece in Indonesia avremo due veri turni di prova”.

Alla fine sei soddisfatto del risultato?

Ho ottenuto la posizione migliore a cui potevo ambire. La mia unica speranza era che la corsa si tenesse sul passo di 1.54 alto, ma quando Bastianini è sceso sull’1.54 basso, ho capito che non ne avevo di più. Fosse stato quattro cinque anni fa avrei corso cercando di vincere o sarei caduto. Oggi ho preso il mio ritmo e dico che sono meglio 11 punti che cadere.

Non è che alla Honda 2022 manca qualcosa?

“La Honda è veloce, e lo ha dimostrato Pol, che aveva più velocità di me ed è stato a lungo in testa. Io non mi sentivo perfettamente a mio agio, ma alla fine abbiamo chiuso bene il fine settimana con il quinto posto. Quando si cercano gli ultimi due decimi bisogna avere fra le mani una moto che si adatta al tuo stile. Come ho detto comunque la moto ha un buon potenziale, altrimenti certi tempi non si fanno”.

Quale è il giudizio finale su questo primo Gran Premio dell’anno?

“L’avete detto voi: i tre teorici favoriti non si si sa se sono i favoriti o meno. Secondo me è più favorito Bastianini che Pol, per esempio. Oggi volava, anche quando mi passò a Misano l’anno passato fu uguale, aveva quasi un secondo di vantaggio sul mio tempo quando mi è andato via. Il mondiale comunque non si vince né si perde alla prima gara”.

Lo hai già detto, ma escludi del tutto una imperfetta forma fisica?

“La corsa è stata rapidissima, non c’è stato tempo per riposarsi, ma fisicamente sono contento perché non ho avuto alcun dolore, stavo bene”.

Quali sono i prossimi passi?

“Alla Honda non manca velocità, sono io che devo adattarmi e lavorare con il team per tirare fuori il massimo rendimento da questa moto. Vedremo a Mandalika. Certo attualmente non riesco a guidare al massimo, ma devo avere pazienza per non perdere il mondiale: quando non si può vincere bisogna prendere punti”.

La nuova moto è concepita per avere più aderenza sul posteriore: è l’opposto della precedente. Non è che e a causa di ciò che la senti meno stabile davanti?

“Certamente, quando hai più aderenza e trazione qualcosa perdi davanti ed io ho sempre guidato con l’anteriore. Ora è esattamente il contrario, ma come ho detto devo sapermi adattare perché ancora non riesco a capire esattamente dove è il limite”.

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