Tu sei qui

MotoGP, GP del Qatar: Martin e Bastianini, gioventù tutt'altro che bruciata

Le prime qualifiche della stagione ci hanno regalato due conferme: la prima fila di Joan e Enea, due ragazzi da tenere d'occhio e un Marquez apparentemente nuovamente temibile. Ma ci sono anche molti punti di domanda

MotoGP: GP del Qatar: Martin e Bastianini, gioventù tutt'altro che bruciata

Solo Marc Marquez ha resistito all’assalto dei giovani, nelle prime qualifiche dell’anno del GP del Qatar. E se Jorge Martin era atteso, dopo quanto ci aveva fatto vedere l’anno passato, ad Enea Bastianini va dato il merito di non aver disatteso la sua stessa affermazione di poter migliorare per ben due volte: nella FP3 del mattino e nell’impegnativa Q2.

Insomma Gigi Dall’Igna ci ha visto giusto con la sua politica di promozione dei giovani. Jorge ed Enea crescono rapidamente e poiché Ducati non sembra soffrire di penuria di Desmosedici, non sarà troppo difficile sistemarli anche nel 2023. Anzi, se la volete sapere tutta secondo noi gli incontri sono già iniziati e non è nemmeno detto che sia proprio Jack Miller a dover essere sacrificato, perché lo stesso Zarco non sembra al sicuro al momento. Comunque è troppo presto per questo tipo di discorsi, così come è troppo presto azzardare ogni tipo di ipotesi dopo solo una qualifica.

Se il pilota del team Pramac e quello di Gresini si sono confermati, mentre attendiamo di scoprire Magic Marc alla distanza, vediamo di affrontare una breve analisi degli altri contendenti. Pronti ad essere smentiti perché come dicevamo i dati sono troppo pochi per poter essere processati senza il rischio di tappare clamorosamente.

GP del Qatar: si corre per la vittoria e...per confermarsi in squadra

Iniziamo da Jack Miller, il cui principale obiettivo, ovviamente, è la riconferma. L’australiano è veloce, ma non sempre costante. Per lui il Qatar rappresenta l’occasione di partire con il piede giusto, il che equivale a finire la gara nei primi cinque. Inutile dire che se arriva la vittoria tanto di guadagnato, ma questo è l’obiettivo di ogni pilota al via.

Per il momento questa seconda fila è meritata, così come quella di Aleix Espargarò, sempre veloce nel giro secco ma anche lui un po’ ondivago. Il più anziano dei fratelli Espargarò comunque è a fine carriera, lo ha detto lui stesso più volte, quindi la gara è decisamente più importante per il fratello, a cui ha messo le ruote davanti.

Pol infatti deve guadagnarsi la riconferma ed anche nel suo caso dovrà dimostrarsi costante. L’HRC non prenderà la sua decisione tanto rapidamente e molto dipenderà dai risultati di Marquez. Qualora Marc riconfermi la sua leadership, Alberto Puig avrà solo bisogno di una seconda guida stabile.

Dalla terza fila i discorsi si complicano: Brad Binder, miglior KTM in pista soffre il leggero ritardo nello sviluppo della moto di Mattighofen: il team è completamente dietro di lui. Una cosa capace di dare sicurezza ad ogni pilota.

Un discorso simile potrebbe farlo anche Joan Mir, che con l’arrivo di Livio Suppo in Suzuki sa di essere desiderato. In qualifica in questa occasione ha parzialmente deluso centrando solo l’ottavo tempo, ma sappiamo tutti che l’ex iridato è un pilota capace di uscire alla distanza, in gara. Quindi, occhio, perché nel Gran Premio sarà della partita così come Pecco Bagnaia che gli partirà al fianco.

Da Bagnaia e Quartararo Ducati e Yamaha aspettano qualifiche migliori

Il ducatista, il primo dei piloti confermati, quest’anno, avrebbe potuto fare qualifiche migliori, ma la sua Ducati potrebbe portarlo nelle prime file già al via, grazie all’accelerazione del suo motore unico all’efficienza del duplice abbassatore. Poi, certo, sarà arte sua imbastire una gara il cui unico obiettivo, per uno che punta al mondiale, è la vittoria.

Pensiero fisso anche di Fabio Quartararo, attardato in quarta fila fra Rins e Morbidelli. Ed il fatto che al suo fianco ci sia proprio il compagno di squadra è da una parte motivo di conforto, ma dall’altro di preoccupazione perché Franky non è lì per fargli da scudiero.

Le piste in arrivo offriranno l'occasione di capire il reale potenziale delle moto

Cambieranno piste, comunque, dove la velocità non sarà così importante, quindi per entrambi il target è una gara di vertice. Possibilmente con un finale in Top 5.

Il resto, dalla quinta fila in giù, è tutto sotto-clou e ci dispiace ritrovarci Johann Zarco che non sembra ancora aver ritrovato la velocità che aveva quando era in Yamaha, mentre rookie come Marco Bezzecchi cominciano a mordergli gli stivali.

 

Il Bronx della MotoGP: Vinales e Dovizioso, due campioni in cerca di sé stessi

E a proposito di giovani e di rookie: non ci stupisce ritrovare Remy Gardner, Raul Fernandez e Darryn Binder in ultima fila, così come Fabio di Giannantonio appena una posizione avanti: ci stà. Piuttosto ci interroghiamo sui piloti in sesta: Nakagami, Marini e Alex Marquez. E se per Luca - un diesel, ricordiamolo - si può parlare di relativa esperienza, Takaaki e Alex ormai ne hanno da vendere.

Un discorso a parte meritano invece Maverick Vinales e Andrea Dovizioso: il pilota dell’Aprilia deve velocizzare il suo apprendistato in sella alla RS-GP se vuole far ridecollare la carriera, mentre sinceramente ancora non riusciamo a capire la scelta del forlivese di rientrare con un team satellite. Se escludiamo la passione che ha fatto continuare a correre Valentino Rossi sino ai 42 anni.

 

Articoli che potrebbero interessarti