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Suppo: "Con MotoGP più lente lo spettacolo non cambia, serve un compromesso"

"Sahara mi ha chiamato due settimane fa, il giorno dopo avevamo un accordo. Suzuki è un unione fra la mentalità giapponese di Honda e quella italiana di Ducati"

MotoGP: Suppo:

Dopo il rosso Ducati e l’arancione di Honda, è arrivato il momento per Suppo per vestire l’azzurro, il colore della Suzuki. Il suo ingaggio come team manager è arrivato a pochi giorni dall’inizio della stagione e ieri è stata la prima giornata di lavoro per Livio. Oggi, invece, è stato il protagonista della sua prima conferenza stampa.

Sono passati 4 anni dalla sua ultima volta nel paddock, ma sembrano passati solo pochi giorni. “Sono molto contento dal punto di vista personale, tanta gente è venuta a salutarmi” racconta.

Allora non sei politicamente scorretto come ti descrivono…
Più che altro dico quello che penso, se qualcosa non mi piace me lo puoi leggere in faccia. Inoltre ho 57 anni, non penso che cambierò più il mio carattere, mi spiace (ride)”.

Ci racconti i retroscena di questo tuo ritorno?
Già l’anno scorso c’erano state voci su di me in Suzuki, ma in verità non c’era nulla di concreto. Poi qualche mese fa, lessi un’intervista in cui Sahara diceva di volere un team manager per quest’anno. Ci siamo sentiti la prima volta a fine 2021, ma non ero l’unico candidato. Pensavo che ci fosse la possibilità che Brivio potesse tornare, ho un grande rispetto per il lavoro che ha fatto partendo da zero, e dissi che se Davide fosse stato in gioco allora io mi sarei tolto”.

Poi cos’è successo?
Due settimane fa mi ha chiamato Sahara e mi ha detto che era arrivato il momento di parlare, gli ho risposto di mandarmi un’offerta. Il giorno dopo avevamo un accordo. Non ci ho messo tanto per decidere, ma prima che si concretizzasse non ci ho pensato più di tanto, non volevo poi rimanerci male (ride). Alla fine ho realizzato questa opportunità solo quando c’è stata”.

Di quanti anni è il contratto?
Abbastanza (ride). Posso dire che non è di un anno, non sarebbe un periodo sufficiente per un lavoro del genere”.

Qual è stata la tua prima impressioni nel team?
In MotoGP ho sempre avuto la fortuna di lavorare con piloti fortissimi e penso che anche Mir e Rins lo siano, anche la moto è competitiva. In squadra si respira una bella atmosfera, ed è merito del lavoro di Davide, il primo obiettivo è mantenere questa armonia”.

Uno dei primi problemi che dovrai affrontare sarà quello del rinnovo dei piloti…
Datemi tempo, devo ancora ricordarmi il nome di tutte le persone del team (ride). Sicuramente la priorità è tenere sia Joan sia Mir a bordo, ma penso che, come succedeva in passato, sia meglio aspettare qualche gara. Anche se dovrei essere l’ultimo a dirlo, feci firmare Marquez per la Honda un anno prima…”.

C’è qualcosa che ti ha stupito in Suzuki?
Mi sono presentato solo ieri alla squadra, ma la prima impressione è che sia un bel compromesso tra Honda e Ducati. È un costruttore giapponese ma ha un atteggiamento italiano.

Quelle due realtà, che conosci bene, avevano però budget diversi da quello di Suzuki.
Dorna, negli anni, ha fatto un buon lavoro che ha permesso di ridurre i costi, come con l’introduzione della centralina uniche. Suzuki ha le risorse sufficienti per fare una buona moto, come ha dimostrato, e lo stesso vale per l’ingaggio dei piloti. In Formula 1 più il budget è alto e più di hanno possibilità, ma in MotoGP non è così, può succedere di tutto”.

Dicono che questo sarà il campionato più combattuto di sempre.
Ho vissuto l’era di Doohan, poi quelle di Valentino, dei Magnifici 4 e di Marquez, al momento non mi sembra possibile che qualcuno possa dominare come è successo in passato, almeno sulla carta. Spero che Marc sia al 100%, sono molto legato a lui, ma non credo possa fare una stagione come quella del 2014”.

Ci saranno 8 Ducati sullo schieramento, sono troppe?
Penso che dobbiamo essere innanzitutto felici di avere 24 moto che sono tutte più o meno competitive. Certo i piloti sono preoccupati di trovarsi davanti tante Ducati, che sono velocissime in rettilineo, ma è meglio avere loro sullo schieramento che moto non competitive”.

Alcuni sono preoccupati della deriva tecnologica della MotoGP, pensi bisogni mettere un freno alle prestazioni delle moto?
Logicamente tutti gli ingegneri lavorano per migliorare in continuazione, ma credo che si debba trovare un compromesso per ridurre le prestazioni. Se penso alle prime MotoGP, quelle del 2002, la differenza con le attuali è enorme, è normale ma i circuiti sono sempre gli stessi e non possiamo allargare ancora le vie di fuga. Non credo che se tutte le moto diventassero più lente di un secondo al giro lo spettacolo ne risentirebbe”.

Sai che si parla da anni di un team satellite Suzuki…
Sì, ma sinceramente non ne ho ancora parlato con Sahara. Penso anche che KTM abbia fatto un bel lavoro negli ultimi anni nelle categorie inferiori, sarebbe utile anche per noi fare crescere i piloti in Moto2”.

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