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DDL Concorrenza: Ancma fa la voce grossa al Senato contro gli aumenti

L'Associazione si scaglia contro il provvedimento che aumenterebbe a dismisura le polizze moto degli italiani davanti la Commissione Industria del Senato

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Il DDL Concorrenza continua a preoccupare l'intero settore motociclistico italiano, visti gli aumenti praticamente certi che arriveranno sulle polizze dei motociclisti italiani se il provvedimento dovesse arrivare in approvazione senza modifiche. Per sapere nel dettaglio cosa cambia nel dettaglio con il DDL Concorrenza potete leggere il nostro approfondimento.

Lo scontro

Ancma torna a prendere posizione contro le decisioni dell'esecutivo. Dopo la levata di scudi contro il decreto che regola il traffico in fuoristrada l'Associazione Cicli Motocicli e Accessori torna in Senato, ascoltata dalla Commissione Industria proprio sugli effetti del DDL Concorrenza si è schierata contro le disposizioni del ddl Concorrenza, che estendono il meccanismo del CARD (Convenzione tra Assicuratori per il Risarcimento Diretto), a cui oggi aderiscono le imprese assicurative italiane, anche a quelle operanti in Italia con sede legale in altri Paesi europei. Dopo aver evidenziato gli effetti distorsivi che tale procedura genera sulle polizze motociclistiche per la rigidità del meccanismo di rimborso a forfait su cui si basa il CARD, Confindustria Ancma ha quantificato anche gli aumenti che subiranno le tariffe se non ci saranno modifiche.

Gli aumenti

Ancma ha infatti calcolato che il passaggio del DDL non sarà affatto indolore per le tasche dei motociclisti italiani: una polizza CARD infatti costa in media l'84% in più rispetto ad una polizza “No CARD” per lo stesso veicolo. La scelta di allargare l'obbligo di convenzione anche alle compagnie straniere le allontanerebbe dal mercato italiano, limitando di fatto la concorrenza nel settore: effetto opposto ai principi del disegno di legge. L'aumento dei prezzi per le polizze moto sarebbe poi molto più sentito al Sud, dove i prezzi sono già più alti del 68% e si potrebbe verificare un ritorno al rischio di eludere l'obbligo assicurativo. “Effetti che – secondo l'associazione– si muovono evidentemente contro i principi stessi del provvedimento e colpiscono un mercato in crescita e una filiera che in Italia vale oltre 21 miliardi di euro e offre occupazione a più di 380mila persone”.

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