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MotoGP, Alex Marquez: "Nessuno parla di me? Mi piace sorprendere la gente"

INTERVISTA - "Voglio che dicano: da dove arriva quel bastardo? Ho un nuovo capotecnico, David Garcia, e voglia di lavorare per essere nel posto giusto"

MotoGP: Alex Marquez:

Ad Alex Marquez non è bastat0 avere vinto due titoli del mondo per evitare che si citi continuamente il nome del fratello accanto al suo. Eppure il pilota spagnolo ha dimostrato di sapere come si vince e nel 2020, il suo primo anno in MotoGP, si era tolto anche la soddisfazione di salire due volte sul podio. Per il 2021 era stato messo nel team LCR, ma non se ne è mai lamentato e ha continuato a lavorare a testa bassa. La stagione non è andata come si aspettava, ma ora è il momento di ripartire, dimenticare quello che è stato e sfruttare la nuova moto portata da Honda.

Alex, che anno sarà per te il 2022?
“È una nuova speranza, un anno di opportunità in cui Honda ha fatto dei cambiamenti molto grandi, anch’io ne ho chiesto qualcuno al team e Lucio mi ha dato il mio supporto. Ora il mio capotecnico è David Garcia, fino all’anno scorso era il mio telemetrista, mentre Bifi (Christophe Bourguignon ndr) sarà il direttore tecnico. Era qualcosa che volevo, credo molto in David, penso di avere tutto per fare una buona stagione e in una situazione più tranquilla”.

Quanto è stato difficile per te lo scorso anno passare dalla squadra ufficiale Honda a LCR?
Il percorso naturale non era passare dalla Moto2 al team ufficiale, è stata un’occasione speciale: Lorenzo aveva deciso di ritirarsi a Valencia, nessuno ne sapeva nulla, io ero campione del mondo e me lo hanno chiesto. Logicamente sono andato (ride), era un’opportunità che volevo, ma ho anche capito quando mi hanno chiesto di cambiare squadra. È stato un po’ strano perché è successo durante la pandemia, senza avere fatto neanche una gara, ma il mio contratto non cambiava ed è stata una buona opportunità”.

Il tuo obiettivo è tornare nel team ufficiale? Per quel posto si parla sempre di Mir o Quartararo e mai di te…
Mi piace lavorare nell’ombra, non mi piace che si parli troppo di me. Preferisco lavorare molto e poi fare una sorpresa, che dicano: ma da dove arriva questo bastardo? (ride). Questo mi piace molto ed è quello che avevo fatto in Moto2. È normale che parlino di Mir e Quartararo, due campioni del mondo, io in MotoGP ho fatto solo due podi e l’anno scorso non è stato facile per me. Qui si vive del presente, non del passato, e il mio presente non è stato bello. Io lavoro per trasformare il mio sogno in realtà, è chiaro che l’obiettivo di tutti i piloti è andare in un team ufficiale, ma sono molto felice di dove mi trovo adesso. Ho un rapporto speciale con la squadra”.

Tuo fratello Marc è ormai un simbolo per Honda, anche tu sei molto legato alla Casa giapponese, fin dalla Moto3, vorresti continuare così per tutta la tua carriera o saresti disposto a cambiare?
“Ora sono un pilota Honda e non posso conoscere il futuro. Mi sono sempre sentito valorizzato da Honda, fin dalla Moto3, inoltre essendo fratello di Marc ho sempre avuto una relazione speciale con la sua squadra e i tecnici giapponesi. Alla fine, io sono io e Marc è Marc, può sempre cambiare tutto. Honda mi piace fin da quando ero piccolo, quando vedevo vincere Criville, Doohan, Pedrosa, ma il futuro è aperto. Sono felice qui, ma non si sa mai cosa accadrà e il lavoro per essere nel posto giusto in ogni momento”.

Quando ti piace la RC213V 2022?
Per essere una moto molto nuova, onestamente va meglio di quanto mi aspettassi. È stata veloce a Misano quando l’avevano provata Marc e Pol, a Jerez quando l’avevamo provata io e Nakagami e ancora in Malesia. Si vede che è una moto veloce, ma credo sia troppo presto per dire che è tutto meraviglioso. Preferisco pensare che arriverà un momento in cui dovremo faticare, per il momento mi piace moltissimo ma non la conosciamo ancora a fondo.

Si adatta meglio o peggio al tuo stile di guida?
Per me è meglio. Quando feci il salto dalla Moto3 alla Moto2, ad esempio, feci tanta fatica perché non avevo grip al posteriore e non potevo guidare come mi piace. Sono riuscito a essere veloce anche con la vecchia Honda che si guidava molto con l’anteriore, ma per il mio stile di guida naturale questa moto, che ha più grip al posteriore e meno movimenti, è migliore. In gara però non devi essere a tuo agio sulla moto ma essere veloce, se devi faticare  per riuscirci va bene lo stesso. Bisogna ancora aspettare, ma con questa moto sembra che potrò essere più a mio agio e veloce di prima”.

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