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MotoGP, Dovizioso: “Sono limitato, non guido la Yamaha come Quartararo”

“Ci sono alcune aree strano su cui dobbiamo intervenire, la M1 frena e gira bene ma l’uscita dalla curva è il punto più critico. Non dipende dalla potenza e la moto è cambiata poco rispetto al 2021”

MotoGP: Dovizioso: “Sono limitato, non guido la Yamaha come Quartararo”

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Andrea Dovizioso non può certo considerarsi felice di come siano andati i testi di Sepang. In quella che era la prima uscita dell' anno, il forlivese ha faticato a trovare la giusta fiducia con la M1, a tal punto da dover guardare i più veloci da lontano.

“Le sensazioni di oggi sono state migliori, ma non nel verso in cui speravo – ha esordito – forse potevo fare un giro migliore, ma non avevo la moto sotto controllo come volevo per spingere. Ho cercato di studiare e imparare, ma alla fine  quello che posso dire è che mi sento limitato, perché se mancano piccoli dettagli non riesco a essere performante come vorrei. Tutto ciò è difficile, dato che l’unico in grado di fare la differenza è Quartararo.

La preoccupazione sul volto del forlivese è evidente.

 “Lo scorso anno Fabio ha mostrato che si può essere più competitivi con la M1, ma come detto prima ogni moto ha diverse caratteristiche rispetto alle altre. In questo momento la situazione è inusuale, perché se guido come faccio normalmente è complicato”.

Dovizioso cerca poi di fare chiarezza.

“Penso che la base della M1 sia solida, ma ci sono alcune aree strane, tipo il telaio, su cui serve concentrarsi. Fino a che non riusciamo a fare uno step diventa davvero complicato, perché l’unico in grado di guidarla con un determinato stile è Quartararo e non ci sono altre opzioni. Io, al momento, non riesco a guidare la M1 come Fabio ed è evidente”.    

Al tempo stesso però ci sono aspetti positivi.

“La moto frena e gira bene, su quello non c’è dubbio. Il problema è che non sfruttiamo il grip al posteriore per essere più veloci. In uscita di curva facciamo davvero fatica, ma il problema per me non è legato alla potenza. Personalmente sono dell’idea che la moto non è cambiata molto rispetto allo scorso anno”.

Adesso la testa è rivolta a Mandalika.

“Sono felice di andare a provare su un’altra pista, anche se non so cosa cosa accadrà. Con gli ingegneri abbiamo avuto modo di lavorare in maniera chiara e trasparente, spiegando quella che è la situazione. Dentro di me ho realizzato quelle che sono le caratteristiche della Yamaha, ma serve del tempo. Non so se riusciremo a risolvere tutto nel prossimo test”.

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