Da una parte c’è Lorenzo Dalla Porta, dall’altra un americano, ovvero Joe Roberts. Anche per questa stagione lo statunitense sarà chiamato a tenere alti i colori del team Italtrans, che questa sera ha tolto i veli alla Kalex.
Dopo un 2021 non certo semplice, complice tra l’altro l’infortunio alla clavicola sinistra a Misano, Joe vuole invertire la rotta e da parte sua non mancano le ambizioni in vista della nuovo Mondiale.
“Che dire: sto bene e sono pronto per affrontare la nuova stagione – ha esordito – purtroppo il 2021 è stato un anno complicato, specialmente dopo quella brutta caduta di Misano. Sono infatti finito sotto i ferri e una volta tornato in pista lamentavo del forte dolore alla clavicola. Sono quindi andato a Los Angeles, per fare ulteriori controlli e con il trascorrere del tempo le mie condizioni di salute sono migliorate. Adesso sto bene, mi sento in forma e carico per iniziare questa nuova avventura”.
Nel 2022 ci saranno ben tre americani in Moto2.
“Esatto! Penso sia un bel messaggio per il nostro sport, dato che fino a pochi anni fa c’ero solo io. Mi fa piacere vedere così tanti nuovi piloti. Personalmente io sono uno di quelli che è cresciuto con il mito di Hayden, che tra l’altro vinse quel memorabile titolo a Valencia. Al tempo stesso però ho ammirato anche Rossi e Stoner, due grandi che hanno dato tantissimo a questo sport”.
Quel è l’obiettivo del 2022?
“Bisogna rimanere con i piedi a terra e compiere un passo alla volta, senza avere la frenesia. Non voglio infatti partire con l’aspettativa del titolo a tutti i costi. Ovvio che vogliamo vincere, ma la chiave è cercare di essere costanti, senza commettere errori. In Italtrans sto bene, perché vivo in un ambiente famigliare. In squadra ci saranno alcuni elementi nuovi, ma quel che conta è trovarsi in un ambiente compatto e unito”.
A fine 2020 avevi la possibilità di andare in MotoGP con Aprilia.
“È vero, ma non penso alla MotoGP, perché sarebbe solo una distrazione. Di sicuro tutti i piloti vogliono arrivare in MotoGP, ma per ora la priorità è vincere qua in Moto2”.
Che moto ti piacerebbe guidare in futuro?
“Io penso che ogni Casa abbia un qualcosa di speciale. Mio padre era un grande fan della Ducati, infatti lui ne aveva una e fu proprio una Ducati la prima moto con cui andai in pista. Ci sono però tante altre moto come la Honda, la Yamaha, la Suzuki e l’Aprilia”.
Prossimamente vedremo Petrucci nel MotoAmerica. Cosa gli consigli?
“Gli consiglio di noleggiare una Ducati V4 e farsi un viaggio on the road per scoprire quanto è bella l’America. Danilo è un grande pilota e penso che abbia una grandissima esperienza nel mondo delle corse. Il suo arrivo nel MotoAmerica darà ulteriore prestigio al Campionato e sarà interessante vederlo all’opera con altri piloti come Gagne. Per lui sarà un’esperienza completamente nuova e sono curioso di vedere come si comporterà. Prima che inizi gli scriverò per fargli un in bocca al lupo. Il MotoAmerica è un Campionato speciale, perché corri su piste incredibile che per certi versi richiamano Portimao, anche se più estreme”.