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Tutte le moto del Presidente della Repubblica dal 1946 ad oggi

L'elezione del  Capo dello Stato Italiano ha appena confermato Mattarella come Presidente e noi apriamo le porte del garage del Quirinale. Ecco la storia delle "moto del Presidente"

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Il settennato di Sergio Mattarella sembrava concluso, e invece dopo giorni di fuoco e tante incertezze i grandi elettori hanno confermato il siciliano come Capo dello Stato. Il toto-nomi e i retroscena che come ogni volta condiscono l'elezione della più alta carica dello Stato la lasciamo ai colleghi che si occupano di politica, per noi però la conferma di Mattarella sul colle più alto di Roma è l'occasione per sbirciare nel garage del Quirinale e scoprire quali sono state e quali sono tutte le moto del Presidente.

Moto Guzzi e Quirinale: una storia lunga un secolo

Cosa c'entrano le moto con il Presidente della Repubblica? Teoricamente nulla, perché nessuno dei 12 Presidenti si è mai dichiarato come centauro appassionato (a differenza di altri Paese, come la Spagna, dove Juan Carlos non si negava trackday e fughe notturne in sella alle sue moto). Le moto però sono i mezzi ufficiali dei Corazzieri, le vere e proprie guardie del corpo del Presidente. Il corpo dell'Arma dei Carabinieri adibito proprio alla vigilanza del Quirinale e del Capo dello Stato ha sempre cavalcato Moto Guzzi, già da prima che l'Italia diventasse una repubblica democratica, e la tradizione prosegue ancora oggi.

Le moto del passato

Le Guzzi arrivarono ben prima del più importante referendum della nostra storia, e infatti già dal 1945 i Corazzieri avevano in dotazione la Moto Guzzi Alce, con motore monocilindrico da mezzo litro capace di 13,2 CV e forcella a parallelogramma e il forcellone oscillante con doppio ammortizzatore per il reparto sospensioni. Nel 1948, con l'avvicendamento tra il primo presidente, Enrico De Nicola, e Luigi Einaudi, arrivò la SuperAlce. Negli anni '50 arrivò la Guzzi Astore, che lasciò spazio ad un decennio di Moto Guzzi Falcone. Presentata al Salone di Ginevra nel 1950 e rimase in produzione, con vari aggiornamenti, sino al 1967, il Falcone militare differiva ben poco dalla versione civile: i rapporti al cambio erano più corti, era dotato di una dinamo più potente da 60W,mentre sull'estetica il Falcone “militare” sia nella versione Sport che Turismo aveva un terminale di scarico di forma cilindrica privo della cosiddetta “coda di pesce”, un faro più alto per posizionare la sirena e il contachilometri. Con la prima V7, nel 1965, arriva il bicilindrico a V trasversale anche sulle moto dei Corazzieri: una silhouette mai più abbandonata. Negli anni '80, con Sandro Pertini sul Colle, sarà il turno della V1000 Convert, mentre dall'inizio dei '90, ad accompagnare la staffetta democristiana Cossiga-Scalfaro, inizierà la dinastia delle California:

Le moto di oggi

La California II, la California III e anche la Vintage hanno popolato il garage del Quirinale e scortato prima Carlo Azeglio Ciampi e poi Giorgio Napolitano, fino ad arrivare alla California 1400 Touring, in dotazione al corpo militare responsabile della guardia d'onore e della sicurezza di Mattarella ancora oggi. C'è però una notevole eccezione: lo scorso anno infatti per festeggiare i 75 anni della collaborazione la Casa di Mandello del Lario ha inviato ai Corazzieri una Moto Guzzi V85 TT molto speciale, che è entrata nel parco moto dei militari e che ha dato vita alla versione “Guardia D'Onore”, edizione speciale realizzata in 1946 esemplari che abbiamo visto ad Eicma 2021.

Ma cosa fanno le moto del Presidente?

La tradizione istituzionale e la sicurezza del Presidente della Repubblica hanno un rigido protocollo da rispettare, dal quale dipende anche il numero di Corazzieri, e quindi di moto, impegnate nel garantire la scorta. Durante gli spostamenti del Capo dello Stato o dei colleghi esteri in visita in Italia si muovono 4 o 8 moto, a seconda del protocollo dell’evento, la scorta degli ambasciatori stranieri invece impegna due moto, mentre durante le parate militari si arriva fino a 12 motociclette.


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