Per prepararsi ai primi test della MotoGP il nostro Bar Sport ha avuto un ospite speciale, Livio Suppo. L’ex manager di Honda e Ducati ha parlato della stagione che verrà, confrontandosi anche con Carlo Pernat sui temi più scottanti (potete rivedere la trasmissione qui sopra).
Suppo ha iniziato parlando della Honda e di Marquez, ancora sfortunato protagonista di un guaio fisico a causa della diplopia.
“Credo che neanche Marc sapesse come potesse andare, sono contento per lui, perché gli sono affezionato, ma anche per la MotoGP. Un campionato con Marquez che sta bene fin dalla prima gara è sicuramente più interessante” la sua opinione.
Ora la palla è in mano ai tecnici giapponesi, che dovranno migliorare una RC213V che negli ultimi anni ha sofferto.
“Tutto dipenderà da quanto questa nuova moto sia migliorata, lo scorso anno hanno patito una moto che non funzionava e Marc ci ha messo una pezza - ha spiegato - Per tradizione Honda hanno sempre avuto un pilota che vinceva più degli altri, ma anche moto competitive, per non parlare degli inizi in MotoGP con la moto satellite. In quei tempi Biaggi rifiutò le offerte di Ducati e Yamaha perché era convinto che una Honda satellite fosse comunque meglio di un’altra moto ufficiale, oggi non è così”.
Si inizia a parlare anche di mercato, con voci su Mir che potrebbe cedere alla corte di Honda.
“Nel 2017 avevo iniziato a parlare con il manager di Mir, mi piaceva molto e continuo a pensarla nello stesso modo - ha ricordato Suppo -Joan è un pilota che ha vinto un compionato a 22 anni, ha molta esperienza, una gran manetta e raccoglie molto. Io l’avrei preso dopo il ritiro di Pedrosa e punterei su di lui anche ora”.
Fra tanti giovani, il 2022 vedrà un veterano come Dovizioso affrontare una nuova sfida sulla Yamaha.
“Faccio fatica a vedere il Dovi come un pretendente al titolo, spero per lui che possa togliersi delle soddisfazioni - l’opinione del manager piemontese -È un pilota che ha corso per 8 anni con una moto diametralmente opposta alla Yamaha e farà fatica ad adattarsi. Inoltre ci sono tanti giovani che vanno molto forse, in Yamaha Quartararo e Morbidelli, la vedo dura per Andrea batterli”.
Allora perché ha scelto di tornare in sella?
“I piloti hanno tutto un ego molto grande, tutti pensano di essere migliori degli altri. Il Dovi per anni si è lamentato di una moto che non girava, ha quasi sempre sottolineato i difetti della Ducati invece di lodarne i punti di forza, quindi nella sua testa vede la M1 come la moto che aveva quei pregi. Questo gli ha fatto venire voglia di correre, il che non vuol dire che sarà un successo. È un grande rischio, da quel punto di vista tanto di cappello, perché il Dovi ha più da perdere che da guadagnarce in questa situazione " la risposta di Livio, che ha anche ricordato le battaglie tra Andrea e Marquez: “sono stati anni in cui ha vinto Marc, non c’è dubbio. Il passaggio al software unico aveva dato un vantaggio enorme alla Ducati”.
Ora la casa di Borgo Panigale sembra la favorita, ma sarà così?
“Sicuramente la Ducati ha un’ottima moto, Pecco si è sbloccato dopo la prima vittoria. Sono convinto che se ci fosse riuscito già al Mugello avrebbe potuto rendere la vita più dura a Quartararto. Hanno piloti di gran talento, e fra loro ci metto anche Miller, quindi hanno tutte le carte in regola. L’incognita più grossa sarà capire come sta Marc, abbiamo visto cosa è riuscito a fare lo scorso anno a mezzo servizio”.
L’ultima battuta è sul passaggio di Darryn Binder dalla Moto3 alla MotoGP, salto che aveva già fatto Miller, grazie a Suppo.
“In quell’anno Nakamoto e io non reputammo che ci fossero piloti molto interessanti in Moto2, Jack aveva uno stile di guida molto aggressivo e si giocò il Mondiale fino alla fine, quindi avevamo deciso di provarci. Se devo essere sincero, ero convinto che la Honda Production Racer, la moto clienti, fosse più competitiva, come mi aveva assicurato Nakamoto. Probabilmente, se avessi saputo che quella moto invece non era invece così competitiva, non avrei fatto fare quel salto a Miller” ha ammesso.