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Motociclisti e automobilisti vedono la strada in maniera diversa

Lo ha dimostrato uno studio dell'Università di Bournemouth che ha monitorato funzioni visive, cognitive e neurologiche delle due categorie. Ecco i risultati

Moto - News: Motociclisti e automobilisti vedono la strada in maniera diversa

Avete mai riflettuto sul vostro stile di guida? Nel senso: salite in moto, e guidate in una certa maniera. Poi vi sedete in auto, stesso percorso, e se ci fate caso, qualcosa cambia. Lo stile di guida è diverso. Attenzione però, poiché essendo voi motociclisti, avrete sempre e comunque un determinato modo di vedere le cose: la strada, le traiettorie, gli ostacoli, i pericoli, ed i motociclisti stessi. Invece un automobilista, che non è mai salito su una due ruote avrà una visione della strada diversa dalla vostra. A confermarlo, ora c'è uno studio, un progetto guidato dalla ricercatrice (e motociclista) Shel Silva, che ha valutato le influenze neurologiche e cognitive di motociclisti e automobilisti.

L'esperienza fa la differenza

Lo studio si è concentrato su diversi punti. Tra le varie cose, si è scoperto che gli utenti della strada vedrebbero gli oggetti più grandi sulla strada, come camion, autobus e così via, come una minaccia maggiore rispetto agli oggetti più piccoli, ad esempio proprio come le motociclette e altri utenti vulnerabili, come i ciclisti ed i pedoni. Silva ha anche scoperto che l'identificazione, la percezione e la conoscenza dei potenziali rischi da parte di un motociclista cambierebbero a seconda delle sue qualifiche ed esperienze motociclistiche. Insomma un neo-patentato (qui le nuove regole per le Patenti 2022) avrà una visione differente delle cose rispetto ad un motociclista navigato di 60 anni e con due o trecentomila chilometri di strada sulle spalle.

La ricercatrice non si è fermata solo a questo, poiché per completare lo studio ha utilizzato il monitoraggio degli occhi. Si è scoperto che la vista di un motociclista può avere difficoltà, un punto cieco naturale nell'occhio umano. Il cervello di un guidatore invece può sperimentare il "mascheramento saccadico", ovvero, quando il cervello riempie le informazioni quando sposta gli occhi da un punto all'altro. Questo causerebbe potenzialmente l'oscuramento alla vista del "mezzo più piccolo". Per rendersi più visibile sulla strada, dovremmo dunque spostando la posizione della motocicletta prima di effettuare una svolta. Il "trucco", è quello di spostare la moto dal centro della corsia, più vicino alla linea bianca prima di svoltare. Silva conclude che questo movimento può innescare una risposta di orientamento visivo negli altri utenti della strada, attirando di conseguenza la loro attenzione sul rider.

Silva ha spiegato: “La ricerca suggerisce che comprendendo le conoscenze dei motociclisti e l'identificazione dei rischi è possibile informare meglio la formazione e i materiali che attraggono i motociclisti. È fondamentale capire che i motociclisti non hanno bisogno di una formazione su come guidare una motocicletta, ma trarrebbero vantaggio da maggiori abilità su come leggere la strada e gli altri utenti della strada. Conosco amici e persone che sono morte o hanno subito ferite che cambiano la vita dopo aver subito una collisione con la moto. Questa ricerca è davvero importante per me e avere l'opportunità di aiutare a salvare la vita dei motociclisti è un onore personale". Per maggiori informazioni sullo studio e sul progetto DocBike, lo trovate a questo link: docbike.org

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