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Petrucci: "La Dakar sembrava fosse un ripiego invece mi ha reso unico"

VIDEO - "Pensavo che lasciando la MotoGP non mi sarebbero più successe certe cose. Il test a Portimao? Non ho ancora i biglietti. Marquez vuole essere a Sepang"

Petrucci: "La Dakar sembrava fosse un ripiego invece mi ha reso unico"
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Danilo Petrucci è stato ospite della nostra diretta (che potere rivedere integralmente qui sopra) per raccontarci a mente fredda la magnifica esperienza della Dakar e parlare del proprio futuro, che partirà a Portimao con il primo test in sella ad una Ducati Panigale V4 in vista del suo approdo in MotoAmerica. Il Petrux ha condiviso con noi la grande soddisfazione provata nel portare a termine una Dakar che dall'inizio sembrava davvero non volergli sorridere, con tutti gli infortuni ed i problemi alla moto che l'hanno rallentato ma non sono stati in grado di fermarlo prima di coronare questo sogno. 

"La seconda parte della Dakar è stata molto dura - ci ha raccontato Danilo -  ce l’ho messa tutta ma un paio di cadute alla fine sono state anche abbastanza importanti. Ho fatto degli esami e sembra che si sia dislocata la clavicola, ma non va operata per fortuna. Niente di gravissimo, peccato che l’ultima sia capitata a tre chilometri dal traguardo. Sono felice di averla finita ed è stata un’esperienza che mi ha cambiato tanto. Non ero abituato a fare questo tipo di gare e non sapevo cosa spettarmi ed ho iniziato proprio dal Rally più duro. Si trattava di nuotare o affogare". 

Cosa ha significato per te questa Dakar?
"Sembrava che la Dakar fosse un ripiego per me non avendo trovato niente in MotoGP, invece per me è stata una svolta e questo mi è piaciuto molto. Mi ha reso unico per quello che ho fatto ed è stato emozionante. Pensavo che uscendo dalla MotoGP non mi sarebbe più successo, invece è andata così. Io per tanti anni non mi sono goduto quello che facevo in MotoGP, perché la pressione era altissima. Magari oggi mi manca anche quella pressione, perché è una spinta ad andare sempre più forte. Però questa Dakar è stato il mio percorso per tornare a divertirmi in moto ed ha funzionato". 

C'è stata anche tanta sfortuna, forse avresti potuto raccogliere anche di più.
"
Sono successe tante cose. La moto si è fermata tre volte per problemi elettrici, una volta non si è capito bene se sono stato io a fare guai mentre la riparavo. Poi mi è capitata benzina sporca, poi c’è stato un problema di fornitura sul sistema elettrico che è stato cambiato a due tappe dalla fine. Si è anche rotto il mono posteriore e non era mai successo. Dispiace perché un paio di volte mi sono anche spaventato. Alla tappa 9 ero sul podio di nuovo e mi sono davvero incazzato la sera. Diciamo che non mi sono goduto molto l’arrivo perché ho avuto tanti problemi ed ero arrabbiato". 

Petrucci: "Nonostante qualche brutto segnale, non ho mai pensato di fermarmi alla Dakar"

Hai mai pensato di fermarti?
"Ho avuto vari segnali che questa potesse essere davvero durissima, quasi dei segni del destino. Tra il covid, l’infortunio, i problemi alla moto sembrava mettersi male. Ma adesso mi manca quasi e sono davvero felice di aver vissuto questa esperienza. Quest’anno è stata un po’ estrema, perché mi ero preparato per pochi giorni prima di partire. Non mi sono potuto allenare moltissimo, anche perché avevo l’astragalo rotto prima della partenza, quindi non è stata una preparazione perfetta. Mi piacerebbe tornarci magari con maggiore esperienza e preparazione, vorrei imparare a gestire meglio il roadbook. Poi un conto è giocarsi una singola tappa, un altro lottare per vincere la Dakar". 

Riguardo il test di Portimao cosa puoi dirci?
"Io non sapevo neanche quando ci sarebbero stati questi test. Per ora non ho i biglietti sulla mail, ma me ne hanno parlato. Ci sarò, ma non so neanche quali saranno i giorni precisi". 

Sembri stanco, è stata davvero durissima per te. 
"Si, ci sto mettendo tempo per recuperare. Dormire non è facile, mi ero abituato ad orari completamente diversi. Da un lato era anche la cosa bella, perché lì non pensavo a niente. Si trattava solo di andare in moto, mangiare e dormire. Poi io avevo un’ora in cui sparavo le cazzate su Instagram per divertirmi ed è stato bello. Oggi ho fatto penso dieci interviste, ed io avevo smesso con la MotoGP anche per andarmene da questa cosa!". 

Hai detto tante volte che la MotoGP ti ha aiutato anche per la Dakar. Puoi spiegarci come?
"La MotoGP è il massimo del Motorsport a due ruote, i piloti che ci sono oggi sono tutti fortissimi e molto preparati sotto tutti i punti di vista. Devi lavorare tantissimo, anche perché non puoi andare in moto per allenarti, su una MotoGP. Però devo sottolineare che la mia preparazione per la Dakar non è stata il massimo, avrei potuto fare di più. Di certo mi ha aiutato tutto il lavoro fatto per stare in MotoGP in questi anni, fortunatamente non ho mai avuto incidenti gravi e mi sono sempre allenato moltissimo. Questo mi ha aiutato senza dubbio". 

Una parentesi per Marquez, che è tornato in sella. Credi che quel test di Portimao gli apra le porte definitivamente per Sepang?
"Secondo me il test di Marquez a Portimao è stato abbastanza significativo. Lo sforzo che fai durante una gara della MotoGP, lo puoi replicare solo in gara ed in nessun altro modo. Anche se fai una simulazione gara, non raggiungi quello stress. Però quella prova di Marc è stata propedeutica per fare poi i test veri. Gli sono serviti per capire tante cose, già guidare una moto come quella è indicativo. Lui vuole assolutamente andare a Sepang, almeno provarci. Per me si è ripreso se gli hanno permesso di girare in pista. I test di Sepang a me non mancano! So che sono importantissimi, ma avrei pagato per non andare. Sono un po’ come la Dakar, sono davvero tosti".

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