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Antonelli: "Vedere i miei ex rivali in MotoGP fa male, riinizio dalla Moto2"

"Se loro ci sono riusciti e io no, significa che hanno fatto meglio di me. Guardo il passato solo per non commettere gli stessi errori, ora sono dove avrei sempre voluto essere"

Moto2: Antonelli:

Dopo 10 anni in Moto3, Niccolò Antonelli ha fatto il passo in Moto2. La prima presa di contatto con la Kalex del team VR46 è avvenuta a fine novembre e ora avrà tutto l’inverno per prepararsi alla nuova avventura. Il pilota di Cattolica non si aspettava di rimanere così tanto tempo nella classe cadetta, ma ora è giunto il momento di guardare avanti.

Niccolò, il primo test sulla Moto2 è stato fatto.
“Direi finalmente! Siamo stati un po’ sfortunati con il tempo, in entrambi i giorni è piovuto un po’ e le macchie di bagnato rompevano le scatole. Quando l’asfalto ha iniziato ad asciugarsi è stato figo, ho iniziato a capire la moto e a provare a spingere. Piegare con la Moto2 è bellissimo con quelle gommone. È stato un test interessante, ora ho un sacco di informazioni”.

"La Moto2 è divertente e più simile a una 1.000 di serie che a una 600"

Ti alleni abitualmente con la Yamaha R6, serve a prepararsi alla Moto2?
Il problema è che una Moto2 è più vicina a una 1.000 che a una 600, la potenza cambia. Per fare un esempio, con la R6 giriamo in tempi vicini a quelli di una Moto3, la Moto2 è molto diversa, è una vera moto da corsa”.

È come te l’aspettavi?
Ero super agitato prima di salire in sella, mi ero fatto un’idea ma non sapevo cosa aspettarmi. Dopo tanti anni in Moto3 è un cambiamento grosso, ma una volta in sella mi sono subito tranquillizzato. Ci sono tante cose da capire, ma è una moto molto divertente. Mi aspettavo un po’ più di potenza, mentre non pensavo fosse così difficile gestire l’impennamento. C’è tanto da imparare, per esempio come fare girare la moto derapando in curva, è così che la guidano quelli bravi, in modo da rialzarla prima”.

Sarà un processo lungo? Si sono visti tanti debuttanti subito veloci, uno su tutti Raul Fernandez.
L’obiettivo è quello di andare forte. Mi sono trovato abbastanza bene dall’inizio e ho una squadra incredibile, non ho e non devo avere fretta ma cercherò di imparare il prima possibile. Da adesso in poi mi allenerò con l’Academy sulla 1.000 e quello sicuramente mi darà una bella mano, ho saputo che tanti debuttanti in Moto2, come Acosta, l’avevano già fatto. Spero che nei prossimi test peso e potenza non siano più un problema”.

"Potessi tornare indietro, passerei in Moto2 prima"

Hai corso 10 anni in Moto3, credevi ci saresti rimasto un po’ meno?
La verità è che sarei potuto andare in Moto2 prima. Mi ero trovato in una situazione in cui, dopo avere deciso di restare in Moto3, la stagione successiva non era andata benissimo e quindi non avevo più la possibilità di passare, ero ripartito da zero. Sicuramente, potessi tornare indietro, coglierei l’occasione di passare in Moto2 nel 2015, nel 2016. Alla fine con i ‘se’ e con i ‘ma’ non si va avanti, quindi va bene così”.

Molti piloti contro cui hai corso in Moto3, da Mir a Quartararo, da Bagnaia a Bastianini, sono già in MotoGP. Che effetto ti fa?
È la realtà dei fatti ed è inutile non guardarla. Ovviamente fa un po’ male, soprattutto ricordando tutti gli errori che ho fatto. Ero partito nelle stesse condizioni, con tutte le carte in mano, se ora loro sono lì e io no, significa che hanno fatto qualcosa di meglio rispetto a me. I motivi li conosco, so cosa mi è successo nella mia carriera, devo solo guardare avanti e il prossimo sarò dove avrei sempre voluto essere. Il futuro è da scrivere, penso di essere un pilota forte e voglio dimostrare di essere competitivo in Moto2. Ognuno ha la sua storia”.

"In passato sono stato troppo generoso e mi ha portato a farmi male"

Pensi di avere ottenuto meno di quanto meritassi in Moto3? Hai avuto tantissimi infortuni.
Gli unici due anni senza infortuni sono stati il 2012 e il 2015, anche quest’anno mi sono rotto una mano, ma solo due ossicini, si sono messi a posto in fretta. Ci sono state stagioni in cui gli infortuni sono stati un problema. Sicuramente ho qualche rimpianto perché a volte sono stato troppo generoso e questo mi ha portato a farmi male. Sono convinto che avrei avuto una carriera diversa con meno infortuni, però è il passato. Ora sono in una buona squadra, posso ricominciare in una nuova categoria, cercherò di fare meglio in Moto2. Per me è un nuovo inizio e sono felice, guardo al passato solamente per non commettere di nuovo gli stessi errori”.

È comunque il momento giusto per fare questo salto?
Nell’ultima stagione ho imparato tante cose, potevamo fare anche meglio a livello di risultato finale senza qualche bega, ma la squadra mi ha fatto crescere tanto, sono riuscito a superare alcuni miei limiti, anche di guida. Questo passaggio in Moto2 arriva in un buon momento, in più lo farò con un team bellissimo, ci conosciamo bene, abbiamo tanto da darci. A parte l’età, perché mi sarebbe piaciuto arrivare qualche anno prima,  ma va tutto alla grande”.

Quanto sei diverso da quel ragazzo che aveva fatto i suoi primi passi nel Mondiale nel 2012?

Ne parlavo proprio con il mio babbo, vedo questi ragazzi di 16, 17 anni già maturi, non c’è una grande differenza tra me e loro. Quando ero arrivato, ero quasi un bambino, non ero pronto di testa come i debuttanti di adesso, hanno già le idee chiare e le moto ufficiali. Sanno già quello che devono fare, io sto iniziando a capirlo adesso (ride). Quando ero più piccolo davo solo del gas, non sapevo gestirmi”.

"Ora le moto vanno tutte forte, è quello che crea le gare di gruppo in Moto3"

Ci sono state però molte critiche sui comportamenti dei giovani della Moto3, è stata anche deciso di alzare l’età minima da 16 a 18 anni.
Non mi sono mai esposto troppo su questo argomento ma, se devo dire la mia, un cambiamento negli anni c’è stato, e anche molto grosso. Secondo me alzare l’età minima non cambierà nulla, queso tipo di problema non c’era anni fa perché c’erano moto diverse sullo schieramento. Mi spiego: se avevi la Honda o la KTM ufficiale stavi davanti, con la Mahindra o l’FTR facevi più fatica, quindi si creavano più gruppetti con meno piloti. Ora invece tutte le moto fanno paura, lo stesso vale per le gomme, e per quanto riguarda i piloti i primi 20 quest’anno potevano salire sul podio, quindi si è tutti molto vicini e il livello di ignoranza sale. Molti piloti non hanno paura di nulla e vengono fuori queste gare. La mia soluzione sarebbe di tornare a moto ufficiali e moto standard, ma non so se si possa fare. Vedremo cosa farà la Direzione Gara, mi auguro che certi incidenti non accadano più”.

Quali sono i tuoi programmi per l’inverno?
Soprattutto lavoro perché devo aumentare la mia forza, la Moto2 è molto fisica e voglio farmi trovare pronto a febbraio. Poi andrò un po’ a sciare”.


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