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MotoGP, Ajo risponde a Fernandez: "La nostra professionalità non è mai mancata"

Parla Aki: "È normale che il secondo classificato sia deluso, soprattutto dopo una stagione così e quando è stato più veloce del nuovo campione del mondo"

MotoGP: Ajo risponde a Fernandez:

Raul Fernandez si sta rivelando senza mezzi termini una delle più piacevoli sorprese del Motomondiale dell'ultimo biennio. Dapprima in Moto3 e successivamente in Moto2, il talentuoso pilota madrileno ha compiuto il definitivo salto di qualità in parallelo all'ingresso nei programmi di Red Bull KTM Ajo dopo la parentesi del 2019 sotto le insegne del Team Angel Nieto. Riconosciuto talent scount e "costruttore" di campioni del mondo, Aki Ajo lo ha fatto letteralmente sbocciare dal punto di vista sportivo.

Ciononostante, in questo momento il 53enne si trova bersaglio di accuse per aver ostacolato la lotta al titolo 2021 della classe di mezzo fra Fernandez stesso e il compagno di squadra Remy Gardner, favorendo apparentemente il successo del figlio d'arte. Come riportato nel pezzo pubblicato qualche ora or sono dai nostri colleghi di Speedweek.com, tali considerazioni sembrano contenere un fondo di verità in quanto lo spagnolo avrebbe dovuto gareggiare in Moto2 per un'ulteriore stagione, quando in realtà nessuno si aspettava un exploit da rookie del genere. 

In tal senso, in primavera Aki Ajo ha dichiarato: "Per KTM è sufficiente portare un pilota all'anno dalla Moto2 alla MotoGP". Se in un primo momento il classe 2000 aveva espresso la volontà di proseguire nella categoria cadetta, la successiva offerta da parte dell'allora Team Petronas SRT ha cambiato i piani strategici del marchio austriaco, fornendo di conseguenza a Raul una sella nella classe regina con Tech3 Factory Team di nuovo al fianco di Remy Gardner.

In seguito al primo GP di Misano risalente al mese di settembre, l'attuale vicecampione in carica della Moto2 aveva ben poco da additare contro il team manager finlandese, tant'è che sempre a Speedweek.com aveva espresso il seguente pensiero: "Ai tempi della Rookies Cup, andavo ogni volta alla Red Bull Hospitality ad ammirare Aki. Era ed è un grande uomo per me. Non so se è il miglior team manager, ma penso che la sua squadra sia uno delle migliori tre. Che bello, sembra di far parte di una vasta famiglia. Grazie ad Aki sono riuscito a guardare avanti e ad attarmi alle prerogative della Moto2. Quando avevo delle domande, andavo da lui". Al contempo, si sentiva persino orgoglioso di aver assicurato la 100esima vittoria nella storia alla struttura di Ajo tra Spielberg e Aragon.

Speedweek.com ha intervistato pertanto Aki Ajo in tempi recenti, confrontando le risposte con le presunte accuse di Fernandez.

Aki, hai letto l'intervista a Raul Fernandez?

"Sì, l'ho vista. Voglio solo dire che Raul ha avuto una stagione incredibile. Ho davvero molto rispetto per il suo anno da rookie, è un talento indescrivibile. La sfida è stata coinvolgente, ma lo ripeto, la nostra professionalità non è mai venuta a mancare. Sono felice e soddisfatto di questo. Se un pilota ora pensa che non tutto è andato in modo ottimale, è comprensibile. Colui che non ha vinto il campionato del mondo sta cercando le ragioni. Raul ha celebrato otto vittorie nella sua stagione da debuttante. Remy ha vinto cinque volte, è stato più costante, ha avuto una stagione incredibile. E non c'erano spaccature interne al box, dobbiamo essere fieri della nostra stagione".

Anche Raúl si è comportato professionalmente con le sue dichiarazioni? Non ha fatto il tuo nome, ma si è lamentato della mancanza di leadership, che gli sono stati posti degli ostacoli. È un cattivo perdente?

"Ripeto, sono rimasto sorpreso di come i miei due piloti della Moto2 sono rimasti calmi, Raul compreso. Certo, erano entrambi in lotta per il titolo fino all'ultimo giro. È normale che il secondo classificato sia deluso, soprattutto dopo una stagione così e quando è stato più veloce del nuovo campione del mondo in alcune gare. Ma dovremmo essere molto felici come squadra viste le nostre prestazioni. Abbiamo tutti imparato. È stata un'esperienza preziosa. Non sempre il pilota più veloce diventa campione del mondo. Ci sono molti fattori che condizionano le prestazioni. I giovani piloti possono vincere, anche dominare alcune gare e lottare per il titolo. Che tu sia campione del mondo o meno, questo non ti dice tutto sul fatto che tu sia pronto o meno per la MotoGP. Ci sono altri aspetti che giocano un ruolo. Nel caso di Raul, è incredibile quello che ha fatto in questi due anni con noi. Raul stesso ha menzionato nelle interviste che sono stato in grado di aiutarlo nel 2020 nella sua prima stagione Moto3 con noi. Quest'anno era così veloce e così professionale che spesso era difficile aiutarlo di più e insegnargli di più. A volte ero anche prudente, perché il primo passo con i giovani piloti in Moto3 è spesso più facile. L'anno scorso, io e la squadra siamo stati in grado di aiutare maggiormente. Alla fine della stagione 2020, ha capito la ricetta del successo. Abbiamo poi visto che ha subito continuato a questo livello in Moto2. Ho una visione positiva della stagione di Raul. Sono estremamente grato per la meravigliosa performance che ha fornito. Se ora ha fatto certi commenti, non importa. Anche una persona anziana come me non sempre riesce a mantenere la calma. Mi sono commosso fino alle lacrime dopo entrambe le gare a Valencia. Quindi non possiamo aspettarci che i giovani piloti abbiano sempre il controllo delle loro emozioni".

Ti trovavi ai test della MotoGP a Jerez la settimana scorsa. Hai parlato con Raul?

"Ho fatto una chiacchierata con lui. Gli ho solo assicurato che ha fatto un buon lavoro. A parte questo, non abbiamo discusso di nulla. Mi ha raccontato un po' delle sue impressioni con la KTM della MotoGP. Abbiamo passato due anni fantastici insieme. Lo tengo a mente. Non mi concentro sulla lettura delle interviste; preferisco farlo sul mio lavoro".

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