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MotoGP, Flamigni: "Rossi proverà la Ducati del team VR46, è troppo curioso"

Con noi nella GPOnecar lo storico telemetrista di Valentino: "è concentrato come sempre, nel box si comporta come se dovesse correre altri dieci anni. Nel 2022 correrà in auto, ma sono convinto che non rinuncerà a salire sulla Desmosedici del fratello Luca"

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In questa ultima GPOnecar dell'anno abbiamo portato in circuito, a Valencia, Matteo Flamigni, storico telemetrista di Valentino Rossi. Matteo lo seguirà nel neonato team VR46 come capotecnico di Marco Bezzecchi. Con lui abbiamo parlato del futuro, ma anche dell'ultimo Valentino Rossi, quello che fatica ad andare a punti. E di come è arrivato alla decisione di fermarsi.

"Ci siamo accorti che Rossi era in difficoltà e forse per questo poi ha deciso di ritirarsi. Ma se ci pensate anche oggi prende distacchi minimi, ha fatto 10° a Misano ed anche a Portimao è andato bene. E' solo che la il livello della MotoGP è molto alto e basta prendere un decimo che sei dietro".

Matteo può comparare le prestazioni di Rossi con quelle degli altri piloti Yamaha, guardando i dati della telemetria.

"A seconda del pilota con cui faccio la comparazione emergono elementi diversi. In questo momento per esempio, Quartararo stacca molto forte e perdiamo lì, con Morbidelli invece perdiamo in concorrenza, ma sono dettagli minimi che sommati nell’arco della gara fanno però la differenza".

Una analisi cruda, alla quale però Flamigni aggiunge una considerazione importante.

"In questo momento soffriamo più nel giro secco che durante gara, partendo in seconda o terza fila Valentino in gara riuscirebbe ad esprimersi, come ha sempre fatto".

Matteo Flamigni confuta comunque che dopo nove titoli mondiali il pesarese gliela abbia 'data sù'.

"Assolutamente no. Vale non gliela ha data sù, anzi è sempre molto motivato in tutto quello che fa, anche in questo ultime gare. Un aneddoto: stavamo smontando il box a Portimao, e lui si è presentato, come fa sempre e mi ha detto: bisogna che guardiamo una cosa in quella curva, guardiamola con più attenzione, così se si ripresenta sappiamo cosa fare...Io mi sono commosso, lo confesso, sembravano le parole di un pilota che dovesse correre altri dieci anni...".

Ma cos'è che ferma Valentino, allora?

"A volte è sufficiente un’entrata che ti lascia la sensazione di chiusura dell’anteriore. Ciò ti comunica una sensazione di insicurezza che ad inizio carriera dimentichi subito, mentre a fine carriera te la porti dietro per sei o sette curve".

Da lunedì Rossi sarà un pilota di auto. ma ne siamo proprio convinti? Matteo Flamigni pensa di no. Non del tutto, perlomeno.

"Io conoscendolo credo un giro sulla Ducati lo farà, anche solo per  la curiosità di provare una moto diversa dalla Yamaha".

Matteo, che sulla Ducati ha lavorato nel biennio 2011-2012 pure ha delle curiositià.

"Si, sono curioso di capire quanto è diversa dalla Ducati sulla quale ho lavorato io con Vale. Un altro aneddoto: Alex Briggs, uno degli storici meccanici australiani di Mick Doohan, quando si trovò nel box a rimontarla per la prima volta, mi disse: Matteo, con i pezzi di questa moto se ne fanno due! Erano i tempi, bisogna ricordarlo, in cui la Desmosedici non aveva il telaio, quindi erano tantissimi i pezzi per ancorare il motore che fungeva da struttura portante".

Guardate l'intera intervista sul nostro canale Youtube o cliccando sull'immagine in alto.

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