Arriva Casey Stoner. Bagnaia vince la gara, Miller sale sul podio, Ducati vince il titolo costruttori, Pramac quello team indipendenti, Quartararo cade. Ce n’è abbastanza per scrivere un intero libro sull’influenza dell’australiano sulla costellazione rossa. A Borgo Panigale, invece di spendere milioni in sviluppo e ingaggi, stanno pensando di rapire il Canguro Mannaro e tenerlo rinchiuso nel box per le prossime stagioni.
Essendo australiano, in Moto2 Remy Gardner non poteva che sentire anche lui il benefico effetto e ipotecare il mondiale.
Purtroppo l’influenza di Casey non ha effetto sui sudafricani. Così Binder falcia Foggia come una spiga di grano maturo e Pedro Acosta vince il titolo. Non grazie all’incidente provocato da Darryn, ma perché è forte. Naturalmente anche lui prima si era fatto una foto con Stoner, però.
Solo coincidenze?
IL BELLO – Provaci ancora, Pecco. Lo ha fatto e ha portato a compimento quello che aveva lasciato nella ghiaia a Misano. Pole position, giro veloce e vittoria per fare sapere a tutti (ma anche a se stesso) che il prossimo anno ci sarà. Va bene il titolo costruttori, un premio che diventata importante solo quando si manca quello piloti. A Borgo Panigale sono stufi della medaglia d’argento, Bagnai sta iniziando a capire come trasformarla in oro.
IL BRUTTO – C’è chi pensa a una colletta per riavere Casey Stoner a tempo pieno nel paddock, i piloti Ducati hanno già tirato fuori il portafoglio. In un GP un po’ scarico dopo il Mondiale assegnato, il Canguro Mannaro ha avuto un’accoglienza da star. Tra una foto con i colleghi, interviste e consigli assortiti, la sua mancanza si farà sentire.
IL CATTIVO – Più che cattiveria, incoscienza, un blackout neuronale. La cosa sbagliata, al momento sbagliato, contro il pilota sbagliato. Darryn Binder ha fatto una tripletta dell’orrore. Non è il miglior biglietto da visita per presentarsi in MotoGP fra qualche giorno. Del resto non ne aveva neppure bisogno, la sua fama l’avrebbe preceduto comunque. Accompagnata dai brividi sulla schiena degli altri piloti quando se lo ritroveranno di fianco.
LA DELUSIONE – Dopo il podio di Silverstone (e il 4° posto di Aragon) l’Aprilia sembra essere andata in letargo. L’autunno concilia il sonno, ma servirebbe una sveglia almeno per l’ultima gara. Ad Aleix Espargarò è tornato il vizio di cedere alla forza di gravità, Vinales è in evidente stato confusionale. Non serve un medico, solo un buon risultato.
LA CONFERMA – Remy Gardner ha cavalcato l’onda, lunga, che lo porta al titolo. Gli mancano in verità ancora 3 punti, il numero perfetto quando rimane una sola gara.
L’ERRORE – Semel in anno licet insanire, o cadere. Fabio Quartararo è scusato per l’errore, il primo in gara di tutta la stagione. Dicono che un neo renda una bellezza ancora più interessante, forse fa lo stesso una caduta con un anno perfetto.
LA SORPRESA – Marc non c’era, Alex ha tenuto alto il buon nome della famiglia Marquez. Poteva anche scapparci un podio senza la bandiera rossa, ma non c’è di che lamentarsi. Honda ha aperto i cordoni della borsa degli aggiornamenti e il risultato è arrivato. Non è un caso.
IL SORPASSO – All’esterno, alla prima curva, passando 4 piloti. Un sorpasso da campione del mondo, cosa che effettivamente Pedro Acosta ora è. Lo squalo spagnolo è appena arrivato nel motomondiale e fa già paura.
LA CURIOSITA’ – Aveva vinto un campionato del mondo, ma non si era mai qualificato in prima fila. Joan Mir ha scoperto la nuova sensazione. Non resta che scoprire quanti anni passeranno prima di vederlo in pole.
IO L’AVEVO DETTO – Quartararo: “sono a Portimao per divertirmi”. Possibile che l’abbia fatto, ma non in pista.