Per il secondo Gran Premio consecutivo, Johann Zarco si è dovuto accontentare della quinta posizione sulla bandiera a scacchi. Sfumata la prima fila per una manciata di millesimi nelle qualifiche del sabato, quest’oggi l’alfiere del Team Pramac ha cullato i sogni di podio fino a pochi giri dal termine, frutto di una scelta ponderata degli pneumatici Michelin, prima che la gara venisse interrotta per la rovinosa carambola nelle retrovie in cui sono rimasti coinvolti Iker Lecuona e Miguel Oliveira. Un episodio che, al contempo, gli ha precluso la possibilità di restare in corsa per la top-3 di campionato.
“Abbiamo confermato la velocità mostrata nell’arco dei tre giorni. Inizialmente non avevo un buon feeling, specie con l’anteriore, dopodiché il mio ritmo è cresciuto. Senza la bandiera rossa, credo che ci saremmo giocati il podio in quanto la gomma hard stava pagando sulla lunga distanza. Era un’occasione molto ghiotta. In ogni caso sono contento. Mir ha dimostrato ancora una volta che non si diventa campioni per caso, grazie ai 20 punti odierni si è garantito il terzo posto finale. Non nego un leggero dispiacere, ma anche rientrare in top-5 penso che rappresenterebbe un eccellente traguardo”.
Dati alla mano, il francese è risultato uno degli unici del gruppo di testa ad aver opzionato la hard che, almeno sulla carta, avrebbe potuto riportarlo sulla coppia composta da Miller e Marquez. Ciononostante, si è potuto consolare laureandosi ufficialmente quale miglior pilota indipendente del 2021.
“Ieri numerosi piloti si sono trovati a loro agio con la dura al posteriore, io però non ci sono riuscito. Ci siamo basati sulla precedente esperienza di aprile, sapevo che tale specifica mi avrebbe permesso di compiere una gara positiva. La scelta si è rivelata azzeccata, ha lavorato egregiamente fin dallo start e credevo di avere un piccolo vantaggio nelle battute conclusive, invece gli avversari hanno mantenuto un passo costante”, ha concluso.
Martin: “Appena sei mesi fa mi trovavo in ospedale”
Altro week-end solido pure per il compagno di squadra, Jorge Martin. Scattato bene allo spegnimento dei semafori, il secondo portacolori del Team Pramac è rimasto a ridosso delle posizioni di vertice per la stragrande maggioranza della contesa odierna, salvo poi allentare la presa complice un crollo considerevole della prestazione dello pneumatico Michelin didietro, concludendo in settima posizione alle spalle di Johann Zarco e Pol Espargaro.
“Credo sia stata la miglior gara della mia stagione, avevo un buon ritmo e di questo ne sono molto felice. L’importante era non commettere errori per portare a casa un risultato positivo e continuare la nostra crescita. Dopo la partenza, sono riuscito a restare vicino alla top-3, Jack Miller e Alex Marquez non sono scappati via - ha puntualizzato - purtroppo, nel finale ho accusato un calo significativo della gomma posteriore. Ho cercato di metterci una pezza, ma invano. Dobbiamo senz’altro fare dei passi in avanti sotto questo aspetto in vista dei prossimi appuntamenti”.
In un tracciato che lo scorso aprile gli aveva fatto vedere i sorci verdi in virtù delle fratture del primo metacarpo della mano destra e del malleolo mediale destro rimediate nel corso delle prove libere, nonostante i quattro gran premi persi, lo spagnolo è tuttora in piena lotta contro Enea Bastianini per il ruolo di “Rookie of the Year”. Adesso il nostrano lo precede di appena tre lunghezze e, dando uno sguardo al futuro GP di Valencia, occorre risolvere le noie avute oggi.
“Ieri avevo pessime sensazioni con la specifica hard, quindi abbiamo preferito scegliere la media anche in base alle temperature più alte di quest’oggi. Penso si trattasse della scelta corretta, adesso dovremo analizzare i dati per comprendere il motivo del drop conclusivo. La sesta posizione penso che fosse un traguardo raggiungibile, sono rimasto in piena top-5 per venti giri, in ogni caso mi ritengo soddisfatto lo stesso considerato che appena sei mesi fa mi trovavo in un letto d’ospedale”, ha detto.