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MotoGP, Dovizioso: “Non sono tornato per fare numero, ma la realtà è questa”

“Ci sarà un motivo se Morbidelli non voleva correre di nuovo con questa Yamaha, mi sorprende avere un distacco di solo un secondo dalla vetta. Adesso è inutile parlare dei risultati, mi congratulo con Pecco e Ducati”

MotoGP: Dovizioso: “Non sono tornato per fare numero, ma la realtà è questa”

Altro tracciato, ciononostante il leitmotiv è rimasto pressoché immutato. Sulla stessa falsariga del precedente week-end al Misano World Circuit Marco Simoncelli, il secondo appuntamento stagionale all’Autódromo Internacional do Algarve in quel di Portimao si sta rivelando particolarmente avaro di soddisfazioni per Andrea Dovizioso. Anche in tale circostanza il piatto piange al termine delle qualifiche, che hanno proiettato il portacolori del Team Petronas SRT in una mediocre 21esima posizione col crono di 1’39”918, di fronte giusto al giapponese Takaaki Nakagami.

“Rispetto a ieri siamo riusciti a migliorare la frenata, specialmente quella della prima curva. Nel complesso il tempo sul giro è piuttosto buono, chiaramente sappiamo bene quali sono i limiti del nostro pacchetto tecnico. Anche se tutti si aspettano di più, oggigiorno è normale essere nelle retrovie quando prendi un secondo dalla pole, soprattutto se ti ritrovi della partita in corso d’opera come me, cosa abbastanza insolita. Reputo inutile parlare dei risultati attuali, vedremo il prossimo anno, ma dobbiamo comunque sfruttare queste occasioni e guardarle con positività, aspettando i test di Jerez dove finalmente proveremo la M1 aggiornata”.

Di rientro nella classe regina del Motomondiale in seguito al prolungato sodalizio con la Casa di Borgo Panigale, fin da subito si sapeva che avrebbe avuto vita difficile alla guida della datata quattro cilindri di Iwata, ereditata da Franco Morbidelli. Un fattore messo in conto dal 35enne, in attesa/nella speranza di buone nuove in ottica futura stagione.

Non sono tornato in MotoGP per fare numero, però la realtà è questa e bisogna prenderla di conseguenza. Ho deciso di prendere parte alle cinque gare rimanenti nel tentativo di essere il più preparato possibile nel 2022, dunque le prestazioni di oggi non contano. Ad ogni pilota piace essere nelle posizioni che contano, ma ci sarà un motivo se Morbidelli non voleva correre di nuovo con questa Yamaha dopo la passata stagione, nonostante il 2° posto in campionato. Adattarsi alle prerogative di una nuova moto richiede tempo, mi auguro di averlo. La situazione è completamente differente rispetto a quella a cui ero abituato, anche dal lato meccanico, aggiungendoci pure che in alcuni punti perdiamo decimi ‘gratis’. Visto il feeling attuale, mi sorprende avere un distacco di solo un secondo dalla vetta (scherza)”.

Fin qui è parso evidente il grande divario prestazionale in pista tra il fresco campione 2021 Fabio Quartararo e i tre compagni di marca. La Yamaha è realmente la marca di riferimento del lotto oppure è tutto merito del francese?

“Per spiegare i vantaggi della sua moto, innanzitutto dovrei guidarla. Guardandolo da ‘fuori’, Fabio appare molto aggressivo in staccata, senza commettere alcun tipo di errore - ha proseguito - questo gli consente di uscire in modo pulito dalle curve che prepara in maniera impeccabile, tuttavia, sotto questo aspetto credo che sia lui stesso a metterci una pezza.

Innegabile un elogio nei confronti di Francesco Bagnaia (e della propria ex-squadra), in assoluto stato di grazie in virtù delle cinque pole position di fila messe a referto. Numeri da record.

Pecco sta facendo un egregio lavoro, sempre sul pezzo in termini di costanza, sia in qualifica che in gara. Non posso fare altro che congratularmi, lo stesso discorso vale per Ducati perché non si piazzano dal nulla quattro Desmosedici in top-5, ha concluso.

 

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