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MotoGP, Stoner, dolcetto o scherzetto? Il Canguro Mannaro atteso a Portimao

E' stata annunciata, per tutto il fine settimana ed anche il prossimo di Valencia, la presenza in circuito del campione australiano che non ha nostalgia della MotoGP ma ha pensato di dare un'occhiata

MotoGP: Stoner, dolcetto o scherzetto? Il Canguro Mannaro atteso a Portimao

Dolcetto o scherzetto?!
Di questi tempi, vista la moda di importare tradizioni non propriamente nostre, ci siamo ritrovati ad aprire la porta sotto questa divertente minaccia, trovando dietro l’uscio i volti sorridenti di bambini mascherati a cui, ben volentieri, ci siamo arresi.

Una sorpresa simile l’abbiamo avuta oggi, al nostro arrivo a Portimao, quando siamo stati avvertiti che, domani, ad attenderci in circuito ci sarà nientepopodimenoche Sua Velocità Casey Stoner, che peraltro rimarrà in Europa anche la settimana successiva, per il Gran Premio conclusivo di Valencia.

ATTENZIONE, nostalgici delle gesta dell’unico pilota che finora è stato capace di regalare il titolo iridato alla Ducati: quello Stoner non esiste più. Quindi: no, non tornerà a correre, no, non sente nostalgia della MotoGP anche perché, appena qualche settimana fa, a Misano, in videoconferenza, ha dichiarato:

1 - “La MotoGP mi aveva stancato: troppa elettronica ed aerodinamica, stava diventando troppo facile”.
2 - “Valentino Rossi mi ha insegnato molto, ma è stato bravo a manipolare la stampa nei miei confronti”.
3 - “Il terzo dei motivi per cui ho smesso è, e lo sapete, perché non mi piace parlare con i giornalisti”.

Detto ciò, domani probabilmente, Casey terrà una conferenza stampa durante la quale riproporrà, probabilmente i temi 1, 2 e 3, non necessariamente nello stesso ordine, ma cosa importa?

Lo guarderemo con la stessa faccia dolcemente ammirata che abbiamo riservato ai bambini di ‘dolcetto o scherzetto?’, proprio per la loro innocenza.

Del resto con Casey Stoner và così: lo si ama, punto. Un po’ come la ragazza dai capelli rossi del primo banco, che non ci si filava ma di lei sognavamo comunque.

Pensieri puliti, come la sua guida che ci trascinava in un turbinio di emozioni mentre domava la Delmobelva e, più avanti, la Honda, con l’identica nonchalance.

“Lui è pazzo - ci disse un giorno Bruno Leoni, capotecnico di quella squadra soprannominata a Borgo Panigale ‘dei nani’, ai tempi dei trionfi iridati - è rientrato ai box sbraitando come un ossesso che la moto era una merda, però aveva dato un secondo a tutti. Era alta davanti, così l’abbiamo alzata dietro. E’ rientrato in pista, ha fatto due giri, ha dato il solito secondo al secondo ed è rientrato un’altra volta gridando che era una merda lo stesso!”.

E’ matto, ripetevano in coro ‘i nani’ mimando silenziosamente il gesto del dito indice puntato alla tempia. Però per lui si facevano in quattro e…guai a chi glielo toccava!

Beh, ragazzi, se approfittando di un team disattento Casey inforcasse una MotoGP e ci regalasse un giro di pista - non per correre, beninteso - ci farebbe un gran regalo.

Ma a lui la MotoGP odierna non piace.

Le moto sono troppo semplici.

Così per confermare questa sua teoria ha deciso di passare un paio di settimane a studiarle.

Hai visto mai.


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