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MotoGP, Petrucci: “Alla Dakar non dormi, vivi sulla moto, rischiando la vita ogni metro”

“A Dubai ci alzavamo alle 4 di mattina e alle 6 eravamo nel silenzio più assoluto del deserto. Avrò fatto 900 km, arrivando quasi in Oman”

MotoGP: Petrucci: “Alla Dakar non dormi, vivi sulla moto, rischiando la vita ogni metro”

Da pilota MotoGP a Dakariano il passo è più breve di quanto si pensi. Nelle scorse settimane Petrucci è infatti volato a Dubai con il team KTM per iniziare il proprio percorso di avvicinamento al Raid, in programma in Arabia a gennaio.

Una sorta di primo assaggio per il ternano, chiamato a fare i conti con un qualcosa di completamente nuovo e inedito.

“Come ben sapete sono stato a Dubai per iniziare a preparare la Dakar di gennaio – ha esordito - è stata senza dubbio un’esperienza fantastica, che mi ha fatto avvicinare ai Raid. Abbiamo fatto alcune prove e shooting fotografici, rimanendo però poco tempo in moto nel deserto. Sarei infatti dovuto rimanere molto di più, come sta facendo il resto della squadra, che ancora si trova a Dubai.  Le sensazioni riscontrare sono comunque incredibili, dal momento che la Dakar significa rimanere sempre in moto, facendo magari 500-600 chilometri in un giorno. Per me sarà un’esperienza completamente nuova”.

Danilo entra quindi nel merito.  

“Vivi un’atmosfera diversa, dove sei solo in moto per tutto l’arco della giornata. Un giorno mi sono alzato alla 4 di mattina, alle 6 ero nel deserto senza che ci fosse un solo rumore, davvero incredibile. Un’altra volta dovevamo fare degli shooting fotografici a 100km dall’hotel e sono andato con la moto, seguendo le indicazioni. Una cosa diversa rispetto alla MotoGP, che non ha nulla a che vedere. In queste settimane mi pare di aver capito che alla Dakar non si dorme, considerando che in questi giorni ho fatto circa 900 km, arrivando al confine con l’Oman”.

L’avventura sta per iniziare e Petrucci è curioso di apprendere il tutto nel modo più veloce.

“L’approccio alla Dakar è completamente diverso rispetto alla MotoGP, dal momento che qua il gruppo è fondamentale, visto che affronti un avventura. È stato un vero piacere parlare con Sunderland e Walkner, così come con tutti gli altri, i quali si sono a loro volta interessati alla MotoGP. Devo dire che tra i loro non sono il più grosso (scherza)”.

Verso Danilo non mancano le aspettative, anche se lui frena.

“Questa sarà la mia prima Dakar e parto da zero, infatti non penso a essere competitivo, piuttosto a cercare di essere regolare e ad evitare i pericoli. I pericoli ci sono e rischi la vita a ogni metro, inoltre dovrò capire molte cose come la navigazione e la stesura del road book. Ma soprattutto sarà fondamentale prepararsi e arrivare al meglio dal lato fisico”.

Si parla di Dakar, così come di MotoAmerica.

“Al momento l’unica certezza che ho è la Dakar, dato che del MotoAmerica non ho avuto altre conferme. Questa voce è emersa in occasione del weekend di Misano, ma dobbiamo ancora confrontarci e capire”.

Nel frattempo Danilo è pronto a tornare in moto per disputare le sue ultime due gare. Lui stesso non nasconde un pizzico di malinconia.

“Mi mancherà molto la MotoGP e al tempo stesso le sue piste, come Phillip Island, un tracciato dove serve il pelo sullo stomaco per essere forte. Lo stesso discorso vale anche per il Mugello, pista fantastica, soprattutto quando arrivi alla San Donato a staccare a 350 km/h”.

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