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MotoGP, Quartararo: "Soffrire mi ha fatto crescere, così sono diventato campione"

"La prima volta che provai una MotoGP pensai: dove diavolo sono finito? Ho vinto grazie alla calma e alla costanza. La scorsa notte non ho dormito con l'incubo della pioggia"

MotoGP: Quartararo: "Soffrire mi ha fatto crescere, così sono diventato campione"

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La scenografia per la conferenza da campione del mondo è pronta nella sala stampa da Misano. Fabio Quartararo entra, si siede, poi si gira e agguanta la bottiglia di Prosecco. Si concede una lunga sorsata, “è ora di festeggiare”, poi sorride. “Ora sono pronto” dice il primo campione francese della classe regina della storia.

È passata solamente poco più di un’ora da quando è finita la gara e sono già senza voce. Ho urlato tanto,  è stato meraviglioso - racconta - Appena ho tagliato il traguardo ho pensato che non mi sarei mai aspettato di vincere un Mondiale qualche anno fa, quando mi trovavo in delle brutte situazioni. Questo è un sogno che si avvera e non riesco ancora a realizzarlo”.

Come hai vissuto la vigilia di questa gara?
In MotoGP non ero mai partito più in giù dell’11° posto e oggi ero 15°, in una delle gare più importanti della mia vita. Inoltre avevo l’incubo della pioggia, questa mattina mi sono svegliato alle 5, ho guardato fuori e sono riuscito a riaddormentarmi sono quando sono stato sicuro che non sarebbe piovuto.

Eri così nervoso?
Tantissimo, sentivo lo stress. Poi ho pensato alle ultime tre gare dello scorso anno, non mi interessava nemmeno il risultato, volevo solo che la stagione finisse. Vivere quella situazione mi ha aiutato a vincere oggi questo titolo, mi ha fatto imparare molto, ma tanto ho ancora da imparare”.

Il 2020 era stato così difficile?
Avevo lottato per avere la Yamaha ufficiale e alla fine era meglio la 2019. Con la M1 di quest’anno mi sono trovato subito meglio, la fiducia che ho all’anteriore mi ha permesso di vincere il titolo. Oggi ho fatto una scelta di gomme cautelativa, soffrivo un po’ con il davanti, ma mi divertivo comunque a guidare”.

Qual è stata la tua migliore qualità quest’anno?
La consistenza: ho finito tutte le gare, ho sempre portato a casa punti, anche a Jerez, quando ho avuto il problema di sindrome compartimentale. Questo 2021 è stato simile al 2019, ma con più velocità.

Quando hai pensato la prima volta che avresti potuto vincere il campionato?
Al Mugello, Bagnaia era fortissimo ma commise un errore, lottai con Mir e vinsi. Lì acquistai molta fiducia”.

Hai parlato dei momenti difficili della tua carriera, quali sono stati i peggiori?
Il 2016 e il 2017, cito sempre la gara in Argentina dove partii 28°, praticamente vicino alla Safety Car (ride), sono stato i più duri ma anche quelli che mi hanno svegliato. Dopo avere vinto due titoli nel CEV, l’obiettivo era farlo nel Mondiale in Moto3, invece non riuscito neanche a vincere una gara. In Moto2 andò meglio solo il secondo anno, quando vinsi due GP, anche se fui squalificato in uno. Non mi aspettavo però di passare in MotoGP”.

Invece…
Nel primo test a Valencia mi dissi: dove diavolo sono finito? Non riuscivo a guidare, la moto era troppo potente… mentre ora chiedo più potenza (ride). Però ero riuscito a progredire passo dopo passo, dopo ogni giorno ero più vicino ai primi, fino alla gara in Qatar. Lì ho capito che sarebbe andata bene”.

Quanto è stata importante la tua famiglia in questo percorso?
Di solito non mi piace avere tanta gente attorno, ma per questo Gran Premio ho voluto mio papà, mia mamma, mio fratello con sua moglie. Mi hanno dato un grande aiuto, in questi giorni non riuscivo neanche a mangiare. Comunque verranno anche a Portimao, non ero sicuro di vincere oggi, lì avrò meno pressione e potremo goderci la gara insieme”.

La pressione era stata un tuo punto debole lo scorso anno.
In questa stagione non mi sono mai arrabbiato. Nella scorsa, a Valencia, entrai nel box quasi urlando, dicevo che sulla moto non funzionava nulla. Diego (Gubellini, il suo capotecnico ndr) mi ha spiegato che per migliorare dovevo spiegargli i problemi, dire che non funzionava nulla non aiutava. Quest’anno ad Assen, in prova, prendevo più di un secondo da Vinales, ho mantenuto la calma e vinto la gara. Questo atteggiamento mi ha aiutato nei momenti difficili. Ieri ho finito le qualifiche 15° e l’ho semplicemente accettato, oggi sono campione del mondo.

Il campione del mondo è il migliore pilota, la M1 è la migliore moto?
Non ho mai guidato le altre quindi non posso dirlo, dai commenti degli altri piloti sembrerebbe di no. Però per me va bene, mi ha permesso di vincere il titolo, però dobbiamo lavorare, fatichiamo ancora in alcune aree. Se riuscissimo ad avere più potenza, allora potrebbe diventare la migliore moto.

Cosa hai pensato quando hai visto Bagnaia per terra?
"Non è il modo in cui avrei voluto vincere questo titolo, ma non si è trattato solo di una gara, ma di 16. In questa stagione è stato anche grazie a Pecco se sono migliorato, mi ha costretto a spingere sempre di più, come ho fatto io con lui".

Oggi hai realizzato un sogno, qual è il prossimo?
Vincere un altro titolo”.

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