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L'Europa vuole il limitatore di velocità automatico sulle moto

Il Parlamento Europeo sta discutendo l'introduzione di dispositivi di limitazione automatica della velocità in base al rilevamento dei cartelli stradali. La mazzata finale al futuro del motociclismo?

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Ultimamente è difficile per i motociclisti non farsi prendere da quello spirito anti-europeista che tanto sembra andar di moda in una certa politica. Non è una questione di bandiera o di campanile, piuttosto a far arrabbiare i centauri del Vecchio Continente ci pensano i membri delle varie commissioni che di volta in volta se ne escono con fantasiose proposte. L'ultima riguarda i limiti di velocità per le moto.

Intelligent Speed Assistance: cos'è e perché se ne parla

Già dall'inizio del 2021 infatti il Parlamento Europeo ha iniziato a discutere sull'introduzione dell'ISA per le auto dal 2022. Inizialmente però le moto sarebbero state esenti dall'obbligo di dotazione del dispositivo. Ora invece sembra che la UE stia valutando di introdurre anche i motocicli per introdurre sulle strade l'assistenza alla velocità intelligente all'interno del piano Vision Zero e del nuovo piano di sicurezza stradale che punta a dimezzare il numero di vittime della strada entro il 2030.

Come funzionerebbe sulle moto

L'obiettivo dell'ISA è quello di far rispettare i limiti di velocità delle strade che si stanno percorrendo. Per riuscirci il dispositivo “dialoga” con telecamere e sensori dei mezzi che lo montano riconoscendo i cartelli di limite di velocità e riportando automaticamente il veicolo alla velocità consentita se il limite viene oltrepassato. Sulle moto il suo funzionamento non sarebbe troppo diverso: attraverso i sensori di cui finora pochi modelli sono dotati l'ISA una volta capito che il limite di velocità è stato sorpassato potrebbe ridurre automaticamente la velocità. Sarebbe comunque possibile continuare ad accelerare ma una serie di allarmi e vibrazioni ricorderebbero al motociclista che sta infrangendo la legge.

I motociclisti europei si oppongono

La FEMA, associazione europea di categoria, si è opposta fermamente alle proposte UE attraverso il suo segretario Dolf Willingers che ha spiegato: “Non supportiamo alcuna caratteristica tecnica che tolga al pilota il controllo della moto e quindi – sebbene comprendiamo la necessità di ridurre la velocità in determinate situazioni – qualsiasi sistema che tolga il controllo del mezzo al motociclista è pericoloso.” Ha continuato Willingers, spiegando la posizione del FEMA che bisognerebbe piuttosto puntare su “una migliore formazione, test della patente di guida più mirati alla valutazione e alla prevenzione dei rischi, infrastrutture migliori e più sicure piuttosto che tecnologie invasive”.

Le altre proposte europee

Se quella dell'ISA è la proposta che fa scalpore, gli eurodeputati e i tecnici coinvolti nella Vision Zero hanno anche proposto cose ben più sensate: dalla dotazione obbligatoria per tutte le moto di ABS e sistema di Emergency Call, limiti alcolici più severi e investimenti importanti sulle strade ad alto tasso di incidenti con vittime in moto. Insomma: rendere i motociclisti europei più responsabili è sicuramente una via migliore rispetto a dotare le nostre moto di un sistema che rischierebbe di essere un ulteriore pericolo per chi guida, come se non ce ne fossero già abbastanza per le moto.

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