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MotoGP, Fratesi: "il fan club di Rossi non si fermerà e che divertimento le sue gag"

"La gag della toilette ci costò 6 milioni di multa e avrebbe dovuto avere un seguito: 'Incontenik'. Per Misano pronti 11.000 Borsalino per fargli 'tanto di cappello', Abbiamo 15.000 soci, in aumento e tesserati in 88 Paesi del mondo"

MotoGP: Fratesi:

Flavio Fratesi, uno dei fondatori e vice-presidente del Fan Club di Rossi, lo scorso anno scherzava: “se Valentino continuerà a correre, c’è il rischio che sia il primo caso un cui un Fan Club si ritira prima del suo pilota. Ora che il momento è arrivato, con il Dottore che finirà la sua carriera a Valencia, il pericolo è scampato, anzi, il suo Popolo Giallo continuerà a correre, con tanti progetti in cantiere.

In questo momento siamo talmente impegnati per preparare il secondo Gran Premio a Misano che ci renderemo conto solo il sabato sera a Valencia che Vale smetterà” ci dice Flavio

Il Fan Club comunque continuerà a esistere?
Abbiamo tante idee da valutare insieme alla VR, ma una cosa è certa:  continueramo, se avevamo dei dubbi, i tifosi ce li hanno tolti. Continuano ad arrivarci mail in cui ci chiedono di continuare, in Austria avevamo una tribuna per 7.000 persone. Inoltre abbiamo qualche scusa per non smettere, Vale continuerà a correre in auto, avrà un team in MotoGP e ci sono tutti i piloti dell’Academy. Poi da tanti anni organizziamo delle iniziative all’interno degli ospedali, è una parte importante della nostra attività e vogliamo portarla avanti. Non andremo pensione (ride)”.

Inizierà un nuovo capitolo anche per il Fan Club?
Dopo 26 anni eravamo abbastanza oliati, ma ora abbiamo uno stimolo per non invecchiare, ci rimetteremo in gioco”.

"Abbiamo triplicato i nostri iscritti anche se Valentino non vince più, sono in 88 Paesi"

Quanti sono gli iscritti al momento?
“Prima della pandemia avevamo triplicati i tesserati rispetto a quando Vale vinceva: nel 2008 ne avevamo 6.000 ed eravamo arrivati a 18.000. Solitamente nello sport meno vinci e più scendi, invece per noi è stato il contrario. È stata una bella testimonianza da parte dei tifosi che sono affezionati a Valentino e di conseguenza al suo Fan Club indipendentemente dai risultati. Ora siamo a circa 15.000”.

C’è anche qualche VIP fra di loro?
Non vado mai a guardare, ma mi ricordo la lettera di Josè Mujica, l’ex presidente dell’Uruguay, che è stato un nostro tesserato e ci mandò una lettera in cui c’era scritto che avrebbe voluto che Valentino Rossi fosse suo figlio. La cosa incredibile, più dei personaggi famosi, è avere tesserati in 88 Paesi del Mondo. Inoltre l’Asia, fatte le debiti proporzioni, ne ha quasi più dell’Europa, del resto all’ultimo GP di Sepang avevamo riempito una tribuna da 15.000 persone. Hanno un grande attaccamento nei confronti di Valentino e, ora faccio lo sborone (ride), anche nei nostri, ci invitano da tutte le parti. C’è un rapporto di amicizia ed è bello raccontare la storia di Vale”.

"La gag della toilette di Jerez avrebbe dovuto avere un seguito, un pannolone per Incontenik"

A proposito di storia, qual è il ricordo più bello che hai fra tutte le gag che avete ideato negli anni?
Quella che mi ha divertito di più è stata quella del Mugello nel 2002, in cui Vale fu fermato dai vigili. Lo chiamò anche sua mamma chiedendogli se gli avessero fatto veramente la multa (ride). Quella però che rappresenta Vale in tutto e per tutto è stata a Jerez, nel 1998, quando si fermò a fare la pipì a bordo pista. Non ne sapeva niente nessuno, se la inventò lui il sabato correndo lungo la pista. Tra l’altro avrebbe dovuto avere un seguito”.

Ora ce lo puoi svelare?
“La gag era riuscita talmente bene che si era deciso di farla anche alla gara successiva, al Paul Ricard. Però c’era un problema, perché Vale non poteva scendere dalla moto nel giro di onore, altrimenti gli avrebbero fatto una multa, già a Jerez aveva dovuto pagare 6 milioni di lire. Allora preso un grande pannolone, noi glielo avremmo messo sopra la tuta e sopra ci sarebbe scritto, al posto di Valentinik, Incontenik. Purtroppo gli cadde la catena all’ultimo giro e non potemmo farla”.

"Abbiamo dovuto togliere la Polleria Osvaldo, oscurava i veri sponsor"

Come nascevano tutte quelle scenette?
Non ci siamo mai presi sul serio e non lo facciamo ancora oggi, diciamo che abbiamo allargato i nostri scherzi: da Tavullia li abbiamo portati in pista. Era un modo simpatico di festeggiare. Per esempio la Polleria Osvaldo nacque nel 1998, in un periodo in cui Vale non andava bene, era caduto 4 volte, l’ultima a Donington. Era giù, aveva quasi voglia di smettere, gli erano venuti dei dubbi. Allora noi, scherzando con lui, gli dicemmo: ‘non preoccuparti, uno sponsor si trova sempre. Da pollo a pollo, la Polleria Osvaldo ci sarà’ (ride). Alla fine è diventata talmente famosa che abbiamo dovuto toglierla perché oscurava gli altri sponsor”.

Tutte questi personaggi sono allo Yellow Park, il parco giochi per bambini che avete inaugurato da poco a Tavullia.
Abbiamo l’idea di portarne uno itinerante nel mondo, in modo che tutti possano farsi le foto con il pollo, i nani e così via, naturalmente non abbiamo messo la bambola gonfiabile (ride)”.

"A Misano 11.000 cappelli con salutare Valentino con: Chapeau!"

Flavio Fratesi

Come affronterai la gara di Misano, come una festa o con un velo di tristezza?
Dico la verità, sono talmente concentrato a fare tutto che non ci sto pensando. Stiamo preparando una cosa speciale: Vale è un signor pilota, quindi abbiamo creato uno ‘chapeau’, un borsalino, in modo che i tifosi possano alzarlo e fargli tanto di cappello per salutarlo. Ne abbiamo fatti 11.000.

Ci sarà anche una gag finale?
Ci avevamo pensato, ma Vale ci ha detto che preferisce salutare tutti i suoi tifosi in circuito, non solo quelli della sua tribuna, e quindi non vorrebbe fermarsi per 10 o 15 minuti per una scenetta e non avere più tempo. Magari da qui a Valencia ci ripenseremo, ma sono d’accordo con lui. Se abbiamo raggiunto questi livelli è stato grazie al pubblico e a nessun altro. Lo spirito per farne altre non lo abbiamo mai perso, ma i risultati non ci hanno aiutato. Però Vale ha deciso di continuare e credo piaccia anche per questo, la sua passione viene prima di tutto il resto. Per un 9 volte campione del mondo arrivare 15° non è facile, ci vuole tanta voglia. Non solo per correre, ma soprattutto per allenarsi. In questo penso che lo abbia aiutato molto l’Academy, vivere insieme ad altri piloti”.

"Ci dedicheremo al sociale porteremo i bambini dagli ospedali a Tavullia per vivere una giornata come Vale"

All’inizio parlavi di alcune idee per il futuro, ce n’è una su cui state già lavorando?
Sì, l’idea è quella di portare alcuni bambini che possono lasciare gli ospedali a Tavullia e passare una giornata come se fossero Valentino Rossi. Li porteremo alla VR, a mangiare nel nostro ristorante, allo Yellow Park, al Ranch e infine al circuito di Misano con un pilota dell’Academy. Il progetto si chiamerà “Anch’io come Vale” e lo stiamo già preparando. Poi, all’interno dello Yellow Park c’è un piccolo circuito senza barriere architettoniche e vogliamo organizzare un mini-GP per i bambini in sedia a rotelle, con tanto di podio. Il pensiero è che abbiamo ricevuto un dono che abbiamo condiviso con tutti, questo forse è il segreto del nostro entusiasmo dopo 26 anni. Se non lo facessimo, perderemmo una grande occasione”.

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