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Austin non vuole riasfaltare, ma la Formula 1 potrebbe aiutare la MotoGP

Il CotA nicchia per i lavori richiesti, se anche i piloti delle 4 ruote si lamentassero la situazione potrebbe cambiare. L'alternativa per il 2022 è Indianapolis

MotoGP: Austin non vuole riasfaltare, ma la Formula 1 potrebbe aiutare la MotoGP

Ieri è stato pubblicato il calendario (ancora provvisorio) per la prossima stagione della MotoGP. Il Gran Premio delle Americhe, in Texas, è programmato per il 10 di Aprile, ma non è sicuro che il motomondiale torni in Texas. I piloti infatti hanno dato un vero o proprio ultimatum al circuito di Austin: “o riasfaltate o il prossimo anno ci rifiuteremo di correre”.

Le immagini in tv sono riuscite a rendere l’idea di quanti avvallamenti ci fossero sulla pista, con le moto che sembravano rimbalzare sull’asfalto. Non è un problema solamente superficiale ma di fondo, perché è stato il terreno sotto l’asfalto a muoversi e a creare quelle ondulazioni.

I piloti sono stati chiari: bisogna rifare completamente l’asfalto da curva a 2 a curva 11, circa metà della pista. Il che significa, per risolvere i problemi, mettere mano al fondo. Un lavoro costoso, a cui il circuito per il momento non sembra essere molto interessato. Anche perché la MotoGP negli Stati Uniti è un evento che non riesce a richiamare abbastanza spettatori per giustificare da sola un investimento del genere. Il CotA,  infatti, non ha neanche dichiarato le presenze nell’ultimo Gran Premio, ma guardando le tante tribune vuote si può pensare che i numeri non siano state per nulla eccezionali.

A questo punto si potrebbe pensare che il destino della MotoGP ad Austin sia segnato, ma a venire in soccorso dei motociclisti potrebbero essere gli automobilisti. La Formula 1 correrà infatti ad Austin fra poche settimane, il 24 ottobre, e se i suoi piloti fossero d’accordo con quelli della MotoGP allora le cose probabilmente cambierebbero. Come era successo a Silverstone nel 2018, quando i piloti delle due ruote si lamentarono dell’asfalto i dirigenti del circuito fecero orecchie da mercante, ma quando a dire lo stesso furono quelli della F1 i lavori si fecero.

La speranza è che succeda lo stesso con Austin, che per il suo disegno è uno dei circuiti più particolari e affascinanti del calendario. Se così non fosse, bisognerebbe trovare un’alternativa per potere correre negli USA. Il ritorno di Laguna Seca sarebbe un sogno, ma praticamente irrealizzabile, l’alternativa più probabile Indianapolis. Lo storico circuito americano ha ospitato un suo Gran Premio dal 2008 al 2015 e potrebbe essere la soluzione più semplice per rimpiazzare, eventualmente, Austin.

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