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MotoGP, Marquez: "Austin non è pericolosa, lo sono le piste con i muretti vicini"

"La situazione è al limite e so che non sarà facile risolverla perché le buche dipendono dal suolo sotto l'asfalto, ma basta adattarsi e trovare le traiettorie. La Honda qui va forte perché c'è poco grip"

MotoGP: Marquez: "Austin non è pericolosa, lo sono le piste con i muretti vicini"

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Quando al termine della prima sessione di libere ad Austin in molti indicavano nella pioggia il principale motivo della supremazia di Marc Marquez, gli stessi stavano commettendo un errore madornale. Ci ha pensato lo stesso Marc a dimostrare quanto fosse sbagliata quella considerazione, terminando il venerdì davanti a tutti e dimostrando di essere il migliore anche su pista asciutta in FP2. 

Il modo del tutto naturale in cui Marquez interpreta il tracciato americano gli ha permesso ancora una volta di mettere tutti in riga, nonostante le ormai arcinote limitazioni dovuto a braccio e spalla continuino a minare le sue prestazioni. Una Honda particolarmente a proprio agio sull’asfalto così malridotto come quello visto oggi ha forse dato la spinta in più ad un Marc che ancora cerca di ricostruirsi nel ruolo di uomo da battere in MotoGP, un ruolo bruscamente strappato dalle sue mani dall’incidente di Jerez e dalla lunghissima serie di errori che ne è conseguita. Oggi però Marc sorride nell’incontro con i giornalisti a fine giornata, confermando l’approccio già annunciato in conferenza stampa. Qui vuole divertirsi, ben consapevole che per soffrire arriveranno altre piste. 

"Non mi sentivo a mio agio in sella, ma quando sono rientrato ai box mi sono ritrovato davanti a tutti - ha spiegato Marc - se avessi solo dovuto seguire le mie sensazioni in sella, avrei detto che non stavo guidando bene, ma poi ho visto che ero davanti ed è stato strano. Sono felice per il risultato, ma non per le mie prestazioni sulla moto o le mie sensazioni, che non sono affatto le migliori. E’ vero che il mio punto forte in passato era soprattutto il primo settore, mentre oggi perdevo molto tempo nei cambi di direzione, arrivavo come in ritardo. Ma i tempi sono arrivati, quindi spero domani che piova perché mi aiuterebbe molto per andare avanti nel fine settimana". 

Guardandovi dal di fuori, fa impressione notare quanto si muovano le moto. Le buche sono un problema in più per il tuo fisico?
"Io ho sempre adorato questa pista, mi piace moltissimo. Ma le buche sono davvero al limite, le condizioni della pista sono al limite. Il problema è che non stiamo parlando di vere e proprie buche, ma è come se la superficie si muovesse. Questo rende le cose ancora più difficili, ma resta in ogni caso una pista molto fisica anche per un singolo giro. Anche quando sei in perfetta forma è difficile finire la gara bene dal punto di vista fisico, ma vediamo domani come andrà. Il rettilineo opposto aiuta molto, lì ti puoi rilassare un attimo perché l’hanno riasfaltato e lì la superficie è regolare. Io cercherò di mantenere il mio livello ed anche migliorare, perché so che gli altri lo faranno. Vorrei restare su questi livelli anche domani e soprattutto domenica". 

Alcuni piloti come Mir e Quartararo hanno detto che senza intervenire, qui sarà impossibile correre l'anno prossimo. 
"Naturalmente ora il livello di tutte le piste del campionato è altissimo, l’asfalto è sempre perfetto. Ricordo che quando sono andato a Laguna Seca nel 2013 era così ed anche a Indianapolis lo era, come qui. Ma sono d’accordo, siamo al limite ed ogni anno sembra andare peggio. Si dovrebbe capire perché, anche perché secondo me non si tratta di normali avvallamenti sull’asfalto, ma di cose che vengono dalla profondità, dal terreno. Sembra che si muova e questo genera la situazione che viviamo. Devi adattarti, capire le traiettorie che puoi percorrere e questo dipende dalle differenze che crea il terreno sotto la pista. In queste condizioni è anche difficile trovare il ritmo gara, perché la situazione cambia costantemente. Sarà difficile essere costante in gara, venti giri saranno tosti". 

Ma tu al momento definiresti pericolosa Austin?
"Non direi che è una pista pericolosa, perché si tratta solo di capire come guidare in queste condizioni. Per me le piste pericolose sono quelle con i muri vicini alla pista, con poche vie di fuga. Ovviamente tutti i piloti vorrebbero sempre un’asfalto perfetto, su cui ci si diverta a guidare al limite, anche perché così è possibile dare spettacolo. Ma per me le piste pericolose sono altre". 

Oggi le Honda sono apparse tutte molto competitive. 
"Qui non c’è molto grip e quando la situazione è questa, la nostra moto lavora abbastanza bene. Di certo è un buon segnale anche se una cosa è il giro secco, mentre il ritmo gara è un’altra cosa. Magari su questa pista ci saranno tutti i piloti Honda a lottare per un obiettivo di prestigio". 

Ci è stato fatto notare che la tua tuta Alpinestars sembra non essere simmetrica sulle spalle.
"Si è vero, la ho fatta modificare sulla spalla destra perché nelle curve a sinistra muovo la spalla in un modo ed in quelle a destra in un altro e mi dava fastidio. Ora è più larga in quella zona, così mi sforzo di meno".

 

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